Originariamente Scritto da
Gio83Gavi
Posto ragazzi un altro articolo che potrebbe interessare che è collegato secondo me ad un analisi che, qualche tempo addietro, aveva evidenziato @
Heinrich:
https://link.springer.com/content/pd...20-01342-0.pdf
Si parla dell'analisi sierologica di alcuni parametri immunologici eseguita su alcuni pazienti positivi al Covid-19 in Cina.
Alcuni di questi presentavano sintomi piuttosto lievi (nelle figure successive sono evidenziati con linee verdi), altri avevano sintomi moderati (linea blu) e altri ancora sintomi piuttosto severi (linea bordeaux).
Allegato 525510
In particolare abbiamo:
- 8 persone con sintomi lievi ;
- 75 persone con sintomi moderati;
- 11 persone con sintomi più severi;
- 52 persone sono di ***** femminile;
- 42 persone sono di ***** maschile;
- 12 persone avevano meno di 20 anni;
- 36 persone avevano un'età compresa tra i 21 e i 40 anni;
- 28 persone avevano un'età compresa tra i 41 e i 60 anni;
- 18 persone avevano un' età superiore ai 61 anni;
Come si può vedere, l'analisi ha evidenziato alcune cose interessanti... Principalmente che sin da subito i pazienti con sintomi molto severi avevano nel sangue un'elevata presenza di neutrofili (fig.1b, riga bordeaux "neutrophil") e una bassa presenza di linfociti (fig.1c, riga verde "lymphocytes") La situazione opposta invece è stata riscontrata nei casi più lievi/moderati (sempre stesse figure precedenti, riga bordeaux per i neutrofili e verde per linfociti).
Allegato 525508
Oltre a questi dati è stata rilevata una notevole presenza di una particolare citochina, la IL-6, nei casi che presentavano la sintomatologia severa (fig 2b, riga bordeaux "IL-6"), cosa quasi assente nei pazienti con sintomi lievi (fig. 2b, riga verde "IL-6).
Allegato 525509
Alcune considerazioni volevo condividere con voi: in alcuni post precedenti è stato evidenziato come le interleuchine che vengono prodotte dal sistema immunitario sono proteine specifiche... Alcune di queste sono prodotte dalle cellule dendritiche e hanno il compito, una volta che è stato stabilito il contatto con l'antigene del patogeno tramite i famosi "TRL" citati in alcuni post indietro, di "inviare una richiesta" di produzione ed espansione dei linfociti T helper sequenziandone la produzione e la differenziazione (una di queste interleuchine é la "IL-2") per fare in modo che questi producano sostanze "ad hoc" in grado di aiutarli a distruggere i patogeni.
Sembra però, da queste analisi sierologiche, che nei casi più gravi questo meccanismo si "inceppi", in quanto rimane elevato il numero di neutrofili, basso quello dei linfociti e rimane elevato il valore di un interleuchina (la IL-6) che, da quanto ho potuto approfondire, combatte l'infezione mandando soltanto segnali alla parete encefalica e relativi all'innalzamento della febbre e di altri sintomi muscolari.
Faccio un paragone un po' azzardato:
1) L'Italia (neutrofili) è in guerra contro il Brasile (virus);
2) Il Brasile (virus) ci mette alle corde e noi (neutrofili) mandiamo un messaggero (interleuchina) alla Francia (linfociti);
3) La Francia non risponde all'aiuto e noi rimaniamo nella c.....a
Le cause quali potrebbero essere? Alcune cause mi pare che siano note, ovvero che nei soggetti più anziani è risaputa che la capacità del sistema immunitario di produrre anticorpi specifici è molto più bassa che in quella di un soggetto sano o non affetto da particolari patologie (oltre ai casi in cui i soggetti presentavano alcune patologie) tuttavia ho il sospetto che in alcuni casi gli antigeni presenti sulla superficie del virus giochino un ruolo importante... Ovvero che sono in grado di legarsi con le proteine prodotte dalle nostre cellule dendritiche, i macrofagi, impedendo che la richiesta di differenziazione dei linfociti vada a buon fine.
Come terapia, l'utilizzo del litonavir e ritonavir abbinati all'interferone alpha hanno il compito combattere la replicazione virale e stimolare appunto la produzione e la differenziazione dei linfociti T.
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