"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore." C. Chaplin
Always looking at the sky...
Io quando leggo vengo totalmente assorbito dalla lettura e tralascio qualsiasi altra attività per finire il libro. Il problema è che adesso ho poco tempo per leggere visto che ho un sacco di cose da fare (stare su internet...) e quindi leggo poco.Un tempo sono stato un grande lettore, romanzi esclusivamente. Il resto, TUTTO il resto è noia.
Io invece arrivo alla fase del perdere l'equilibrio del libro, e a quel punto giunge l'ora di spegnere la luce. E' raro che decida di arrivare che so a fine capitolo e dire stop, rimarrei come un cretino al buio con gli occhi sbarrati.
Però so anche adattarmi quando non dormo a casa, chiudo gli occhi e penso a qualcosa...
Buonanotte! ^_^
"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore." C. Chaplin
Always looking at the sky...
Oltre alle cose che sono state già dette, aggiungerei che oggi la vita si è velocizzata: la percezione del tempo non è più quella di 20, 30, 40 anni fa, per non parlare di un secolo fa.
Leggere è un'attività che comporta tempi lenti, riflessione, concentrazione, perdita di tempo. Un piacere lento in cui la parte ludica si unisce a quella intellettuale e alla fine della lettura siamo diversi, più maturi.
Tutto ciò contrasta terribilmente con la cultura "usa e getta" del mondo contemporaneo, in cui si assumono migliaia di nozioni istantanee grazie anche ai supporti elettronici, ma tutte in modo superficiale, senza mai approfondire e riflettondoci poco sopra.
Sig!![]()
Certo che è bene! Quantitativamente il livello medio culturale è notevolmente aumentato rispetto a un secolo fa, ci mancherebbe altro. Però fa difetto la profondità, spesso ci si ferma all'apparenza senza riflettere, si giudica il mondo che ci circonda solo in superficie, con tutta una serie di conseguenze.![]()
secondo me leggere un libro è sempre un'esperienza piacevole...al di là del tipo di lettura (non intendo giornaletti *****)
ti apre verso "altri mondi", ti fa vagare con l'immaginazione, ti fa riflettere...è una via d'uscita dalla vita di tutti i giorni e ai suoi mille problemi
Sono tra quelli che leggono sempre: in metropolitana, autobus, pausa pranzo e, a volte, camminando per strada.
Perché i giovani leggano meno è un po' complesso. Credo due cose:
1) che la cosa sia vera. Cioè che i giovani effettivamente leggano meno dei coetanei di un tempo.
2) che ciò provoca mutazioni antropologiche. Se prima la fonte del sapere era, fondamentalmente, la lettura di un libro, oggi è altra. Io sono tra quelli che ritiene il libro insostituibile da qualsivoglia Google o Internet (che, pure, uso a man bassa dal 95 - internet- e dal '92 - la rete). Perchè come qualcuno ha detto, in Internet c'è una quantità di informazioni che qualunque biblioteca si sogna ma è solo con la lettura dei libri che tu impari la cosa più importante, vale a dire la capacità di valutare, tra 1000 informazioni, quelle 10 essenziali e quelle 990 poco pertinenti o addirittura fuffa.
Perché il libro dà questo? Una possibile risposta forse la può dare l'antica kantiana distinzione tra giudizi analitici e sintetici. Dove i primi sono quelli che scavano un problema risolvendolo in tutte le sue sfaccettature, ma hanno poca capacità di relazionarsi con altri giudizi. Quelli sintetici sono invece i giudizi che non scavano su una questione ma ne mettono insieme diverse. Detto in altro modo: apprendimento verticale il primo (scavare in profondità), orizzontale il secondo (collegare concetti, creare link, se non hyperlink). Internet è il regno dell'apprendimento orizzontale: metti in relazione tutto con tutto: solo questo forum mette in relazione la meteo col clima con Bush con Berlusconi con la Juventus e la gnocca. Ma nessuno di questi argomenti può essere "risolto" con associazioni. La capacità di discernere informazioni fuffa da informazioni serie nasce dal primo tipo di apprendimento, quello verticale. Solo se tu sei abituato a scavare un probelma, a coglierne le sue complessità (qualunque problema sia) potrai essere in grado, una volta che affronti un altro problema, di fare lo stesso. Avere informazioni non è essenziale: è assai più importante saperle vagliare e, nel frastuono di internet, tutte le informazioni sono ugualmente rispettabili. (Come le vacche grigie in una notte nera.) La capacità di vagliarle, ancora oggi, la può dare solo il libro o, per estensione, la lettura (con qualunque mezzo avvenga). E' la riflessione solitaria di cui parlava Tubolar: solo quel processo può farti scavare.
Dicevo che i giovani di oggi sono antropologicamente diversi da quelli di ieri. Una ragione è questa: oggi il modo di apprendimento è naturaliter orizzontale. Vedo legioni di ragazzi che parlano di tutto (di molti più argomenti dei quali parlassero le generazioni precedenti) senza che di nessuno di questi ci capisca granché. A meno che non becchi il nerd di turno che sa tutto (ma proprio tutto) di insetti e non sa chi sia stato Napoleone.
Da cosa deriva tutto ciò? O bella: qualunque siano le varie spiegazioni non può essere sminuita l'importanza della TV. Quando io ero piccolo (40 anni fa) la TV per noi era la TV dei ragazzi: una cosa che durava un'oretta intorno alle 5 del pomeriggio e là finiva. Come volete che lo si passasse il tempo? A giocare (per strada) e a leggere. I ragazzi di oggi non fanno né l'uno né l'altro. Quando io ero piccolo a ogni angolo di quartiere c'erano ragazzi che giocavano a pallone prendendo, come pali, qualunque albero, fratta, saracinesca, conformazione del paesaggio o architettonica che, vagamente, potesse assomigliare ad un segna limite. Oggi niente: magari giocano nelle squadre giovanili dall'età di 6 anni, ma per strada no. Salgari e Verne costituivano due partiti nelle classi delle elementari (io ero salgariano). Quando finisce questo stato di cose? Più o meno tra i '70 e gli '80, quando le TV cominciarono a trasmettere 24h su 24 con programmi per bambini (scandalo delle mie zie maestre e professoresse) anche alla mattina presto prima di andare a scuola. Lo spartiacque, dal punto di vista anagrafico è più o meno lì: tra i nati intorno all'80 (e successivi) e quelli nati prima. Ma non è tutto.
Perché la TV non è solo passatempo (e già basterebbe), ma modo di fruizione. E' orizzontale per natura e educa, sin da subito, ad un apprendimento sintetico e orizzontale. Una volta fecero un esperimento: diedero la stessa notizia (argomento) a tre gruppi di persone. Il primo la lesse stampata, il secondo la ascoltò alla radio e il terzo la vide alla TV. Poi fecero un test per capire quanto di quel messaggio era rimasto impresso. La lettura stravinse. La radio seguì. Staccatissima la TV.
Conclusione: oggi i giovani nascono con un modo di apprendimento prediletto. Ciò che imparano da TV e Internet è molto di più di ciò che imparano dai libri. In parte deriva dal fatto che sembra che in Internet ci siano molte più informazioni ma, in parte, deriva dal fatto che hanno quella forma mentis. Gli viene naturale. Ciò comporta che riescono ad associare cose tra loro distanti ma hanno minori capacità di sviscerare un argomento e, in definitiva, di poter dire una parola autorevole su qualunque argomento. Sono fruitori di informazioni ma scarsi produttori di informazioni e concetti autorevoli (per poterlo fare devi sviscerare, devi anche possedere l'apprendimento verticale). In definitiva, nonostante le apparenze, sono enormemente più poveri, intellettualmente, delle generazioni precedenti. Ascoltano tanto, parlano tanto ma dicono poco. Difatti sono 20 anni che non nasce un'originale idea giovanile o un originale movimento (che sia artistico, politico o che) giovanile. E, infatti, mi dà una tristezza infinita vedere ragazzi di 20 anni che girano con magliette dei Led Zeppelin, dei Metallica, o dei Clash.
Ciò, evidentemente, riferito a larghe medie. Luminosissime eccezioni si trovano ovunque...
Ultima modifica di Jadan; 01/10/2008 alle 10:05
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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