FORLEO - Il gip di Milano Clementina Forleo ha invece esordito affermando che «se si toccano i fili della corrente, quelli dei pali della luce, si muore. Per questo dicono che i giudici forti è meglio per tutti che stiano a casa, che stiano zitti, che siano sobri, che scrivano sentenze. E questo provoca in me molta amarezza». Poi l'accusa del gip di Milano: «Ho subito «intimidazioni da soggetti istituzionali ed appartenenti alle forze dell'ordine». Il magistrato ha detto di aver «trascorso ieri l'intera giornata» a riferire queste intimidazioni subite alla polizia. Alle domande del conduttore Michele Santoro su chi fossero questi soggetti istituzionali, Clementina Forleo ha precisato soltanto che si tratta di magistrati non del suo ufficio.
LA CONFERMA DEI CARABINIERI - La conferma delle dichiarazioni effettuate dalla Forleo ai carabinieri è arrrivata dal colonnello Giovanni Inghileri, capo di Stato Maggiore della Regione Lombardia. I carabineri sono i responsabili della sua sicurezza personale.Da quanto si è appreso il Gip è rimasto negli uffici di via Moscova dei carabinieri dalle 10 alle 13,30 e ha riferito fatti ed episodi da lei vissuti e vicende in cui è stata coinvolta dal 2005 a oggi. Gli ufficiali del nucleo operativo, che non erano a conoscenza della sua partecipazione alla trasmissione televisiva, si sono limitati a verbalizzare il suo racconto senza fare alcuna domanda.
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Per me sei invece tu (un pochino) fuoristrada. Nel senso che dai troppa importanza alla politica e ad un politico come Mastella. A me è sembrato che ieri il quadro sia stato chiaro: quando il Professore ha parlato di pezzi interi di magistratura che si affiliano a questo o quel centro di potere, quando Ingroia ha parlato di comitati trasversali di affari ecc. ecc. . Tant'è che lo stesso Santoro, proprio in chiusura, ha detto qualcosa del tipo "ma allora Mastella è un falso probelma...".
Non è falso, ma è il paravento. Nel Sud (e lo sai meglio di me) i comitati d'affari e di notabilato esistono, sono estesi e formano circuiti e caste chiuse. Non hanno ideologia, ma potere. Il politico a caccia di voti (come il Mastella) li ricerca, li favorisce e, in cambio, ne riceve voti e sovvenzioni. Inutile far finta di non vedere: è stato, è, e (temo) sarà così. Non è quindi Mastella che crea il comitato, Mastella è uno che ne cerca il sostegno in cambio di favori.
La storia di Saladino è paradigmatica. Questo da 30 anni sta in Comunione e Liberazione. E' il responsabile della Compagnia delle Opere in Calabria. Stava con la destra ma, (come riferiva ieri un ex socialista) sentendo l'aria che tirava "si butta a sinistra" e passa con Loiero. Si sente con Mastella, combinano affari. La storia è trasparente: non ci sono misteri. E' un costume atavico: il potente locale (Saladino) che offre lavoro. Il potente locale va dal potente nazionale e gli dice "se tu mi fai avere quel finanziamento, io ci assumo 100 persone che sono 100 voti (più le famiglie) per te. Inoltre, già che ci sono, faccio una bella sottoscrizione al tuo partito". Questo è successo e succede ogni santo giorno nel Sud Italia. Se la cosa è reato la devono vedere i magistrati, ma che sia eticamente riprovevole lo vediamo da noi.
Il fatto è che Saladino (o chi per lui), per costituirsi questa rete vanta protezioni lì. E' amico di quello, ha assunto il figlio del genereale, il figlio del consigliere, il figlio del magistrato ecc. ecc. Fa parte, insomma, di un gruppo di persone tutte legate dagli stessi interessi. De Magistris scopre queste carte e fa venir fuori la cosa. Mastella c'entra, ovviamente. Come c'entrano tutti i politici che si sono sentiti fare questo discorso. Ma se la cosa si fosse limitata a Mastella non sarebbe successo granché. Il casino è nato perché De Magistris è andato a ficcare il naso tra i figli dei collghi, tra i figli del generale ecc. ecc. Questo l'ha isolato. Non l'azione di un politico a Roma (azione già stoppata, in parte, dal CSM).
Pensare che Mastella sia il dominus della situazione, per me è fuorviante. NON voglio dire né che Mastella ha fatto bene a chiedere il trasferimento né che sia innocente. Voglio solo dire che il quadro che sta emergendo è di una gravità enormemente maggiore.
Esempio: ieri la Forleo (che, tra parentesi, non ha mai indagato su D'Alema) ha candidamente annunciato di aver denunciato ai CARABINIERI alcuni colleghi e alcuni appartenenti alle forze dell'ordine. Il tutto per pressioni e intimidazioni subite. Ci rendiamo conto? Questa non ha fatto un esposto al CSM, non è andata a parlare coi capi (o forse l'ha fatto ma non è servito a nulla), questa è andata a denunciare dei COLLEGHI magistrati. Non ho la più pallida idea se abbia ragione o no, resta il fatto che il tutto è grottesco, è indice di un macello generale.
Se io continuo a dire che il problema non è tanto Mastella è perché quello che vedo è molto peggio. Mastella non è così potente da creare tutto questo pandemonio. Mastella non ha fatto in modo che a De Magistris venisse tolta l'inchiesta grazie a chissà quali amicizie. L'inchiesta a De Magistris è stata levata perché parte dei vertici della procura di De Magistris (i suoi capi) sono essi stessi coinvolti o sono coinvolti loro amici. Non è la politica che vuole proteggersi: è il comitato d'affari che vuole proteggere se stesso, dal gradino locale a quello nazionale. Questa è la longa manus. Il potente di Roma cambia: oggi è Mastella, ieri chissà chi e domani chissà chi altri. Ma il comitato d'affari resta.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
GFS=Global Farloc System
Semplice osservatore, meteoappassionato.
Forse sbaglio, ma mi pare che le motivazioni dell'avocazione ancora non siano state rese pubbliche. Il fatto che siano basate sull'incompatibilità tra De Magistris e Mastella mi pare (sottolineo: mi pare) che sia un'ipotesi. Ragionevole, ma un'ipotesi. Ho provato a cercare in rete ma ancora non le ho trovate. De Magistris, quando ricevette il provvedimento non le conosceva:
http://www.repubblica.it/2007/09/sez...a-avocata.html
altrove leggo indiscrezioni (sempre al condizionale) sul fatto che l'incompatibilità non sarebbe l'unica motivazione.
http://newscontrol.repubblica.it/ite...ione-inchiesta
Tra le varie ipotesi vi è il fatto che De Magistris non abbia informato i suoi superiori di ciò che stava facendo. Ma notare anche qui i verbi al condizionale:
http://www.gruppoespresso.it/gruppoe...ontent=2763411
Insomma: mi pare che le motivazioni per esteso ancora non siano state pubblicate. Il fatto che vi siano, oltre all'incompatibilità, altre ragioni mi fa sospettare che forse sì, forse l'avrebbero avocata lo stesso.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Concordo con il tuo intervento ed in particolare prendo spunto da questa tua ultima considerazione dicendo che paradossalmente sarebbe più grave se l'avocazione fosse dipesa da altre motivazioni piuttosto che da mera incompatibilità..
Se fosse solo incompatibilità,ad essere benpensanti potrebbe essere quasi un atto dovuto,stante il conflitto esistente tra De Magistris e Mastella..
Viceversa prenderebbe inequivocabilmente corpo lo scenario da te descritto(tuttavia quei comitati d'affari sono localizzati da queste parti,posto che si alimentano con finanze qui destinate,ma elargiscono in maniera trasversale,direttamente ed indirettamente)nel quale Mastella non è il problema,è parte del problema..
Se fosse solo Mastella il problema,poco male...
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Semplice osservatore, meteoappassionato.
Mastella è solo un nodo dell'intreccio che tiene in piedi un vasto comitato d'affari composto da politici, imprenditori, magistrati ed anche forze dell'ordine. Comunque sia da un nodo bisogna cominciare e Mastella mi pare un bel nodo. Inutile, secondo me, cercare ragionamenti troppo complessi quando tutto è riconducibile semplicemente al malaffare ed alla illegalità, chi vive di questo va punito, punto!
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