Cito te, ma la domanda è per tutti: qualcuno sa dove sia possibile trovare statistiche di questo tipo?
Trovo difficile riuscire ad attribuire a un singolo ambiente/attività una percentuale di contagi sul totale. Molto difficile, in effetti.
Le uniche cose che mi sembrano abbastanza chiare, al nostro attuale livello di ignoranza, è che la trasmissione avviene prevalentemente in luoghi chiusi. Mi aspetto quindi problemi nella stagione invernale per tutti i paesi, e in quella estiva solo dove le condizioni climatiche comportino diffusamente il ricorso al condizionamento dell'aria (ma con ricircolo, attenzione), e comunque con incidenza molto inferiore.
I focolai sviluppatisi nelle sedi di corrieri sono certi, ce ne sono di analoghi riferibili a bar all'aperto?
"All models are wrong, but some are useful"
George E. P. Box
I numeri grossi li stanno facendo molte regioni, in numeri assoluti ieri e giovedì ha pesato moltissimo l'aumento dei contagi in Lombardia...le situazioni più preoccupanti attualmente sono quelle di grandi centri urbani con uno o più grandi focolai (Milano, Genova, Roma) anche perché sono condizioni in cui il tracciamento, quando sfuggono per giorni i pazienti asintomatici e oligosintomatici, è quasi impossibile... ieri giravano voci di tamponi processati con ritardi di diversi giorni...
Ci sono i dati dell'ISS che fanno appartengono a due categorie:
1) le situazioni riferite dai contagiati stessi;
2) le ricostruzioni parziali, fatte risalendo la catena verso la sua origine.
I primi sono dati che rientrano inevitabilmente nell'aneddoto, i secondi possono anche contenere forti elementi di fattualità, ma sono quantitativamente scarsi e, perdonami la franchezza, raccolti letteralmente col culo...
Tra l'altro sarebbe pure interessante capire se il dato relativo al contagio intrafamiliare sale in % perché tende a salire (e si riduce l'incidenza delle altre fonti e sarebbe una notizia non-cattiva) oppure sale come conseguenza delle falle nella catena dei tracciamenti (si risale poco nella catena e si tracciano solo i familiari dei soggetti positivi).
Sinceramente, e toccando tutto il ferro toccabile, Roma al momento non ha numeri tragici. Ormai il contagio è ampiamente diffuso su tutto il territorio nazionale, le aree urbane hanno un certo "vantaggio" ma è pieno di zone non urbane che hanno numeri ugualmente alti (la Toscana o il Veneto per dire).
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Bisognerebbe però capire come e dove sono distribuiti i cluster nelle province... poi certo più il tempo passa più la diffusione tende ad allargarsi a macchia d'olio ma attenzione, perché ci sono evidenze di come un contagio diffuso non ci fosse nel Nord Italia nemmeno in territori strettamente limitrofi e neppure subito a ridosso del lock-down, ti posso ad esempio dire che le zone di Genova attualmente più interessate dalla diffusione del virus sono grossomodo le stesse che erano state colpite in marzo-aprile portando a numeri molto sostenuti di decessi e ricoveri e a un picco di mortalità (mese di marzo) che nel territorio comunale genovese è totalmente fuori da ogni deviazione standard, tale picco non si osserva praticamente in nessun altro comune della Città metropolitana di Genova diverso dal capoluogo metropolitano... Quindi il peso delle grande aree urbane lo vedi sia nei numeri assoluti sia in quelli relativi.
A Roma al momento i contagi seguono più o meno una distribuzione omogenea correlata alla distribuzione della popolazione, con i numeri più alti registrati a Roma est che è l'area più popolata e con vari fattori che favoriscono il contagio (reddito più basso, più persone che prendono i mezzi pubblici, più stranieri, più situazioni di disagio con meno smart working eccetera).
Il confronto con marzo non si può fare perché a marzo Roma ha avuto numeri molto bassi.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Mi dispiace molto dirlo, ma dal punto di vista dell'economia e delle conseguenze sociali la soluzione migliore è attuare restrizioni "soft" (o semi-hard, come preferite chiamarle) e adattarsi a un numero di contagi alto ma in crescita non rapidissima e a un eccesso di mortalità basso ma prolungato nel tempo. Qualcosa di simile a ciò che sta vivendo la Spagna attualmente.
Un nuovo lockdown è una follia anche solo dal punto di vista sanitario, visto che in assenza di un vaccino efficace sposterebbe solo il problema più in là e poi che si fa? Un terzo lockdown? Suvvia. L'Europa non è la Nuova Zelanda, non può puntare all'eradicazione, e non è nemmeno la Corea che può avere un tracciamento che se ne frega di qualsiasi norma sulla privacy.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
di solito sono virus che fanno strage negli allevamenti in cui gli animali sono ammassati al chiuso, e quindi non c'è nemmeno il tempo per cui un'evoluzione benigna possa prevalere. In posti del genere in 24 ore il virus ha contagiato tutti, se è "cattivo" li ammazzerà pure tutti.
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