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  1. #21
    Vento forte L'avatar di Nevizio
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Credo che ogni risposta a questo punto sia inutile...concludo (per fortuna)di essere fiero di essere tra coloro catalogato da lei come non intelligente a non avere capito le sue affermazioni...spero anzi sono sicuro che dio alla fine benedira' pure lei...
    Ultima modifica di Nevizio; 08/12/2020 alle 19:15

  2. #22
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    ah, ah bellissima Heinrich!

    e stupendo anche dopo: ho qualche perplessità solo su Amazon e sull'agricoltura biodinamica, per il resto, se potessi, di metterei una trentina di like.
    Carina e originale l'idea di conferire pieni poteri all'IA e di sospendere i diritti umani a "certe" persone, mi sa che te la rubo. Io avevo pensato più all'eugenetica: quando ciò sarà tecnicamente fattibile, intervenire direttamente sui cromosomi sbagliati dell'umanità e correggerli ....

    Mi fa piacere che questo mio topic abbia mosso un bel dibatitto.

    E' assolutamente falso che il comportamento e l'intelligenza umani siano predeterminati dai nostri geni.
    Ultima modifica di burian br; 08/12/2020 alle 18:38

  3. #23
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    stia tranquillo, signor Nevizio,
    la situazione è completamente sotto controllo, come penso abbiano compreso tutte le persone intelligenti che hanno letto la mia risposta.

    buona serata, riposi sereno
    Uno studio pubblicato sul "The Lancet" a Luglio stima che la popolazione mondiale raggiungerà un picco nel 2060 e poi si invertirà rapidamente, con la perdita di 1/2 miliardi di persone per semplice invecchiamento nel 2100. Saremo più di oggi, ma non di tanto, circa 8,8 miliardi secondo le stime attuali (se non ricordo male, ne parlammo in un altro thread).

    Il trend futuro è per la discesa della popolazione, e non vedo perchè sia necessario ricorrere ad altre pratiche eticamente controverse o aberranti, quali sterilizzazione di massa o imposizioni da figlio unico da governo cinese.

    L'evoluzione tecnologica è la chiave per risolvere i problemi: la dimostrazione è che se vivessimo come nel 1700, il mondo sarebbe già collassato qualche miliardo di persone fa, ma così non è accaduto perchè l'evoluzione della tecnologia ha consentito di estendere e rendere più efficienti le pratiche agricole nonchè la distribuzione mondiale di cibo e la sua conservazione.
    Se uniamo il tutto al naturale trend previsto per il futuro, alla diffusione di una sana educazione sessuale (che non significa solo distribuire a pioggia contraccettivi a tutti, ma anche insegnare a usare nei contesti e modi più appropriati la propria sessualità) e l'adozione di stili di vita meno occidentali e più volti alla frugalità senza il consumismo di oggi, non è affatto detto che il mondo andrà in malora.

  4. #24
    Vento forte L'avatar di Nevizio
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    E' assolutamente falso che il comportamento e l'intelligenza umani siano predeterminati dai nostri geni.
    Ciao,hai scritto una cosa che mi ha colpito molto,forse è ot,pero' poichè sei uno studente in medicina ti posso chiedere se l'intelligenza e il comportamento umano derivi in minima parte dalla componente genetica? Tutti abbiamo interessi su qualcosa questo puo' risiedere in qualche anfratto del nostro codice genetico?Grazie e scusate l'ot

  5. #25
    Uragano
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Uno studio pubblicato sul "The Lancet" a Luglio stima che la popolazione mondiale raggiungerà un picco nel 2060 e poi si invertirà rapidamente, con la perdita di 1/2 miliardi di persone per semplice invecchiamento nel 2100. Saremo più di oggi, ma non di tanto, circa 8,8 miliardi secondo le stime attuali (se non ricordo male, ne parlammo in un altro thread).

    Il trend futuro è per la discesa della popolazione, e non vedo perchè sia necessario ricorrere ad altre pratiche eticamente controverse o aberranti, quali sterilizzazione di massa o imposizioni da figlio unico da governo cinese.

    L'evoluzione tecnologica è la chiave per risolvere i problemi: la dimostrazione è che se vivessimo come nel 1700, il mondo sarebbe già collassato qualche miliardo di persone fa, ma così non è accaduto perchè l'evoluzione della tecnologia ha consentito di estendere e rendere più efficienti le pratiche agricole nonchè la distribuzione mondiale di cibo e la sua conservazione.
    Se uniamo il tutto al naturale trend previsto per il futuro, alla diffusione di una sana educazione sessuale (che non significa solo distribuire a pioggia contraccettivi a tutti, ma anche insegnare a usare nei contesti e modi più appropriati la propria sessualità) e l'adozione di stili di vita meno occidentali e più volti alla frugalità senza il consumismo di oggi, non è affatto detto che il mondo andrà in malora.
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  6. #26
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da Nevizio Visualizza Messaggio
    Ciao,hai scritto una cosa che mi ha colpito molto,forse è ot,pero' poichè sei uno studente in medicina ti posso chiedere se l'intelligenza e il comportamento umano abbia anche un minimo di compente genetica? una sorta (uno un termine probabilmente corretto)di predisposizione scritta nel nostro DNA? Tutti abbiamo interessi su qualcosa questo puo' risiedere in qualche anfratto del nostro codice genetico?Grazie e scusate l'ot
    C'è una predisposizione certamente, che però non è da intendere come "intelligenza" ma come maggiore efficienza enzimatica e biochimica. In altre parole, i neurotrasmettitori e le molecole coinvolte negli scambi tra neuroni sono più efficienti in alcuni soggetti, e quindi ciò costituisce una base per avere connessioni neuronali più efficienti rispetto ad altri individui.
    Serve anche che l'organo sia anatomicamente sviluppato correttamente, altrimenti nascono ritardi mentali. Alcuni sostengono che anche piccole diversità anatomiche tra cervelli possano contribuire al comportamento e all'intelligenza.

    Ma fondamentalmente l'intelligenza e il comportamento derivano dall'ambiente in cui cresciamo. Le nostre esperienze, ciò che apprendiamo, l'impegno che ci mettiamo, forgiano le stesse connessioni neurali intensificando i rapporti tra le varie aree cerebrali e sviluppandone maggiormente alcune: per fare un esempio, la parte del cervello deputata alla musica avrà una maggior quantità di connessioni in musicisti rispetto a chi non lo è.
    La plasticità neuronale comunque non è definitiva, ma può essere sfruttata nel corso dell'intera vita, ed è per questo che tutti possiamo apprendere e migliorare ovunque ci impegniamo.


    Se vivessimo in una giungla sin dalla nascita, estraniati dalla società umana, anche se avessimo tutte le predisposizioni più favorevoli, non diverremmo più intelligenti di un ritardato mentale probabilmente. Nè apprenderemmo il linguaggio, e il nostro comportamento sarebbe diverso dagli standard della società.
    Allo stesso modo, un individuo che non ha le stesse predisposizioni e quindi parte sfavorito può benissimo risultare più intelligente di chi invece avrebbe geneticamente tutti i crismi.


    Illuminanti in proposito sono gli studi dei gemelli omozigoti, cioè i gemelli che condividono il 100% del DNA. Tra l'altro loro crescono nello stesso ambiente culturale e familiare, quindi condividono anche i fattori ambientali di cui ti ho parlato.
    Ebbene, studi condotti per le più svariate patologie mentali non hanno mai trovato una corrispondenza del 100%. Se uno dei due manifesta schizofrenia, per dire, l'altro pur avendo il 100% del DNA in comune non è affatto detto che la manifesti (meno del 50% dei gemelli manifestano entrambi la schizofrenia):

    La schizofrenia e una malattia ereditaria? Psicologo-psicoterapeuta Roma sud, schizo

    Probabilmente incidono anche fattori epigenetici (l'epigenetica è una branca relativamente recente che studia come avviene la regolazione dell'espressione dei geni da parte delle proteine delle cellule), ma c'è sempre qualcosa che sfugge, e che ci dice che non esiste nulla di predeterminato, sebbene ci siano forti condizionamenti, e che il cervello e il rapporto con la mente resta pur sempre qualcosa che ci sfugge (checchè ne dicano alcuni neuroscienziati che già decretano la morte della filosofia della mente, io ci andrei cauto, ma qui scadiamo nel filosofico).

  7. #27
    Bava di vento L'avatar di Hydraulics
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da ldanieli Visualizza Messaggio
    Diamond e i suoi libri hanno influenzato tantissimo il mio pensiero, sono una lettura OBBLIGATA per capire queste cose. Tra l'altro una lettura piacevolissima.
    Come contributo a questo thread, per chi non lo conoscesse già, mi permetto di suggerire

    The collapse of complex societies
    Joseph Tainter
    Cambridge University Press

    disponibile solo in lingua inglese.
    "All models are wrong, but some are useful"
    George E. P. Box

  8. #28
    Vento forte L'avatar di Nevizio
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    C'è una predisposizione certamente, che però non è da intendere come "intelligenza" ma come maggiore efficienza enzimatica e biochimica. In altre parole, i neurotrasmettitori e le molecole coinvolte negli scambi tra neuroni sono più efficienti in alcuni soggetti, e quindi ciò costituisce una base per avere connessioni neuronali più efficienti rispetto ad altri individui.
    Serve anche che l'organo sia anatomicamente sviluppato correttamente, altrimenti nascono ritardi mentali. Alcuni sostengono che anche piccole diversità anatomiche tra cervelli possano contribuire al comportamento e all'intelligenza.

    Ma fondamentalmente l'intelligenza e il comportamento derivano dall'ambiente in cui cresciamo. Le nostre esperienze, ciò che apprendiamo, l'impegno che ci mettiamo, forgiano le stesse connessioni neurali intensificando i rapporti tra le varie aree cerebrali e sviluppandone maggiormente alcune: per fare un esempio, la parte del cervello deputata alla musica avrà una maggior quantità di connessioni in musicisti rispetto a chi non lo è.
    La plasticità neuronale comunque non è definitiva, ma può essere sfruttata nel corso dell'intera vita, ed è per questo che tutti possiamo apprendere e migliorare ovunque ci impegniamo.


    Se vivessimo in una giungla sin dalla nascita, estraniati dalla società umana, anche se avessimo tutte le predisposizioni più favorevoli, non diverremmo più intelligenti di un ritardato mentale probabilmente. Nè apprenderemmo il linguaggio, e il nostro comportamento sarebbe diverso dagli standard della società.
    Allo stesso modo, un individuo che non ha le stesse predisposizioni e quindi parte sfavorito può benissimo risultare più intelligente di chi invece avrebbe geneticamente tutti i crismi.


    Illuminanti in proposito sono gli studi dei gemelli omozigoti, cioè i gemelli che condividono il 100% del DNA. Tra l'altro loro crescono nello stesso ambiente culturale e familiare, quindi condividono anche i fattori ambientali di cui ti ho parlato.
    Ebbene, studi condotti per le più svariate patologie mentali non hanno mai trovato una corrispondenza del 100%. Se uno dei due manifesta schizofrenia, per dire, l'altro pur avendo il 100% del DNA in comune non è affatto detto che la manifesti (meno del 50% dei gemelli manifestano entrambi la schizofrenia):

    La schizofrenia e una malattia ereditaria? Psicologo-psicoterapeuta Roma sud, schizo

    Probabilmente incidono anche fattori epigenetici (l'epigenetica è una branca relativamente recente che studia come avviene la regolazione dell'espressione dei geni da parte delle proteine delle cellule), ma c'è sempre qualcosa che sfugge, e che ci dice che non esiste nulla di predeterminato, sebbene ci siano forti condizionamenti, e che il cervello e il rapporto con la mente resta pur sempre qualcosa che ci sfugge (checchè ne dicano alcuni neuroscienziati che già decretano la morte della filosofia della mente, io ci andrei cauto, ma qui scadiamo nel filosofico).
    Per prima cosa vorrei ringraziarti per la spiegazione per quando tecnica tuttavia del tutto comprensibile ed esauriente, hai una capacità di sintesi che ammiro.
    Io sono un padre di famiglia,appassionato di meteorologia ma anche con tanti altri interessi,chi mi conosce spesso mi pone sempre la stessa la domanda :come mai non faccio nulla affinchè mio figlio si avvicini ai miei interessi?...la mia risposta è sempre la stessa:-perchè lui deve essere se stesso non il mio clone,ma ogni qual volta do loro questa risposta dentro di me so che il comportamento i miei interessi la mia abnegazione nei campi che amo voglio o non voglio lo influenzano...ecco perchè ti ho fatto questa domanda.E sono contento che mi hai dato una spiegazione che in linea di principio sposa in pieno cio' che pensavo senza sapere pero'....e' un pò come l'essere umano io credo che la natura non debba dire cosa è giusto fare lo stesso essendone figlio avrà qualcosa di lei daltronde siamo fatti della stessa materia che lo vogliamo o meno credo ci sia una sorta di sintonia che non si puo' spezzare...e la natura stessa non uccide i suoi figli...per uccidere l'interpretazione del termine sta ad ognuno di noi...

  9. #29
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da Heinrich Visualizza Messaggio
    Il vero problema permane nell'idea e ideologia e sistema di pensiero ed economia che abbiamo creato in 2mila anni di civilizzazione.
    wow
    sono quasi commosso di trovare scritto questa frase
    sì, stiamo arrivando al punto di non ritorno ma per motivi che sono ben lontani da quelli proposti dall'attuale battage mediatico
    siamo prossimi a pensare che la tendenza a quello che viene definito come "egoismo" sia un tratto perverso proprio dell'essere umano da rimuovere a livello genetico
    veleggiamo in una dimensione schizofrenica nella quale ci autocollochiamo sul banco degli imputati come unica fonte delle distorsioni presente sul pianeta e allo stesso tempo rinfocoliamo una tendenza mai sopita, che tutt'oggi non toglie molto a quello che veniva scritto nell'antico testamento qualche millennio fa, a porsi se non come padroni quantomeno come custodi dello stesso
    mi sentirei di ribadire ancora una volta di più quali siano i danni che l'attuale approccio ontologico dell'uomo a tutto ciò che lo circonda implica nello sviluppo di questo come qualsiasi altro campo di indagine ma non vorrei che venisse fuori qualche altro sceriffo di Nottingham come quello di ieri sera
    correrò questo rischio

    mi preme sottolineare cosa mi spinge a rifiutare l'approccio di massa alla tematica, non per una mera e in fin dei conti futile (di fronte a questioni di ben altro ordine) pignoleria accademica ma perché nella società odierna l'eccesso di comunicazione a tutti i livelli dilaga, nel virtuale e nel reale, e corriamo sempre più facilmente il rischio di dimenticare cosa significhino le parole e i concetti che formano, che peso possiedono, quanto è importante misurarle e moderarle
    la proliferazione in eccesso di comunicazione impone più confusione dell'assenza stessa, cosa che è ancora una volta risultata palese nell'attuale contesto pandemico dove si è sentito tutto e il contrario di tutto
    pongo delle questioni già codivise in un altro td che sono intrinseche ai modelli di approccio e a cui non si bada nemmeno più ma che inevitabilmente finiscono per modulare il fondo di qualsiasi dibattito permeandolo di un antropocentrismo che non è ne più ne meno dannoso di quello che poneva l'uomo al centro dell'universo

    - naturale-artificiale: questa dicotomia che ormai accompagna dalla notte dei tempi il nostro modo di concepire la realtà è estremamente pericolosa e andrebbe finalmente superata
    l’uomo non è un organismo alieno, non è al di fuori della natura, ne è anch’esso un prodotto e risponde alle stesse leggi di qualsiasi altro essere vivente
    tutte le inclinazioni che ci siamo sempre rimproverati come rappresentassero qualcosa di innaturale dunque non sono altro che la più naturale delle risposte, una specie che persegue il proprio interesse e prolifera, con modalità innovative perché inedita è la capacità dell’essere umano di approcciarsi nei confronti dell’ambiente e sfruttarne le risorse
    quell’umanità innaturale che da sempre si associa con i meccanismi più istintivamente razionali che accompagnano ciascun essere vivente rappresenta proprio i valori con cui da sempre si identifica il concetto stesso di umanità: lungimiranza, altruismo, rinuncia del profitto sono capacità di cui da sempre ci fregiamo e che proprio perché animali come gli altri ci risultano così difficili da perseguire
    piuttosto che passare dal delirio di onnipotenza nel quale per secoli abbiamo visto tutto ciò che ci circondava in nostra funzione alla summa dei mali dell'universo forse dovremmo renderci conto di essere molto banalmente un tasello come un altro e in quanto tale ritrovare la nostra giusta dimensione
    solo partendo da questo approccio a mio avviso potremmo impostare un nuovo modello etico, che sia prima di tutto di concetto e metodo
    trovando il coraggio di metterci da parte e affrontare il nostro cammino focalizzandoci su noi stessi ed evitando di fare cortocircuito continuo addossandoci questioni ben più grandi di noi, secondo quella consapevolezza e coscienza profonda che sono i nostri doni più grandi

    - uomo cattivo e natura buona sono approcci del tutto fuori luogo
    qualsiasi ragionamento che implichi l’utilizzo di termini morali o etici rischia solo di essere fuorviante in un approccio naturalistico

    - equilibrio degli ecosistemi, a mio modesto avviso è un’aberrazione che non meriterebbe nemmeno di essere menzionata: in natura è proprio la mancanza di equilibrio che garantisce la vita, il suo sviluppo e il suo continuo rinnovarsi
    vedasi la discontinuità filogenetica o i fenomeni di estinzione che smuovono dalle nicchie ecologiche specie che precedentemente non avevano spazio per proliferare
    tutto ciò che si avvicina al concetto di equilibrio è staticità e staticità è assenza di vita (stato della materia allo 0 assoluto docet)

    - punto di non ritorno: riferito a cosa? al pianeta e agli ecosistemi? con le transizioni a cui il pianeta è abituato dalla notte dei tempi (e le transizioni spesso hanno tempistiche assai ristrette perché attivano tutta una serie di effetti domino o feedback se dobbiamo per forza essere anglofili che portano le transizioni ad accelerare) parlare di punto di non ritorno è veramente insensato, se si parla dell'attuale modello di sviluppo antropico potremmo ragionarci ma allora bisognerebbe togliere quel pesante mantello di ipocrisia nel quale la dicitura terra-ecosistema è soltanto uno specchio per le allodole
    la nostra proliferazione così efficiente e pervasiva negli ultimi tempi ci ha messo in una tale condizione da dover considerare qualsiasi forma di transizione più o meno drastico come un danno irreparabile
    così misuriamo le oscillazioni del livello del mare in cm considerandole già una catastrofe perchè abbiamo costruito buona parte dei nostri insediamenti sui litorali o addirittura sottratto tratti di terre che una volta facevano parte del mare, quando le transizioni climatiche del passato ce le hano confermate in decine di metri
    così andiamo a colorare con mappe dalle tinte tipicamente demoniache tutto ciò che si allontana da un mondo più freddo e oggettivamente e inequivocabilmente migliore quando ogni epoca climatica presenta le sue peculiarità, i suoi pro e contro, i suoi fenomeni "estremi" a scapito di altri (e al netto di questo la conta e il monitoraggio dei fenomeni estremi nell'epoca di internet social, satelliti e in cui vivono 8 miliardi di persone sparse in ogni buco di culo di questo pianeta non è che sarà un tantinello più efficiente di quella che avveniva anche solo 50 anni fa)
    e così en passant, anche se oggi giustamente non ci riconosciamo più, ricordiamoci pure che senza lo sviluppo tecnologico, la rivoluzione industriale, il modello di competizione tra sistemi che favorisce una continua e massiccia serie di investimenti per rimanere al passo non avremmo a disposizione il livello di consapevolezza attuale e gli strumenti per farci le seghe mentali sulle curve di oscillazione della bassa troposfera
    ad ogni modo, a mali estremi estremi rimedi
    il feedback definitivo qualora non fossimo in grado di risolvere i problemi che ci siamo creati sarà quello di fare ciao ciao a questo pianeta e si può star certi che da quel momento, in quello che geologicamente è il tempo di un battito di ciglia, della presenza dell'essere umano non se ne ricorderà più nessuno
    nel frattempo altre specie avranno ceduto il passo? direi che rappresenta anch'esso un falso problema considerando che la visione cristallizzata del giardino dell'eden l'evoluzionismo l'ha cancellata da un pò e per quanto possa essere un amante dei panda o degli orsi polari dovrei tener presente che nessun essere vivente si è mai fatto carico della scomparsa di suoi conterranei (si veda alla voce antropocentrismo "buono")
    esempio (modificazione della chimica atmosferica): noi respiriamo ossigeno, come la stragrande maggioranza delle forme di vita su questo pianeta da ormai un discreto lasso di tempo
    se non ci fossero stati i cianobatteri a imporre la loro legge e relegare in qualche nicchia ecologica delle profondità oceaniche gli organismi anaerobi la storia evolutiva della terra sarebbe stata un tantinello diversa
    qualcuno ha mai favorito lo sviluppo di un comitato a favore della restaurazione anaerobica perchè in fondo sono state le prime vittime della competizione biologica? avete mai visto in uno sciame di cavallette frange insurrezionaliste che esprimevano dissenso per la devastazione dell'ecosistema che andavano ad intaccare o un parassita provare empatia per il suo ospite?

    credo nel relativismo, nell'importanza che questo offre in tutti i campi e la storia dell'uomo ha insegnato cosa significa cedere alle lusinghe dell'assoluto specie quando ci si affida ad esso ciecamente
    e forse gioverebbe ricordare che da sempre la distanza che separa un eretico da un inquisitore è fin troppo breve
    io l'approccio modello Greta lo vedevo bene quando avevo meno della sua età e il nino del '98 mi avvicinò per la prima volta alla tematica
    immaginavo e speravo esattamente nelle medesime espressioni che si sono palesate sotto ai miei occhi in questi ultimi tempi
    va bene anche adesso per carità
    piuttosto di niente meglio piuttosto, si suol dire
    ma a oltre vent'anni di distanza, con quel briciolo di esperienza in più sulle spalle, gradirei che si facessero dei progressi un pò più consistenti rispetto a questi approcci

    ovviamente non da parte degli adolescenti ma di chi ha il diritto e prima ancora il dovere di sviluppare un livello di consapevolezza profonda a tutti in tutti gli strati sociali, invece di continuare una volta di più a giocare sul terrore fomentando continue distorsioni per paura che il celeberrimo popolino bue, se si cerca di andare un tantinello oltre al solleticamento degli istinti primordiali, non ci capisca una mazza (e chissà come mai, con questo andazzo)

    passare dal leone al fanciullo di nietzschiana memoria è chiedere troppo nel 2020(1)?
    Ultima modifica di Alessandro1985; 08/12/2020 alle 23:03
    C'ho la falla nel cervello


  10. #30
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: sovrappopolazione, clima, risorse

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    wow
    sono quasi commosso di trovare scritto questa frase
    sì, stiamo arrivando al punto di non ritorno ma per motivi che sono ben lontani da quelli proposti dall'attuale battage mediatico
    siamo prossimi a pensare che la tendenza a quello che viene definito come "egoismo" sia un tratto perverso proprio dell'essere umano da rimuovere a livello genetico
    veleggiamo in una dimensione schizofrenica nella quale ci autocollochiamo sul banco degli imputati come unica fonte delle distorsioni presente sul pianeta e allo stesso tempo rinfocoliamo una tendenza mai sopita, che tutt'oggi non toglie molto a quello che veniva scritto nell'antico testamento qualche millennio fa, a porsi se non come padroni quantomeno come custodi dello stesso
    mi sentirei di ribadire ancora una volta di più quali siano i danni che l'attuale approccio ontologico dell'uomo a tutto ciò che lo circonda implica nello sviluppo di questo come qualsiasi altro campo di indagine ma non vorrei che venisse fuori qualche altro sceriffo di Nottingham come quello di ieri sera
    correrò questo rischio

    mi preme sottolineare cosa mi spinge a rifiutare l'approccio di massa alla tematica, non per una mera e in fin dei conti futile (di fronte a questioni di ben altro ordine) pignoleria accademica ma perché nella società odierna l'eccesso di comunicazione a tutti i livelli dilaga, nel virtuale e nel reale, e corriamo sempre più facilmente il rischio di dimenticare cosa significhino le parole e i concetti che formano, che peso possiedono, quanto è importante misurarle e moderarle
    la proliferazione in eccesso di comunicazione impone più confusione dell'assenza stessa, cosa che è ancora una volta risultata palese nell'attuale contesto pandemico dove si è sentito tutto e il contrario di tutto
    ongo delle questioni già codivise in un altro td che sono intrinseche ai modelli di approccio e a cui non si bada nemmeno più ma che inevitabilmente finiscono per modulare il fondo di qualsiasi dibattito permeandolo di un antropocentrismo che non è ne più ne meno dannoso di quello che poneva l'uomo al centro dell'universo

    - naturale-artificiale: questa dicotomia che ormai accompagna dalla notte dei tempi il nostro modo di concepire la realtà è estremamente pericolosa e andrebbe finalmente superata
    l’uomo non è un organismo alieno, non è al di fuori della natura, ne è anch’esso un prodotto e risponde alle stesse leggi di qualsiasi altro essere vivente
    tutte le inclinazioni che ci siamo sempre rimproverati come rappresentassero qualcosa di innaturale dunque non sono altro che la più naturale delle risposte, una specie che persegue il proprio interesse e prolifera, con modalità innovative perché inedita è la capacità dell’essere umano di approcciarsi nei confronti dell’ambiente e sfruttarne le risorse
    quell’umanità innaturale che da sempre si associa con i meccanismi più istintivamente razionali che accompagnano ciascun essere vivente rappresenta proprio i valori con cui da sempre si identifica il concetto stesso di umanità: lungimiranza, altruismo, rinuncia del profitto sono capacità di cui da sempre ci fregiamo e che proprio perché animali come gli altri ci risultano così difficili da perseguire
    piuttosto che passare dal delirio di onnipotenza nel quale per secoli abbiamo visto tutto ciò che ci circondava in nostra funzione alla summa dei mali dell'universo forse dovremmo renderci conto di essere molto banalmente un tasello come un altro e in quanto tale ritrovare la nostra giusta dimensione
    solo partendo da questo approccio a mio avviso potremmo impostare un nuovo modello etico, che sia prima di tutto di concetto e metodo
    trovando il coraggio di metterci da parte e affrontare il nostro cammino focalizzandoci su noi stessi ed evitando di fare cortocircuito continuo addossandoci questioni ben più grandi di noi, secondo quella consapevolezza e coscienza profonda che sono i nostri doni più grandi

    - uomo cattivo e natura buona sono approcci del tutto fuori luogo
    qualsiasi ragionamento che implichi l’utilizzo di termini morali o etici rischia solo di essere fuorviante in un approccio naturalistico

    - equilibrio degli ecosistemi, a mio modesto avviso è un’aberrazione che non meriterebbe nemmeno di essere menzionata: in natura è proprio la mancanza di equilibrio che garantisce la vita, il suo sviluppo e il suo continuo rinnovarsi
    vedasi la discontinuità filogenetica o i fenomeni di estinzione che smuovono dalle nicchie ecologiche specie che precedentemente non avevano spazio per proliferare
    tutto ciò che si avvicina al concetto di equilibrio è staticità e staticità è assenza di vita (stato della materia allo 0 assoluto docet)

    - punto di non ritorno: riferito a cosa? al pianeta e agli ecosistemi? con le transizioni a cui il pianeta è abituato dalla notte dei tempi (e le transizioni spesso hanno tempistiche assai ristrette perché attivano tutta una serie di effetti domino o feedback se dobbiamo per forza essere anglofili Immagine
    che portano le transizioni ad accelerare) parlare di punto di non ritorno è veramente insensato, se si parla dell'attuale modello di sviluppo antropico potremmo ragionarci ma allora bisognerebbe togliere quel pesante mantello di ipocrisia nel quale la dicitura terra-ecosistema è soltanto uno specchio per le allodole
    la nostra proliferazione così efficiente e pervasiva negli ultimi tempi ci ha messo in una tale condizione da dover considerare qualsiasi forma di transizione più o meno drastico come un danno irreparabile
    così misuriamo le oscillazioni del livello del mare in cm considerandole già una catastrofe perchè abbiamo costruito buona parte dei nostri insediamenti sui litorali o addirittura sottratto tratti di terre che una volta facevano parte del mare, quando le transizioni climatiche del passato ce le hano confermate in decine di metri
    così andiamo a demonizzare con mappe dai colori tipicamente demoniaci tutto ciò che si allontana da un mondo più freddo e oggettivamente e inequivocabilmente migliore quando ogni epoca climatica presenta le sue peculiarità, i suoi pro e contro, i suoi fenomeni "estremi" a scapito di altri (e al netto di questo la conta e il monitoraggio dei fenomeni estremi nell'epoca di internet social, satelliti e in cui vivono 8 miliardi di persone sparse in ogni buco di culo di questo pianeta non è che sarà un tantinello più efficiente di quella che avveniva anche solo 50 anni fa)
    e così en passant, anche se oggi giustamente non ci riconosciamo più, ricordiamoci pure che senza lo sviluppo tecnologico, la rivoluzione industriale, il modello di competizione tra sistemi che favorisce una continua e massiccia serie di investimenti per rimanere al passo non avremmo a disposizione il livello di consapevolezza attuale e gli strumenti per farci le seghe mentali sulle curve di oscillazione della bassa troposfera
    ad ogni modo, a mali estremi estremi rimedi
    il feedback definitivo qualora non fossimo in grado di risolvere i problemi che ci siamo creati sarà quello di fare ciao ciao a questo pianeta e si può star certi che da quel momento, in quello che geologicamente è il tempo di un battito di ciglia, della presenza dell'essere umano sul pianeta non se ne ricorderà più nessuno
    nel frattempo altre specie avranno ceduto il passo? direi che rappresenta anch'esso un falso problema considerando che la visione cristallizzata del giardino dell'eden l'evoluzionismo l'ha cancellata da un pò e per quanto possa essere un amante dei panda o degli orsi polari dovrei tener presente che nessun essere vivente si è mai fatto carico della scomparsa di suoi conterranei (si veda alla voce antropocentrismo "buono")
    esempio: noi respiriamo ossigeno, come la stragrande maggioranza delle forme di vita su questo pianeta da ormai un discreto lasso di tempo
    se non ci fossero stati i cianobatteri a imporre la loro legge e relegare in qualche nicchia ecologica delle profondità oceaniche gli organismi anaerobi la storia evolutiva di questo pianeta sarebbe stata un tantinello diversa
    qualcuno ha mai favorito lo sviluppo di un comitato a favore della restaurazione anaerobica perchè in fondo sono state le prime vittime della competizione biologica? avete mai visto in uno sciame di cavallette frange insurrezionaliste che esprimevano dissenso per la devastazione dell'ecosistema che andavano ad intaccare o un parassita provare empatia per il suo ospite?

    credo nel relativismo, nell'importanza che questo offre in tutti i campi e la storia dell'uomo ha insegnato cosa significa cedere alle lusinghe dell'assoluto specie quando ci si affida ad esso ciecamente
    e forse gioverebbe ricordare che da sempre la distanza che separa un eretico da un inquisitore è fin troppo breve
    io l'approccio modello Greta lo vedevo bene quando avevo meno della sua età e il nino del '98 mi avvicinò per la prima volta alla tematica
    immaginavo e speravo esattamente nelle medesime espressioni che si sono palesate sotto ai miei occhi in questi ultimi tempi
    va bene anche adesso per carità
    piuttosto di niente meglio piuttosto, si suol dire
    ma a oltre vent'anni di distanza, con quel briciolo di esperienza in più sulle spalle, gradirei che si facessero dei progressi un pò più consistenti rispetto a questi approcci

    ovviamente non da parte degli adolescenti ma di chi ha il diritto e prima ancora il dovere di sviluppare un livello di consapevolezza profonda a tutti i livelli sociali, invece di continuare una volta di più a giocare sul terrore fomentando continue distorsioni per paura che il celeberrimo popolino bue, se si cerca di andare un tantinello oltre al solleticamento degli istinti primordiali, non ci capisca una mazza (e chissà come mai, con questo andazzo)

    passare dal leone al fanciullo di nietzschiana memoria è chiedere troppo nel 2020(1)?
    D'accordo su molti aspetti, anche se su altrettanti non è così, ma scenderemmo nel filosofico
    Credo che l'antropocentrismo infatti abbia paradossalmente una componente naturale: è una nostra intrinseca tendenza quella di vederci "altro" dal resto, che siano altri popoli o gruppi, oppure la natura. Chiedere di vincerla è troppo, proprio perchè è naturale sentirci così.
    E d'altro canto è anche vero che abbiamo qualcosa di più del resto della natura che ci circonda.

    Quel che dobbiamo abbandonare è l'antropocentrismo esasperato, quello per cui noi siamo i padroni del mondo, che emerge anche quando ragioniamo del pianeta in funzione unicamente di noi, come dici con un'ottima immagine autosedendoci nel banco degli imputati in un processo da noi medesimi indetto.

    Sostituirlo con un antropocentrismo differente, in cui siamo parte integrante della natura ma riconosciamo la nostra forte influenza nel complesso del creato (qui usato come sinonimo di natura tutta) potrebbe essere una soluzione.
    Tra l'altro dipende da che accezione diamo ad antropocentrismo: se è la versione per la quale tutto è in nostra funzione o la versione più "semplicistica" per la quale viviamo la nostra vita ponendo giustamente i nostri interessi di specie di fronte agli altri, tendenza tra l'altro naturalissima (una cavalletta, se fosse razionale, sarebbe sicuramente "cavallettocentrica" visto che pensa solo alla sua sopravvivenza non importandosene della natura circostante stessa) ma ragionandoci sopra.

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