Ho riletto con più attenzione quello che scrive Grillo sul suo blog e ho trovato qualche contraddizione.

- L'ordine dei giornalisti non c'entra niente con Mussolini, essendo stato istituito con legge votata a maggioranza dal Parlamento nel 1963.

- Se l'ordine dei giornalisti è una "casta autorefenziale" come dice lui, significa che almeno autonoma lo è. Quindi non può poi venirici a dire che siamo tutti schiavi comprati dai politici. O l'uno o l'altro. Forse è più vera la prima.
Sarebbe come voler abolire la magistratura, che con la sua autonomia bilancia il potere politico.

- Il compito del giornalista è informare sui fatti che accadono, non esprimere opinioni. Il giornalista può esprimere opinioni come un qualunque altro cittadino, attraverso tutti i mezzi a disposizione rispettando alcune regole democratiche e di convivenza civile. Lo dimostrano anche l'eco e il successo popolare che stanno avendo Grillo e Travaglio.

- Il problema semmai è la tv che è poco libera, non il giornalismo tout court: sulla carta stampata si legge tutto e il contrario di tutto, vivaddio. A chi non piaciono le opinioni che compaiono su Repubblica compra Libero, a chi non piacciono nessuno dei due, legge il blog di Grillo.

- L'ordine introduce una deontologia nell'informare, stabilendo sanzioni disciplinari per chi non la rispetta. In assenza di regole, creiamo un altro ufficio del garante? Si abolisce un ente per crearne uno nuovo, all'italiana?

- Concordo sulla legge Gasparri, ma su questo non importa essere Grillo perché credo di essere in buona compagnia.


Ma tengo a ribadire un concetto che mi sembra poco chiaro e lo verifico anche quotidianamente parlando con le persone: il giornalista è un lavoratore che raccoglie fatti, accadimenti e li comunica con la parola o lo scritto a terze persone. Ed è un mestiere difficile, non s'impara dal giorno alla notte. Esprimere opinioni non è nostro compito: fatti e opinioni vanno distinti il più possibile, cosa che oggi non va di moda, mi rendo conto, ma è così.
Grillo non fa che confondere costantemente le due cose, senza mai citare le fonti quando sciorina dati e cifre: è andato personalmente sul campo a verificare quello che scrive? E' questo il modello di giornalismo che vuole propinarci?
In tutta la mia vita professionale credo di aver scritto solo due piccoli editoriali, peraltro relativi a fatti molto locali che nulla hanno a che vedere con le grandi emergenze. E come me altre decine di migliaia di giornalisti. Il giornalismo non sono solo Vespa o Mentana, questi sono anchor man della tv superpagati e superprivilegiati che costituiscono lo 0,001% della categoria.