Mah,io personalmente leggevo tantissimo.Ho letto moltissimi libri,un pò di tutti i generi,dal fantasy all'horror (Stephen King),dal romanzo di avventura ai libri comici... Ho smesso di leggere gradualmente,da quando il tempo a disposizione è diventato poco.
Leggevo tantissimo alle medie,per poi cominciare a leggere sempre meno alle superiori..adesso leggo un libro ogni tanto,diciamo uno ogni 2 mesi.
Lou soulei nais per tuchi
Esatto lupin. Perché una volta per divertirti o leggevi i libri o t'attaccaviora ci sono 100.000 diversivi che anche solo 20 anni fa ti sognavi. E' solo un segno dei tempi, non me la sentirei mai di giudicarli perché non fanno quello che un tempo era considerato "giusto". Le cose cambiano.
Anche la gente che si lamenta perché il teatro non viene più vissuto come una volta. Perché i tempi cambiano e ora oltre al teatro c'è la TV, il cinema, internet... non possono pretendere che l'unico divertimento del medioevo abbia la stessa rilevanza nella società del XXI secolo. Ma vabbè divago
Peccato comunque, perché leggere aumenta -e non di poco- la capacità cerebrale. Anche leggere romanzetti harmony da quattro soldi, quelli che vengono tanto bistrattati. E' l'esercizio mentale e la procedura che attiva il cervello in modi che la gente nemmeno si sogna.
Mi fa ridere la gente che si vergogna di non leggere come fosse un peccato capitale, comunque, e credo che la maggior parte della gente, specie in TV, che afferma di leggere "molto spesso" in realtà non lo faccia tanto spesso.
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
è già un'ottima media....prosegui.... la media della tua età è ben più desolante,
leggono solo se costretti... e anche oltre la tua età...
un paio di estati fa ci fu una discussione fra certi conoscenti, e uno disse
altezzosamente "ma che sete matti pe me legge un libro è assurdo come dire
cacà quattro volte al giorno" (testuale)
l'ho guardato così come si guarda una larva nel cibo guasto e non ho
risposto, del resto l'apparenza i modi e le idee di questo individuo sono
del tutto coerenti con le sue attitudini verso la lettura
C.
"S'è la notizia fossi confermata sarò zio."
A me piace leggere, anche se il tempo che ritaglio per la lettura non è molto.
Noto che ci sono due tipi di letture:
1. quella che si fa nei tempi "morti" (mezzi pubblici, cesso, ecc...), e di solito, per quanto mi riguarda, è legata a cose non troppo impegnative tipo giornali, riviste, libri di attualità, ecc...;
2. quella che utilizza tempi "utili" (lavoro/studio permettendo), cioè quella che ti costringe ad invadere spazi di tempo che in altri occasioni avresti usato per fare altre cose, anche abbastanza importanti. Questo succede generalmente coi libri (solitamente romanzi) quando sono in fase di "rapimento mentale", ovvero mi risulta difficile fare altre attività a causa del pensiero sempre rivolto alla trama del libro che sto leggendo.
A causa del punto 2, durante i periodi di studio leggo cose relative al punto 1, mentre in vacanza è più probabile che sia il contrario.
Alcuni libri che ho molto apprezzato: l'impero di Cindia, il nome della rosa, Ayla figlia della terra, 1984, fatherland, i libri di Odifreddi e Travaglio...
[I][B]Un uragano nelle Filippine potrebbe causare il battito d'ali di una farfalla in Brasile[/B][/I] [I](legge di un certo "Gianluca")[/I].
Quoto il Tubolar (ora si mette a nevicare..): leggere è stare in solitudine, condividere qualcosa con se stessi, mettersi dunque in discussione, proprio perchè le parole esigono che il lettore sia un creatore di immagini, sia un regista che dia un senso al significante. Leggere un libro non è mai riprodurre un percorso unitario ma è sempre una riscrittura: le proprie esperienze e i propri "io" ne sono coinvolti in tutto e per tutto, si è al di fuori dell'eteronomia propria della sicurezza che caratterizza la monotonia delle immagini già elaborate, valide a prescindere dall'interpretazione. La lettura oggi come oggi non incuriosisce chi non ha mai letto, perchè siamo certamente più attratti dall'autoevidenza di esperienze che sembrano oggettivamente (nel senso che mostrano palesemente il loro aspetto, si fanno riconoscere) interessanti: la visione della partita di calcio in diretta tv, la cronaca nera, l'evento mediatico in prima serata. Chi ha però provato cosa significa leggere conosce anche un mondo diverso, una eccitazione intima, un viaggio nelle profondità dei propri "io", atemporale e aperto, creativo. Questo tipo di piacere cresce nel tempo, si sviluppa come una casa i cui mattoni ideali sono tutti i libri che ci hanno aiutato a comprendere chi siamo: la lettura è uno specchio, che deforma e che nello stesso tempo restituisce la nostra immagine, rinnovata, accresciuta, modificata. In altre parole ritengo la lettura fondamentale per comprendersi in divenire, perchè ognuno di noi non è mai lo stesso, ma, proprio come la dialettica infinita fra due specchi è la danza della stessa immagine che sfugge nell'indefinito, l'uomo è sempre al di là di ogni definizione e dunque deve creare per non morire, per non cedere alle classificazioni, per non sentirsi uno dei tanti.
quindi deve ritornare l'azzoore normale,il majatlantico, e non il cammajale, o il cammello assurdo.
Quindi l'Atlantico non è solo il RE dei meteofili lombardi, ma SALVATORE DELL'UMANITA'
Idem per me. Se si parla di quotidiani, riviste, etc, leggo un sacco e ovunue senza alcun problema. Se si parla di libri, nel mio caso si parla di mattonazzi perchè detesto i romanzi e leggo quasi esclusivamente saggi e manuali, quindi questo richiede una certa tranquillità e una certa forma mentale (che durante la giornata ho solo poco prima di andare a letto).
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