
Originariamente Scritto da
albedo
Inizio a odiare il mio lavoro. Non tanto perché tutti ne parlano male (non me ne frega niente), ma perché non mi consente di fare una, dico una sola cosa extra che non sia improvvisata, confinata in orari e giorni impossibili, per lo più solitaria perché nei medesimi giorni ed orari le persone "normali" lavorano o dormono, o magnano o svolgono altre attività e funzioni più o meno nobili e necessarie.
- Il 27, 28 e 29 aprile c'è il mega appuntamento meteo, con raduno congiunto. Figuriamoci se non ci verrei volentieri... Ma il mio collega va in ferie (già prenotate in nave) ed io e lui siamo complementari, anche per la domenica: non possiamo mancare contemporaneamente.
Se va bene posso prendere un giorno libero il 27 o 28 e seguirmi qualche conferenza. Nel qual caso dovrei litigare con la famiglia, in quanto nell'unico giorno libero che ho (compresi 25 aprile, festa e la domenica 29) me ne vado per i cazzi miei.
- Negli ultimi due anni ho già dovuto rinunciare alla Smi, a cui ero iscritto, perché fanno raduni e pranzi unicamente il sabato e la domenica, quando l'80% degli italiani è notorioramente libera. Io quasi mai...
- Nell'ultimo anno ho dapprima diminuito, poi interrotto del tutto la mia attività giornalistica in campo meteo. Ho dovuto rinunciare al Magazine, di cui ero caporedattore, perché non avevo più tempo neppure per rileggere e inserire articoli degli altri (a meno di non fare nottata, come ho fatto inizialmente).
- Non vi dico le cene, i ritrovi, gli appuntamenti a cui ho dovuto rinunciare negli ultimi anni, perdendo occasioni e amici.
- Ancora non ho perso la moglie, ma ci manca poco...
prosit

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