Mi dispiace molto, spero tu possa uscirne, o quanto meno, abituartici col tempo, come dice C.R....
Tra le tante cose che hai detto, una in particolare mi ha colpito:
Hai riassunto in mezza riga le tre cose che ultimamente, in certe situazioni, mi fanno soffrire di più, forse favorito dal fatto che giugno 2008 non sia stato propriamente uno dei mesi migliori della mia esistenza...Originariamente Scritto da Khaled
La mia stazione meteo: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/IREGGI57
Si, me lo ricordo. Il Qui Gong consiste in una terapia nella quale il paziente viene messo seduto su una sedia e poi il Maestro gli dice "Guarda Qui !" e mentre il paziente si volta un cinese grosso e nerboruto lo colpisce alla testa con una padella da sagra delle frittelle. Il rumore è un grosso "GONG" e da qui il nome della terapia. Quella sera che ci siamo visti a cena in effetti non eri molto orientato, infatti per tornare a Roma hai preso il treno nella direzione opposta e sei finito a Barcellona. Una alternativa al Qui Gong è il "Qui Splat" dove il paziente viene colpito con un grosso filetto di merluzzo, la consiglio a Khaled perchè a Messina ci dev'essere del pesce buonissimo.
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Caro Nino, leggendo queste tue considerazioni mi par di rileggere i miei diari di quando avevo la tua età.
Secondo me tu non hai alcuna malattia e alcuna depressione, stai semplicemente vivendo la tua giovinezza, un periodo già di per sé fatto di sconvolgimenti fisici, mentali, ormonali che creano ansie e paranoie continue. A questo aggiungerei una ipersensibilità tutta tua, che è tipica delle persone creative, per cui ogni cosa la vivi nera o bianca, anche se è fondamentale grigia, la vedi 100 o -100 anche se è neutra, vicina allo 0. E poi forse vivi in un ambiente poco adatto al confronto e in qualche modo ostile per quello che sono i tuoi parametri mentali attuali.
Non ci sono ricette esterne, dipende tutto da te. Cambiare aria ti può far bene e per cambiare aria non intendo solo fisicamente, viaggiando: occorre trovare una motivazione forte in qualcosa (un lavoro importante, una fidanzata da amare, un bell'hobby), una responsabilità che ti faccia riapprezzare te stesso come parte del mondo e non ti faccia subire il mondo come fosse una parte di te stesso di cui aver paura.
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piangersi addosso nn serve a nulla....e sec me tantomeno i farmaci, che x me hanno una sorta di effeto placebo....questo lo pensano anche molti psichiatri che dicono inoltre che se tu nn vuoi uscirne nn serve a nulla aiutarsi coi farmaci...
cerca nuovi stimoli, viaggia, confrontati spesso con altre culture e persone, fai esperienze.......
fai sport, sembra una stronzata, ma fare sport libera gli ormoni del benessere(endorfine)
per dire io credo che la corsa o il ciclismo aiuta moltissimo, lì sei solo tu e te stesso
stammi bene
Secondo me una persona depressa non percepisce il "cerca nuovi stimoli"...
Cioè, li può cercare in uno di quei momenti di "esaltazione ed euforia", ma poi piomba ancora nel baratro...
Non so proprio quale soluzione proporre..
Tutto serve; fidati di un pluridecorato depresso come me. Anche quando si ha la sensazione che la terapia sia inutile, non funzioni, tempo perso, strada sbagliata, in realtà acquisisci sempre più consapevolezza del problema e dunque istintivamente cerchi di porre dei correttivi. Bisogna solo esserne consapevole, accettare i momenti peggiori ed accettare i passi a volta esasperantemente piccoli della guarigione. E' un lavoro, quasi una occupazione a tempo pieno e tutti i consigli sono i benvenuti anche quando ti sembrano vaghi e banali. Dire ad un depresso "stai su" è proprio quello che il depresso non tollera, ma dirglielo 100 volte non gli fa male. Si, alla decima volta magari ti mette le mani addosso e cerca di strozzarti, ma tu lascialo fare, è per il suo bene e se senti le forze mancarti cerca di colpirlo al basso ventre, lo aiuterai a distogliere la sua attenzione dalla depressione e preoccuparsi per il dolore...
Nino innanzitutto apro questo mio post con un affettuoso abbraccio, sincero e pieno di amicizia. Sai quanto ti stimo.
Quando in precedenza (non ricordo chi) pensava tu stessi a Mirto invece che Messina non ha fatto altro che mettere fuori un disagio che credo tu provi.
Ci arrivo subito.
Io so, perchè nel tuo blog viene fuori come uno tsunami (consentimi questa metafora, poco romantica ma molto efficace) un'amore spropositato per la tua terra, da Mirto a Messina, dai loro profumi, dalle loro tradizioni, dall'architettura tipica, dalle camminate della gente, dalla loro autenticità.
ma questo amore e questo legame stridono, come in una sadica elgge del contrappasso, con la cattiveria del prossimo, con l'anonimato che si tocca passeggiando in quel di Messina, dove lo stereo a manetta del picciotto stride con l'aura di fascino che vien fuori da quelle terre.
Condividere e sopportare questa strana simbiosi, tra popolazione abulica e paesaggio denso di sapori e messaggi salutari, ti fanno soffrire, ti limitano nel dichiarare apertamente la voglia di crescere nel tuo cammino in questa vita in quella terra, la tua terra.
ma la vita ci pone sempre delle dolorose scelte, che se esaminate con un animo più sereno, con un animo consapevole del cammino su questa vita, che è un cammino di transizione, può consentirci di affrontare meglio le scelte e di accettare ciò che viene fuori dallo sfogliare i pelati di una margherita.
Come giustamente ho letto in molti post, è giunto il momento di scoprire orizzonti nuovi, ma con la consapevolezza che ciò che è tuo sempre lo sarà, che il legame mistico che ti lega a Mirto e alla tua Sicilia è sempre vivo, anche a distanza, perchè ciò che conta nella vita è quello che abbiamo in mente, è quello che alimenta il nostro animo, che è veramente l'unica cosa che condividiamo soltanto con Dio e con nessun altro.
Fatti guidare da te stesso, non aver timore ed abbi sempre tanta fede.
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"....[I]E vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire con le nubi del cielo[/I]."
[B]Gesù Cristo[/B] (Marco 14,62)
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