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    Vento forte L'avatar di galinsog@
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    Predefinito Re: Dialetti e lingue d'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da AbeteBianco Visualizza Messaggio
    In Svizzera dagli anni '30 la piccola minoranza di lingua Romancia dei Grigioni (simile al Ladino) è stata elevata a lingua nazionale, questa comporta che debba essere sistemata anche ad un certo livello istituzionale.
    Come altre lingue anche questa presenta delle varianti (mi sembra 4 o 5) che però formano un continuum su singole aree geografiche.

    C'è stato l'esperimento di creare il Rumantsch Grischun come versione franca, ma dopo decenni si constata che è risultata un fallimento perché non applicata e sentita dai parlanti delle singole varianti locali.
    Il Rumantsch Grischun ha "fallito" -
    RSI Radiotelevisione svizzera


    Invece un altro esempio: Come detto prima, io parlo un dialetto ticinese neutro che non ha distinzioni locali, una koiné.
    Ma di fatto si è appunto creata una koiné durante i secoli scorsi quando iniziavano ad esserci molti scambi tra le varie zone del cantone, ed anche per motivi di numero a causa di pochi parlanti delle moltissime varianti locali.
    Questa koiné viene molto applicata a scapito spesso delle parlate dei singoli villaggi, però a differenza dell'esperimento del romancio non ha regole e non c'è neanche tanto una forma scritta, è piuttosto una trasmissione orale che effettivamente funziona.

    Invece un altro esempio ancora: Nella Svizzera tedesca sono impiegati a livello orale quasi esclusivamente i dialetti, ma non esiste una forma comune, piuttosto ho idea che ognuno cerca di farsi intendere dall'altro nella propria variante.
    Di fatto la "tutela" dei dialetti funziona solo dove questi ultimi sono ancora parlati correntemente dalla maggioranza della popolazione, a quel punto mantengono anche la loro vitalità senza bisogno di misure normative, vedi il caso che hai citato dei dialetti della Svizzera tedesca o quello per molti aspetti curiosamente simile di certe aree del Veneto, come quella di natale2008 e più in generale di alcuni territori periferici. In questi casi la lingua locale è ancora sufficientemente forte da mantenere le sue pecurialità e le sue differenziazioni territoriali, anche su scala molto piccola. Altrove viene progressivamente sostituita da altro e non solo per questioni di praticità (farsi capire da chi arriva da fuori) ma anche per ragioni di "prestigio sociale"... Aggiungo anche, mia idea personale e dunque discutibile, che il primo passo che porta all'abbandono del dialetto è la sua "omogeneizzazione", anche quando a far da modello è il dialetto del capoluogo (per normali fenomeni di pendolarismo lavorativo/scolastico) o una koiné dialettale costruita a tavolino ché, in quest'ultimo caso, se non vi sono altre motivazioni, la koiné tenderà ad essere rigettata (vedi il caso del romancio "standardizzato") o al massimo affiancherà la lingua nazionale...

    P.S. hai dettagli della situazione del romancio in Engadina? Perché se da un lato è visibilissima la sua presenza "pubblica" (dai cartelli stradali agli avvisi pubblici delle autorità cantonali) le poche volte che ci sono stato ho (quasi) sempre sentito parlare solo in tedesco...
    Ultima modifica di galinsog@; 10/01/2023 alle 22:39

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