Ieri è caduto il sessantaduesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine e ancora una volta il presidente del Consiglio era assente alla cerimonia commemorativa con il capo dello Stato Ciampi. Berlusconi, infatti, in tutti questi anni si è sempre tenuto lontano dal doloroso ricordo di quell'atrocitÃ*. Ieri, però, sulla sua assenza ha pesato anche un altro macigno, come hanno giustamente sottolineato vari esponenti del centrosinistra, a cominciare dai Ds. E cioè il fatto che per le prossime politiche il Cavaliere si è fatto garante e promotore di un accordo tra il centrodestra e un manipolo di neofascisti sparsi tra Alternativa sociale, in cui spiccano i filonazisti di Forza Nuova, e Fiamma Tricolore. Non si tratta di fare dell'antifascismo militante, quanto piuttosto di ribadire i paletti fissati dalla nostra Costituzione. A questo punto, però, viene fuori anche un'evidente contraddizione tra il Berlusconi assente di ieri e il Berlusconi che va al Congresso degli Stati Uniti e infila nel suo discorso la gratitudine italiana per gli americani che ci liberarono dal nazi-fascismo. Quasi quasi ci sorge il dubbio che in materia il premier si divida tra opportunismo e mancanza di una solida cultura politica.
Infine, il Cavaliere antifascista a intermittenza significa anche un'altra cosa. E cioè che sia tutta una bufala la leggenda del premier sdoganatore del missino Fini. Dopo l'assenza di ieri, ormai siamo certi: l'attuale vicepremier e ministro degli Esteri si è sdoganato da solo, con una parabola che lo ha portato da Fiuggi a Gerusalemme. In Israele, dopo aver visitato lo Yad Vashem, Fini pronunciò una frase passata alla storia: «Il fascismo è stato il male assoluto». Ecco, una cosa del genere Berlusconi non l'ha mai detta. Avrebbe potuto farlo ieri, ma era assente.
senza dubbio!!!
ChissÃ* perchè la mancata partecipazione di Prodi ai cortei contro i no global a Milano ha fatto un attimino più notizia. Maledetta informazione televisiva.Originariamente Scritto da Epurato
Fuoco alla televisione!
Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
Per un semplice motivo: non fa più notizia Berlusconi non presente alle fosse Ardeatine (per la tv).Originariamente Scritto da altropianeta
per essere più seri del premier(miseria che brutta parola tra l'altro)non credo che ci vada molto comunque...personalmente trovo più serio un comico di Zelig che Berlusconi.
Ci vuole l'Atlantico!
"Per quanto io sia paziente di perturbata con clacson a prescindere, tu mi hai veramente ovombolato il cipollotto aspergicato." Ciao Tub!
Grande intervento di Fini...
"Berlusconi è il leader della Casa delle LibertÃ*, almeno fino al 10 aprile. Se An avrÃ* un consenso tale da farne il partito di maggioranza relativa all'intero della coalizione, ovviamente qualora la Casa delle LibertÃ* dovesse vincere, allora a Palazzo Chigi andrÃ* il leader del partito che prenderÃ* più voti". Sono le parole del vice premier, Gianfranco Fini a Chieti, a margine di una manifestazione elettorale.
Il vicepremier ha poi approfondito il discorso legato alla legge elettorale approvata dal centrodestra e che, modificando il maggioritario, ha abolito il sistema di preferenze: "E' vero che senza preferenze le liste le decidono in qualche modo le segreterie dei partiti ma e' altrettanto vero che, soprattutto nel Meridione, la preferenza e' formidabile veicolo di corruzione, di clientela, di moltiplicazione delle spese".
"Siccome dobbiamo anche moralizzare la politica - ha aggiunto Fini - io non so se abbiamo fatto bene a togliere la preferenza o se avremmo fatto bene metterla, in ogni caso ci sono pro e i contro. Io rimango del mio avviso: i partiti, nel momento in cui fanno le liste, si assumono la responsabilita' e quindi presentano all'elettorato delle liste che vengono accettate o respinte con la scelta che sempre e comunque spetta all'elettore".
"Rimettere la preferenza - ha detto ancora il vicepresidente del Consiglio - avrebbe creato soprattutto nel Meridione un ulteriore elemento di degrado della vita politica: penso soltanto alle spese che vanno alle stelle, ai rapporti che si creano di clientela. Non ho nostalgia di quella pagina con le preferenze", ha concluso ricordando che "la legge elettorale e' lo strumento attraverso il quale si misura il consenso"
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