un po' di numeri tratti da Wikipedia

I punti della proposta di legge popolare [modifica]

  • Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.
  • Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente.
  • I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta
Le critiche all'iniziativa [modifica]

Il V-Day ha ereditato per il primo punto le critiche già formulate contro l'iniziativa Parlamento pulito, che viene concretizzata nel punto relativo all'ineleggibilità retroattiva alla carica di parlamentare di chiunque sia stato condannato in via definitiva per un qualunque reato. Queste critiche, esplicitate in maggioranza nel documento pubblicato sullo stesso blog di Grillo con le risposte dei parlamentari, consistono nei seguenti punti:
  • Inclusione, oltre ai condannati a reati molto gravi (corruzione, favoreggiamento, omicidio), anche di reati di minore entità che comunque comportano l'allontanamento temporaneo dai pubblici uffici, ad esempio il fallimento. Nel testo della legge presentata la non eleggibilità comprende tutti i reati detentivi con pena superiore ai 10 mesi.
  • Dubbia compatibilità con il principio giuridico secondo il quale la pena espiata restituisce il condannato alla cittadinanza piena, seppur che di diversa lettura è la partecipazione ad alcune cariche di pubblica utilità (quali Esercito, Polizia, ...) le quali richiedono, tra i prerequisiti, di "non avere riportato condanne per delitti non colposi e non essere stati sottoposti a misure di prevenzione" [2]. Ciò imporrebbe dunque, per una questione morale l'obbligo di estendere questi requisiti a classi politiche, in quanto "alte cariche dello stato"
  • Incompatibilità con il principio della presunzione d'innocenza di un imputato finché non subisce una condanna definitiva dopo i tre gradi di giudizio. Si noti che anche il patteggiamento, incluso invece nel testo della legge, non costituisce una condanna.
  • Una minore esperienza politica dei parlamentari e delle cariche al governo, tale da portare ad una sensibile riduzione della efficienza complessiva dalla macchina politica.
  • La possibilità di aumentare i casi di clientelismo, specie al sud Italia.
  • Il sospetto che l'intera operazione sia una campagna elettorale per l'entrata in politica di Grillo, magari con l'Italia dei Valori, durante le elezioni amministrative del 2009 (dall'edizione cartacea di Libero e Il Giornale). Grillo ha risposto prontamente nell'aggiornamento dell'8 settembre: "Ieri Santagata, il ministro per l'attuazione del programma, ha detto che sarei in campagna elettorale :"Beppe Grillo sta pensando a formare una lista per le prossime elezioni, quelle europee del 2009". Non hanno capito niente. I partiti sono incrostazioni della democrazia. Bisogna dare spazio ai cittadini. Alle liste civiche. Ai movimenti. Viviamo in partitocrazia, non in democrazia."

Campagna spontanea su Internet [modifica]

L'iniziativa è stata una delle prime di natura politica in Italia ad utilizzare come mezzo di diffusione principale Internet (escludendo l'uso indiscriminato di spam nell'ottobre 2000 da parte della Lista Bonino) e dei suoi numerosi servizi gratuiti utilizzati in modo virale e spontaneo da parte di comuni cittadini: la campagna si è servita di Meetup, Flickr, Google Maps e YouTube, oltre che dei blog personali, dei forum, etc.
Secondo Grillo e i suoi sostenitori l'uso di Internet e l'impegno della gente comune è stato non solo utile allo sviluppo dell'iniziativa, ma indispensabile per superare l'ostracismo dei media tradizionali.

Le risposte dei parlamentari interpellati da Beppe Grillo [modifica]

Un'altra peculiarità inedita del V-Day è stato il coinvolgimento diretto di tutti i parlamentari nel dialogo su web, mediante una mail personale inviata da Grillo e dal suo staff ad ogni singolo deputato e senatore, in cui veniva chiesto di esprimere un'opinione su ognuno dei tre punti della proposta di legge popolare. Le risposte dettagliate sono state raccolte e pubblicate sul blog[3], da cui sono emersi i seguenti dati:
il 21% dei parlamentari aveva risposto alla mail, le valutazioni positive erano state rispettivamente 122 per la preferenza diretta, 109 per la non eleggibilità dei candidati e 82 per la limitazione a due legislature.

I media ed i numeri [modifica]

Le versioni cartacee dei principali giornali nazionali di ogni schieramento pubblicate l'8 settembre hanno completamente ignorato l'evento, fatta eccezione per Il Giornale e Libero che hanno dedicato una o due pagine, e delle brevi colonne nelle pagine interne de Il Manifesto e La Stampa.
L'evento è stato escluso da praticamente tutti i titoli dei principali telegiornali di mezzogiorno dell'8 settembre, da quelli dei giorni precedenti e dalle home page dei quotidiani italiani. Alcuni servizi relativi all'evento sono stati invece mostrati nei telegiornali delle ore 20. Secondo le prime stime degli stessi organizzatori contando le oltre 200 piazze in cui si è svolto l'evento sono scesi in strada oltre 5 milioni di italiani, anche Repubblica.it nel suo lancio delle 19 circa parla di 30 mila persone a Bologna.
In diverse città alcune persone non hanno potuto firmare a causa della troppa affluenza, non prevista nemmeno dagli stessi organizzatori, dal momento che i moduli sono esauriti dopo poche ore.