Non per smentire quest'affermazione, però mi hai ricordato che una volta lessi la storia clinica di un paziente 75enne di mio padre (quindi più grande di te, non la stessa generazione, ma quella dei tuoi genitori) e rimasi esterrefatto a leggere che aveva iniziato a fumare a NOVE (NOVE!) ANNI.
Un po’ lunga. Fonte ChatGPT
Sintesi decennale (Italia)
Nota metodologica rapida: rilevazioni rappresentative sugli adolescenti (es. ESPAD, GYTS) sono disponibili principalmente dagli anni ’90/2000 in poi; per i decenni precedenti (’50–’80) le stime sull’iniziazione giovanile si basano su studi storici sulle tendenze del fumo (che mostrano aumenti fra i giovani-adulti) e su letteratura epidemiologica che indica che l’iniziazione avviene prevalentemente in adolescenza. Le affermazioni chiave sono citate sotto.
Anni ’50 (1950–1959)
- Quanti adolescenti fumavano: non esistono serie di dati nazionali standardizzate sugli adolescenti per quegli anni. Studi storici evidenziano però che l’uso di tabacco era largamente diffuso nella popolazione adulta e che l’incremento dei fumatori giovani-adulti è iniziato già dalla metà degli anni ’50. Si può dunque inferire che un numero significativo di ragazzi iniziava a sperimentare il fumo in quegli anni, ma non ci sono percentuali precise per 11–18enni.
- Età di inizio: la letteratura storica indica che l’iniziazione avveniva spesso durante l’adolescenza (prime sperimentazioni intorno ai 13–16 anni), ma non esistono rilevazioni sistematiche per confermare un valore medio per il decennio.
Anni ’60 (1960–1969)
- Quanti adolescenti fumavano: ancora assenza di indagini nazionali dedicate ai ragazzi; trend generale mostra aumento del consumo tra fasce giovani (20–34) a partire dagli anni ’50–’60, suggerendo elevata sperimentazione anche in adolescenza.
- Età di inizio: tipicamente metà-adolescenza (13–16 anni) secondo studi retrospettivi. (stima basata su trend storici).
Anni ’70 (1970–1979)
- Quanti adolescenti fumavano: il consumo totale pro capite e la prevalenza tra giovani-adulti continuarono a crescere fino agli anni ’80 — quindi anche la sperimentazione in adolescenza rimaneva frequente. Non sono disponibili stime percentuali affidabili per 15–18enni in quegli anni.
- Età di inizio: ancora concentrata attorno ai primi–metà anni ’teens (13–16).
Anni ’80 (1980–1989)
- Quanti adolescenti fumavano: negli anni intorno al 1980 si raggiunse un picco nelle coorti più giovani/giovani-adulti; quindi percentuali giovanili di sperimentazione e fumo regolare risultavano elevate rispetto alle decadi successive. Mancano però serie storiche con dettaglio 11–17 anni.
- Età di inizio: prima metà / metà adolescenza (intorno 14–16 anni) comune.
Anni ’90 (1990–1999)
- Quanti adolescenti fumavano: solo verso la fine degli anni ’90 cominciano a essere disponibili indagini sistematiche su studenti (es. prima edizioni ESPAD nazionali / europee). Le rilevazioni ESPAD e simili mostrano che una quota consistente di studenti 15–16 anni aveva già sperimentato la sigaretta (percentuali variabili paese per paese, in Italia alte nei primissimi anni 2000).
- Età di inizio: molte rilevazioni mostrano la prima esperienza intorno ai 13–14 anni, con una porzione non trascurabile che prova prima dei 12 in alcuni anni/regioni.
Anni 2000 (2000–2009)
- Quanti adolescenti fumavano: con le rilevazioni ESPAD/GYTS disponibili, il quadro per i 15–16enni mostra percentuali di sperimentazione piuttosto alte nei primi anni 2000 (spesso >20–30% per la lifetime use in varie regioni/annate), con tendenze di lieve diminuzione verso la fine del decennio grazie a politiche di controllo (divieto fumo in certi luoghi, campagne). In Italia, ad esempio, numeri elevati di studenti avevano provato la sigaretta e un’ampia quota fumava occasionalmente o regolarmente.
- Età di inizio: la prima esperienza più frequente intorno ai 14 anni; nel 2003 si è registrato un valore massimo di ragazzi che avevano provato prima dei 12 anni (dato ESPAD/analisi CNR).
Anni 2010 (2010–2019)
- Quanti adolescenti fumavano: tendenza generale di declino nell’uso di sigarette tradizionali tra 15–16enni in Italia e in Europa tra il 2010 e il 2019, ma con nuovi fenomeni (e-cig, prodotti a tabacco riscaldato) in aumento. Nel 2018 i dati GYTS/ESPAD per l’Italia indicavano che più di 1 studente su 5 (≈20% circa, a seconda dell’indagine e della definizione) aveva fumato tabacco; la percentuale di chi fumava quotidianamente è risultata più bassa e in riduzione rispetto ai decenni precedenti.
- Età di inizio: persistono prime esperienze intorno ai 13–14 anni; nel 2018 la quota che aveva provato prima dei 12 anni era scesa al minimo storico (≈6,8% in una delle rilevazioni nazionali citate). In generale, circa la metà/oltre dei giovani fumatori riferisce la prima esperienza entro i 14 anni.
Anni 2020 / 2020–2024/25
- Quanti adolescenti fumavano: trend europeo e italiano recente (ESPAD 2024, rapporti 2020–2024) mostra ulteriore calo del fumo di sigaretta tradizionale tra gli studenti 15–16 anni, ma aumento e diffusione delle sigarette elettroniche e nuovi prodotti. A livello WHO/Europa, l’uso di tabacco negli adolescenti rimane una preoccupazione (fra 10% area europea per 13–15 anni in stime regionali), mentre in Italia i sondaggi nazionali mostrano una riduzione del fumo quotidiano ma presenza ancora significativa di sperimentazione.
- Età di inizio: i dati più recenti confermano che la maggior parte inizia tra 13 e 15 anni; in media ESPAD riporta che ~15% degli studenti ESPAD nei paesi medi ha provato una sigaretta a ≤13 anni, mentre in Italia una porzione rilevante (in alcune rilevazioni oltre la metà dei giovani fumatori) ha iniziato a 14 o prima.
Punti chiave e numeri utili (con fonti)
- Dati storici 1950–2000: analisi su trend nazionali mostrano aumento di fumatori nelle coorti giovani (20–34) con picco intorno al 1980–85; ciò implica alta sperimentazione in adolescenza in quegli anni, anche se non ci sono indagini scolastiche standardizzate per gli anni ’50–’80.
- ESPAD / GYTS (2000–oggi): indagini su studenti 13–16 anni mostrano che la prima sigaretta è spesso a 13–14 anni, che le percentuali di sperimentazione per i 15–16enni sono state alte negli anni 2000 ma in calo negli anni 2010–2020, mentre l’uso di e-cig ha complicato il quadro recente.
- Esempio numerico recente: nel 2018/2019 le rilevazioni GYTS/ESPAD per l’Italia hanno riportato che circa 20–22% degli studenti (a seconda della definizione e indagine) aveva fumato tabacco almeno una volta; fumare quotidianamente era meno diffuso e in diminuzione.
- Età precoce: in diverse rilevazioni italiane la percentuale che ha provato la prima sigaretta a 14 anni è stata la più alta; una quota che ha provato prima dei 12 anni è stata stimata fino all’11.5% (massimo in anni precedenti), ma è scesa a ~6.8% in rilevazioni più recenti (2018).
Limiti e avvertenze
- Dati decennali sugli adolescenti sono poveri per i decenni 1950–1980. Per quegli anni le conclusioni sugli adolescenti si basano su inferenze da studi sulle coorti giovani-adulti e analisi storiche.
- Definizioni e fasce d’età cambiano: alcune indagini misurano 13–15 anni (GYTS), altre 15–16 anni (ESPAD), altre la popolazione ≥14 anni (ISTAT), quindi confronti diretti vanno fatti con cautela.
- Nuovi prodotti (e-cig, HTP): dal 2010 in poi il panorama cambia: calo delle sigarette tradizionali ma crescita di e-cig tra i giovani; molte rilevazioni recenti includono questi prodotti separatamente.
PelatodiMtimangioilcuore
ma infatti quella che hai quotato è l'ennesima cazzata di meteopalio.
ci sono fior fior di documentari dell'istituto luce e non con interviste ai bambini dell'epoca che già fumavano a 10 anni.
il fumo non solo non era sconsigliato, era ben più che spinto. fumavano TUTTI, ma proprio tutti. pensavano addirittura che facesse bene...
Si vis pacem, para bellum.
ah no? un bambino di 10 anni che non può andare ad allenarsi a calcio, basket, pallavolo, rinchiuso in casa con ansia e tutto quanto? con genitori che litigano (spaventoso aumento di divorzi post covid) e senza possibilità di uscire?
lo sai vero che la stragrandissima maggioranza dei problemi psicologici degli adulti derivano da traumi infantili?
non scherziamo dai... a 8-10-12 anni non sono mica rincoglioniti.
io allenavo a basket fino a due anni fa dai 12 ai 19 anni, il covid è stato una mazzata incredibile per quella generazione.
poi i dispositivi elettronici sono un altro discorso, sicuramente un'altra delle principali cause e son d'accordo con te, ma l'evidenziato è una cagata apotropaica.
Si vis pacem, para bellum.
poi son stato di manica stretta, per adolescenti di oggi si intende gente che va dai 15 ai 25 anni, a 25 anni so che non sono adolescenti ma sono super giovani.
Si vis pacem, para bellum.
qualcosa credo di avere imparato a suon d' esperienze, soprattutto sui giovani d'oggi, visto che lavoro nelle scuole dal 2001, dunque scusami tanto se mi parmetto di dire ovvietà come quella che i ragazzi di oggi sono straviziati, messi su piedistalli patetici, difesi a spron battuto fino a fare pena, la vita ridotta ad un gioco fino a quando non finisci la scuola... poi ovviamente, siccome una volta adulto (18 anni) nessuno può continuare a pararti il c*lo, al primo rifiuto (di una donna, di un datore di lavoro, ecc...) ti senti una divinità offesa, e non lo accetti... ovvietà che se non le ammetti, o lo fai apposta per darmi contro, o altrimenti hai dei seri problemi !!! felice di aver vissuto la gioventù negli anni 80- 90, quando al contrario arrivavi a 18 anni che eri una persona educata, rispettosa, e avevi già in mano le "chiavi della vita"... e paradossalmente il "gioco" veniva dopo, visto che trovavi lavoro statale, 2 mesi di ferie, villeggiatura, ecc...
e quanto alla sanità, sarà stata anche meno innovativa, ma 40 anni fa chiamavi il medico e veniva a visitarti a casa, e tempo 2 mesi facevi tutti gli esami, senza pagare niente (il ticket è stato introdotto credo nel 1989)
oggi...![]()
Ultima modifica di meteopalio; 12/11/2025 alle 20:02
Vedendo gli adolescenti di oggi ho cominciato a pensare che davvero sia colpa di quei dannati social network. La soglia dell'attenzione è calata in generale, servirebbe più capacità di problem solving.
Poi parliamoci chiaro, anche nella mia fascia di età il periodo del covid ha impattato tantissimo, ma mi pare che i problemi di salute mentale fossero più che altro emersi dalla situazione di stress, con effetti come problemi relazionali, ansia, disturbi alimentari... Più che i farmaci, in tanti abbiamo scoperto gli psicologi.
Fortunatamente tante persone ne sono uscite più consapevoli e forti di prima, anche le fasi negative sono importanti.
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
che non c'entra NIENTE col discorso che facevamo.
se lavori a scuola e pensi che un adolescente non abbia vissuto PEGGIO il periodo covid di un adulto grande e vaccinato, per favore, per il bene dei ragazzi, CAMBIA LAVORO.
anche perché se non sei in grado di rispondere nel merito, spero che non insegni....
ah, non so se nessuno te l'aveva già detto, l'esperienza del singolo non conta nulla ai fini statistici. così, giusto per ribadirlo...
40 anni fa l'aspettativa di vita era più bassa.
che poi adesso (ma anche prima....) la sanità faccia acqua su quegli aspetti non c'è dubbio, ciononostante le persone vivono più a lungo e più in salute perché comunque fa progressi.
Si vis pacem, para bellum.
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