Ciao,
adesso scriverò una cosa che farÃ* inorridire chi pensa che un ambientalista "ami la natura" a prescindere.
A me non me ne frega niente se in Italia ammazzano i cinghiali ungheresi, le lepri argentine, i daini della mesopotamia i canguri e gli struzzi; come non me frega allo stesso modo se abbattono i cipressi della virginia i cactus messicani (specie quelli in alcune ville in Sardegna) o gli abeti dell'Himalaya.
Certo che l'uomo deve mangiare anche il pollo, la mucca la trota e l'orata. Raccogliere e usare i frutti (intesi come prodotti da un qualsiasi essere vivente) che la natura ci da non è innaturale. E' innaturale invece costringere le specie in situazioni che non sono quelle dettate dall'evoluzione, interrompere la catena delle interiazioni fra specie siano esse alimentari o biologiche; trasformare i processi naturali secondo i nostri interessi fregandosene dei risultati.
Quello che mi domando in queste situazioni è: a cosa serve questa azione, a chi, quali sono le conseguenze, e, soprattutto, ne vale la pena?
Ciao
Marco Pietroni
Montemarciano An
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