Sportitalia addio. Ora ci vuole una nuova legge sulle tv!
GiovedÃ* 22.12.2005 17:00


Alessandro Rimassa

Addio a SI, Sportitalia, la tv dello sport. Nata da meno di due anni e giÃ* chiusa. Il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar ha venduto tutto a Mediaset, che userÃ* le frequenze per la tv sui telefonini (tecnologia Dvb-h).

60 milioni di euro e viene cancellato uno degli esperimenti televisivi più interessanti degli ultimi anni, la ‘all sport’ che ha riscosso successo di pubblico ma non ha incassato abbastanza a livello pubblicitario. Così per lo meno secondo il finanziere amico di Berlusconi… GiÃ*, perché i numeri parlano di 15/20 milioni di euro all’anno in arrivo dalla pubblicitÃ*, certo non cifre faraoniche ma nemmeno briciole, per una tv a basso costo com’è (era) Sport Italia.Ora però, a giochi fatti, c’è da ragionare in maniera attenta e profonda sull’attuale sistema televisivo italiano.

L’addio di Ben Ammar suona come la resa nei confronti del duopolio tv. Come dire: davanti ai giganti Rai e Mediaset nulla si può.

La7 ci sta provando, L’Espresso ha iniziato con la musica, ma il monito che arriva da Sport Italia è chiaro: così non ce la si fa! Il che è leggibile in un solo modo: urge modificare la legge. Che sia il digitale terrestre, una ridistribuzione delle frequenze, la divisione della Rai tra servizio pubblico e tv commerciale, o tutte e tre le cose insieme, poco importa: quel che conta è che il prossimo governo DEVE agire con decisione e vigore sulla legge che regola il sistema televisivo.

Altrimenti, al di lÃ* del reale motivo che ha spinto Ben Ammar a chiudere in tutta fretta, non c’è e non ci sarÃ* concorrenza nel mercato del piccolo schermo. E a perderci continueranno a essere le aziende, il mercato, il pubblico, la qualitÃ*, l’innovazione. Un Paese serio, non può continuare a permetterselo!