Citazione Originariamente Scritto da bugigio Visualizza Messaggio
E' qui il punto delle mie domande che sembrano fatte a caso.
Alto differenziale di tassi di interesse (USA>EURO) vuol dire alto deprezzamento atteso del dollaro? C'e' una regolina teorica (parita scoperta dei tassi) che viene insegnata ai manager che dice che e' cosi'. I dati dicono che e' cosi' IN MEDIA, ma per lunghi periodi di tempo NO. Cioe' per lunghi periodi di tempo possiamo vedere tassi USA alti contro tassi EURO bassi, e contemporaneamente un dollaro forte.

Cosa c'e' che non va? Cosa entra nel discorso che la parita' scoperta dei tassi non considera? Sono delle variabili reali (PIL e cose varie) o variabili finanziarie (magari i prezzi di qualche altro strumento..., o magari, e questo potrebbe essere interessante, la curva intera dei tassi, non solo i tassi a breve...)? Opinioni graditissime da tutti!


Premesso che cio' che scrivero' ora non e' il verbo ma solo considerazioni piuttosto generali (e che quindi non possono rappresentare delle sicurezze x il futuro !), ormai le valute mondiali principali ($, Euro e Yen) si muovono forse piu' su fondamenti finanziari/economici che di mero differenziale dei tassi.

Ne e' prova che a fronte di tassi di interesse che nel 2002 se non ricordo male in USA scesero al sino all'1%, il $ allora era molto piu' forte di ora, con tassi di oltre una figura sopra l'area euro !

Certo, si e' imputata la debolezza del $ in primis al forte debito pubblico americano, ma anche questa forse e' piu' una scusa visto che comunque l'economia USA almeno sino ad ora e' marciata piuttosto bene.

Forse, allora, una delle cause delle debolezza del $ va anche ricercata nelle complesse operazioni di speculazione finanziaria di chi ricerca rendimenti maggiori rispetto alla tranquillita' magari di un tresury USA (titolo di stao americano).

Ecco quindi che le immani operazioni di carry trade che da tempo ormai impazzano sul mercato hanno forse indebolito e mantenuto debole il $ piu' dei suoi stessi fondamentali: ricordo che sovente con queste operazioni si va a vendere titoli di stato (e quelli USA rappresentano una larga fetta del mercato mondiale) e poi magari indebitarsi ulteriormente magari in valute con tassi di interesse bassi (Yen, ad esempio), utilizzando tutti i proventi x operazioni con ritorni sulla carta decisamente maggiori, seppur piu' rischiosi (la borsa cinese ad esempio, a detta dei piu' fatta volare anche x queste operazioni !).

Casualmente poi, nel momento di crisi dei mercati, si e' infatti visto una (x ora solo momentane !) rapida inversione del trend con il $ a recuperare figure sull'Euro: ovviamente quando il giochino si inceppa ecco che tutti chiudono tali operazioni a rischio ritornando su quello che comunemente viene chiamato fly to quality, ovvero acquisto di titoli con rating elevato e sicuro (titoli di stato, americani in primis vista l'elevata carta in circolazione !).

E' successo anche pochi gorni fa, ma la ripresa del $ e' durata poco causa in primis l'elevata iniezione di liquidita' attuata (ancor oggi !) dalla Fed, nonche' forse ancora ad operazioni aperte diciamo speculative.

Insomma, il mercato e non i fondamentali sembrano ormai sempre piu' muovere i numeri, anche sulle valute: questa e' una cosa che, non ti nascondo, da tempo mi lascia un po' a pensare...