Concordo sul fatto che un'operazione invasiva come la sterilizzazione femminile presenti troppi rischi, soprattutto in contesti con condizioni igieniche precarie.
Però, ti prego, non confrontarmela con l'infibulazione.
Ebbene, sì, ci indigniamo perché non solo c'è il rischio intrinseco, la brutalità del rito praticato su bambine spesso in contesti domestici- stiamo parlando di rito, non di pratica medica, e questa è una prima differenza - e la mutilazione, tutti elementi non accettabili; qui c'è anche la totale inutilità della mutilazione, o meglio ancora, la deliberata esecuzione per impedire alla donna adulta una normale vita sessuale. Cosa quest'ultima che, in certe culture, è ancora una cosa vietata all'universo femminile, concepito solo come incubatrice a cui togliere il sigillo di garanzia quando serve riprodursi, per poi riapplicarlo, per maggior sicurezza.
Tutto questo va ben oltre il semplice operare per evitare ulteriori nascite dopo i primi due (o altro numero) figli.
E' proprio un altro pianeta.
Da quello che sento qui intorno, pare che non sia così facile nemmeno da noi, figurarsi in Africa...
Il confronto lo ponevo sul piano puramente "corporale": l'idea di intervenire sul corpo femminile insomma, quando non servirebbe, oltre alla questione dell'evidente discriminazione sessuale visto che si operano solo donne e non uomini (su cui l'intervento sarebbe anche molto più banale, letteralmente un taglietto superficiale).
Ovviamente il tutto si ferma lì, l'infibulazione è pratica aberrante indipendentemente da tutto. Un tubectomia invece no.
Diciamo che almeno per quanto riguarda la fertilità ciò non costituisce un problema per lo meno, visto che l'Italia è tra i paesi che fa meno figli.Da quello che sento qui intorno, pare che non sia così facile nemmeno da noi, figurarsi in Africa...
Sul piano della prevenzione delle malattie invece non ho informazioni, ma di certo bisogna incentivarne l'uso in contesti dove la sicurezza non c'è.
D'accordo; non volevo dire che in Italia sia un problema. Semplicemente notavo come sia difficile educare in quel senso anche in un paese "evoluto", con un tasso di scolarizzazione relativamente alto e con buone condizioni socioeconomiche (rispetto all'Africa attuale, e al recente passato locale).
Il retaggio culturale - da noi quello di paese culla del cattolicesimo - e la pigrizia/comodità individuali sono molto difficili da superare, a quanto pare. Tutto qui.
confermo.
Per esperienza personale posso dirvi che c'è ormai molta più consapevolezza e utilizzo del condom tra gli omosessuali qui in Italia (dovuta ai decenni di HIV/AIDS tra anni 80 e primi anni 90 e poi a fortissime campagne di sensibilizzazione avvenute negli ultimi 10/15 anni) che tra gli eterosessuali. E chi non fa utilizzo del condom comunque ha una consapevolezza maggiore di prima e magari utilizza altre tecniche quali la PREP (che copre dall'infezione da HIV ma non dalle altre MTS).
Tra i miei amici eterosessuali, invece, è molto più comune che anche in contesti di "one-night stand" l'utilizzo del condom sia davvero marginale e praticamente non considerato. Spesso con situazioni in cui ho avuto amiche che mi dicevano "ah ma perché queste malattie posso prenderle anche io?"
quindi ecco, concordo con te @alexeia
C’è una soluzione comunque senza sterilizzazioni e carestie:
la parità di genere, nn so se mi spiego
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economia, modelli, mercato, finanza
Quante parole!
Se non sai come mantenere i tuoi figli, uomo, basta che vieni fuori.
Questo lo sanno tutti in tutte le culture e non costa nulla.
La donna può anche volerli i 5 figli, ma se li sogna.
Ma mica li mantengono i figli.... gli uomini.
Ingravidano e basta. Poi se la vede la donna.
In Africa è normale fare figli con piu donne semplicemente perchè così gli va di fare.
Non lo dico io, è quanto mi è stato raccontato dagli emigranti.
Che sia vero o falso non ho visto con i miei occhi, è comunque verosimile visti gli effetti.
Credo si vada verso un mondo a compartimenti stagni con equilibri fragili, e difficoltà a mantenere i ritmi di uscita dalla povertà di cui hanno beneficiato in parecchie parti del mondo in questi ultimi anni.
Carlo De Benedetti ieri presagiva scenari tragici già a brevissimo.
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Infatti, la differenza sostanziale tra l’eccessiva natalità nostrana di un tempo e la loro è che nel primo caso si facevano figli per “necessità di manodopera per poter portare a casa da mangiare” (motivo poi decaduto con lo sviluppo, che è stato infatti accopagnato da un drastico calo) mentre nel secondo li fanno per ego. Questa mentalità non la togli nel breve periodo soprattutto se i primi a non voler cambiare sono loro, quindi per me il discorso educazione sui metodi contraccettivi è valido solo a lungo termine, nel breve all’atto pratico concordo con snowalholic, l’unico plausibile sarebbe la sterilizzazione su base volontaria quantomeno.
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