
Originariamente Scritto da
Perlecano
No non sono d'accordo, 1,07% in Islanda è già quello dei richiedenti TI (so che lo sai, ma sto riepilogando). I morti infatti corrispondono a circa un terzo delle persone che hanno richiesto TI (un pelo meno di un terzo perchè ci sarà finito anche qualche giovane che ha miglior prognosi anche quando passa dalla TI). Non vedo come il dato italiano possa superare la percentuale islandese delle T.I. moltiplicata al massimo per 2,0 circa (dico più di 1,7 perchè non solo la natalità è minore ma anche l'aspettativa di vita è più alta in Italia, quindi l'età media degli over 60 italiani supera l'età media degli over 60 islandesi), nel senso che vanno considerate solo le variabili età media e incidenza nelle classi di età, il resto è un modificare la risultanza di questa combo di parametri introducendo un dato - il numero di morti - che dipende anche da altre variabili. Temo che tu stia confondendo causa con conseguenza (senza offesa eh, non sono qui per fare il pedante, è che la penso molto differentemente da te e te lo voglio dire): se è morta tanta gente è perchè gli ospedali erano sovraccarichi e non potevano curare adeguatamente i malati, tra T.I. e non T.I. che fosse. Anche i reparti ordinari erano sovraccarichi. Le persone stavano a casa e morivano di insufficienza respiratoria quando magari sarebbero state ospedalizzate e non sarebbero neanche finite in T.I. (ma questa è una mia supposizione). Fondamentale l'elevato numero di persone che decede in reparti ordinari - quindi non per insufficienze respiratorie gravissime, e ciò avviene per coagulazione intravascolare disseminata, infezioni batteriche opportunistiche e molto altro. L'eccesso di mortalità può essere anche per via di tante persone non malate di Covid che evitavano di recarsi in pronto soccorso con sintomi di infarto ed altri problemi, e ne conosco alcuni personalmente io, quindi figuriamoci su larga scala.
Quello che intendo è che in soldoni bisogna porsi una domanda: perchè in Italia il 5% delle persone necessitava di T.I., stando a quanto hai scritto, e non semplicemente circa il doppio della percentuale islandese? Alla fine la variabile major, che copre tutte le altre in termini di mortalità naturale (poi ci sono le variabili del sovraccarico del SSN, di chi muore in reparti ordinari, di chi veniva curato in ritardo, eccetera), come sappiamo, è l'età dei pazienti. Cioè, non penso che a posteriori, vedendo quanta gente è morta, dobbiamo concludere che le persone necessitanti terapia intensiva in Italia fossero circa il quintuplo - in proporzione - di quelle in Islanda... proprio perchè credo ne manchi la base. Poi mettiamo anche un'incidenza pesante in alcuni gruppi di anziani (ma con la casualità della prima ondata, non sistematicamente), ok, possiamo tirare per i capelli la cosa e arriviamo in Italia a 2,5 volte la percentuale islandese di necessitanti T.I., ma quel "cinque volte" non vedo da dove possa saltare fuori (non da dati "a valle" tipo quanta gente è morta, perchè sono condizionati da un sacco di fattori, come detto... parlo di dati "a monte", ossia le condizioni che ti portano più facilmente in T.I.: età avanzata, fondamentalmente, e non so cos'altro).
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