Tanto per dare un'idea di quello che è stato l'impatto della pandemia sul comparto del turismo invernale:
marzo-aprile 2020 -40% fatturato
novembre 2020-aprile 2021 -96% fatturato
Anche scongiurando lo spettro del 2020-21, secondo voi è sostenibile anche solo una stagione come la 2019/2020, in cui è andato in fumo più di 1/3 del fatturato a causa del virus?
Ho preso un settore apparentemente piccolo, ma su questo turismo campa gran parte dell'economia di regioni come Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige e interi comprensori, anche ampi di altre regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto a cui volendo si possono aggiungere anche Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Questo è ciò che ruota attorno allo sci e agli sporti invernali ma poi in inverno sono zone turistiche anche la Riviera Ligure, diverse aree costiere del Centro e del Sud, buona parte delle coste sarde e siciliane... con una situazione simile a quella dello scorso anno queste zone saranno definitivamente desertificate, aggiungiamoci anche il commercio, la ristorazione, gli alberghi (settori in cui il rischio di default aziendale è stimato sia ormai prossimo al 50% con eventuali nuovi lockdown) e il fatto che non siamo al primo anno di pandemia ma al terzo e tutti gli strumenti macroeconomici utilizzabili per mitigarne gli effetti sono stati utilizzati e stanno diventando controproducenti? Cosa resta? Si torna all'allevamento e all'agricoltura di sussistenza? Si incentivano le popolazioni di queste zone a emigrare all'estero?
E' uno dei motivi per cui all'attuale Governo non passa manco per l'anticamera del cervello di ipotizzare lockdown (per nessuno), a meno che non li chieda a gran voce gran parte della popolazione e non succederà, perché stiamo arrivando al punto che piuttosto che farsi chiudere in casa, aspettare di perdere il lavoro o veder fallire la propria attività, la gente cercherà di vivere normalmente anche con 1000, 2000, 5000 morti quotidiani (esagero mostruosamente, ma alla contabilità della morte ci si assuefà velocemente). Ricordatevi poi che quel 60% di italiani già ora favorevoli alle chiusure, mi riferisco a quelli del sondaggio citato da verza81, le chiusure in realtà le invoca per gli altri, non per sé...
Ultima modifica di galinsog@; 18/11/2021 alle 01:14
La verità è che nessuno ha le palle di prendere le decisioni che si dovrebbero prendere, quindi chi continuerà a prenderlo in quel posto saranno tutti i vaccinati... per coerenza, dato che si sa da mesi che il vaccino funziona e che ti protegge dalla malattia grave nella stragrande maggioranza dei casi, di restrizioni varie non se ne dovrebbe più sentir parlare. Si è fatta una grande campagna per la vaccinazione, quindi ancora per coerenza chi non si vuole vaccinare deve andare a farsi fottere, se gli ospedali si intasano il problema (e pure la colpa) è esclusivamente la loro, e non più della collettività.
L'unico obbligo che posso ancora capire è l'uso della mascherina al chiuso, ma quello lo si fa ormai più per pietà che per percezione reale di un pericolo.
Crisanti non molla, per lui é da aprile che abbiamo 40.000 casi giornalieri, seriamente, é dalle chiusure primaverili che continua a dirlo senza sosta.
Coronavirus, l'allarme di Crisanti: <<I dati sono sballati, ci sono fino a 40 mila contagi al giorno in Italia>> - Open
Crisanti, che per molti aspetti continua ad essere una persona seria ed è uno scienziato rispettabile in termini di impact-factor, si è creato ormai il suo mondo parallelo, se basandosi sui decessi in Italia ci sono 40.000 contagi, in Germania ce ne sono 160.000 o 300.000 visto che in quasi tutte le ondate avevano avuto una mortalità specifica che era quasi metà della nostra? Praticamente non devono nemmeno aumentare la copertura vaccinale, sei settimane e saranno tutti immunizzati?![]()
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Questo potrebbe essere un discreto compromesso
Gp per diletto (ristorante, turismo, etc) e li abolirei anche la mascherina visto che hanno accesso solo vaccinati o negativizzati, quindi rischio bassissimo di ricoveri
Novax che possono continuare a lavorare pagandosi i tamponi ogni 2 gg
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Io non dimentico
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Tra l'altro c'è un ulteriore aspetto che mi porta a pensare che il bicchiere sia mezzo pieno: sempre più organizzazioni imprenditoriali, comprese quelle che operano nel settore turistico e ricreativo, non chiedono una soppressione delle regole o un'attenuazione dei protocolli, ma misure stringenti, commisurate alla situazione e razionalmente applicabili, in questo senso molte delle proposte fatte dai gestori di impianti sportivi, sono risultate perfino più rigorose rispetto alle proposte delle controparti governative. Questo è davvero un bel segnale.
Non so se durerà anni, non sappiamo nemmeno se emergeranno nuove varianti meno contagiose o chissà cos'altro. Abbiamo visto quanto è cambiata la situazione rispetto a solo un anno fa, se a quest'ora la delta non ci fosse stata staremmo a commentare probabilmente un autunno non così tanto dissimile dal 2019, e per davvero.
Circa le zone arancioni non è nulla di impossibile, è tra i possibili scenari che già dipingevo mesi fa, prima dell'estate, per realtà locali dove la circolazione fosse molto sostenuta con relativa pressione ospedaliera. Lo stupirsi di fronte a qualcosa di ampiamente previsto è qualcosa che sinceramente non comprendo.
Hanno 634 ospedalizzati e 119 in TI su una popolazione di 5 milioni di abitanti, incidenza di 12,7 ospedalizzati ogni 100mila abitanti e 2,4 in TI ogni 100mila abitanti.
Non so il dato degli ospedalizzati altrove, ma per quanto riguarda il tasso di ricovero in TI troviamo di peggio in Germania, Polonia, Rep. Ceca, Romania, Belgio, Serbia, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Slovacchia, Croazia, Lituania, Slovenia, Moldavia, Lettonia, Estonia, Montenegro. Pari all'Olanda.
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