Il tuo intervento ha messo in luce un punto che avevo dimenticato, e che è molto importante.
Se le nuove rendite catastali per i centri storici, saranno vicine al valore reale, così non sarà per le zone montane, o zone periferiche delle città , che hanno valore commerciale molto basso, e si troveranno tra capo e collo valori alle stelle( già sta succedendo da alcuni anni).
Quindi chi vende, sarà costretto( come già succede) a dichiarere un valore più alto di quanto incassa, al solo scopo di non avere accertamenti da parte dell'Agenzia delle Entrate
Notte![]()
PS
e questo discorso vale anche per i terreni.
Dal 4 luglio scorso(Bersani-Visco), qualunque valore dichiarato, anche di terreni agricoli, può essere contestato dall'Agenzia delle Entrate e quindi accertato.
![]()
aveva un maglione da comunista con le tarme che cantavano bandiera rossa!
se tu hai una mela e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea,
e ce le scambiamo allora abbiamo entrambi due idee.(g.b.shaw)
Apro posito,ai riaprito laeroporto che son tutti incazzati come dei bepponi alla festa dell'unità? (Alby)
eh eh ottimo,io che ho una casa di 330 mq con 4000 mq di giardino sarò costretto a venderla?pago poco di ici perchè è dispersa in campagna,non arriva ne rete metenifera ne acqua potabile,ma se dovesse essere adeguata la rendita catastale al valore di mercato...![]()
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
Esattamente, proprio quello che dicevo a inizio thread.
Quella famiglia si aspetta un aumento di 1000 euro per 90mq di casa.
Fate un po' voi.
MA TANTO LE TASSE NON AUMENTERANNO
State tranquilli.
PS: chi aveva fatto i conti sul risparmio IRPEF? Quanto era... 30-40 euro?
Stefano Giorgetti
always looking at the sky
L'unica persona a cui mi sento superiore è me stesso del giorno precedente.
~always looking at the sky
Stefano Giorgetti
always looking at the sky
Stefano Giorgetti
always looking at the sky
di Felice Manti (Il Giornale):
Per due milioni di famiglie l’Ici (Imposta comunale sugli immobili) costerà in media ottanta euro in più. Colpa della Finanziaria, che ha «regalato» ai Comuni il controllo sul Catasto dal prossimo 1° novembre. E colpa dei Comuni che cercano così di fronteggiare i tagli ai fondi erogati dallo Stato attraverso l’introduzione della tassa di scopo, l’aumento delle addizionali Irpef (in alcuni casi raddoppiate) e appunto dell’Ici. Ecco perché, otto mesi prima di entrare ufficialmente in possesso del Catasto, le amministrazioni comunali hanno già iniziato a riorganizzare le tipologie immobiliari delle abitazioni, suddivise in undici categorie, da A/1 (case di lusso) ad A/11 (case tipiche dei luoghi, come i trulli) passando per A/3 (abitazione di tipo economico), A/7 (abitazione in villini) fino ad A/10 (gli uffici). In molti casi queste tipologie abitative sono ferme agli anni Trenta.
Dalla stangata, in teoria, saranno esenti le prime case, visto che alcuni Comuni hanno annunciato detrazioni per l’abitazione principale. L’amministrazione comunale di Napoli, per esempio, ha previsto un bonus di 155 euro per la prima casa, che azzererebbe un eventuale rincaro. Altri comuni come Milano pensano invece di abolire l’Ici sulle prime case.
di Saverio Fossati (Il Sole 24 Ore)
L'appuntamento di novembre spaventa sempre più una parte della proprietà ma il Governo è deciso ad andare avanti. Il passaggio del Catasto ai Comuni segnerà comunque l'attraversamento simbolico del guado delle responsabilità, che se di fatto resteranno all'amministrazione centrale per quanto riguarda gli estimi (certo con la partecipazione dei municipi), condurranno gli amministratori locali a considerare con maggiore serietà gli strumenti a loro disposizione per perequare le mille ingiustizie delle rendite.
Non si tratta infatti solo di ricondurre alla ragione i (numerosi) contribuenti che si sono scordati di dire al Catasto che ormai il bagno lo hanno installato; le case di righiera, scomodo asilo di umili famiglie operaie, sono ormai accattivanti miniappartamenti alla moda. Adesso è ora di riordinare una situazione che ormai presenta i tratti del caos. Nel quadro complessivo del patrimonio abitativo italiano la massiccia presenza di immobili rurali o ultrapopolari non è, infatti, la sola stranezza.
Basta dare un'occhiata alla suddivisione per Regione per chiedersi, per esempio, come mai in Campania le case di lusso siano il 12% in più che in Lombardia, Regione che non a torto è considerata più florida. O perché in Liguria, dove il primato nelle ville (il 22% del totale italiano!) è forse comprensibile, ci siano ben 6mila case «signorili», mentre la Lombardia e il Veneto restano inspiegabilmente indietro. E in Basilicata, dove ci sarebbero solo 28 ricchi (lo 0,07%) nelle case signorili e neppure una villa o un palazzo storico?
Per non parlare dell'altra grande questione aperta: un milione di fabbricati (non abitazioni) rurali, cioè le case rustiche, molte delle quali, ora, ambitissime residenze di campagna assai confortevoli, addirittura prive di rendita (e di tasse) e neppure comprese nel conteggio generale.
È evidente che ci sono molte situazioni da rimettere in ordine, agendo da subito, senza aumentare le tasse a chi già le paga ma semplicemente recuperando gettito evaso.
Si può discutere della legittimità dell'Ici, si può sottolineare che i proprietari (quelli corretti) pagano troppe imposte, si può temere (giustamente, stando all'attuale dettato del Ddl Ac 1762) che la futura revisione degli estimi porti a considerare solo i valori e non la redditività reale. Ma su una cosa non si può discutere: che la legge vada rispettata e che categoria e classe attribuite debbano corrispondere alla situazione reale dell'immobile, con tutte le conseguenze del caso.
Il caso delle A/5 e delle A/6 sarà solo il più facile da risolvere, quando i Comuni metteranno mano davvero ai dati catastali e li incroceranno con i loro. Un'operazione forse non piacevole per alcuni, ma certamente necessaria.
Segnalibri