Keflavik.
Agosto chiude con una temperatura media di +12,7°, ossia +2,5° sopramedia (6° più caldo di sempre).
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L'estate chiude con una temperatura media di +11,9°, ossia +2,0° sopramedia e 9° più calda di sempre.
EST.png
Visti i precedenti, diciamo che poteva andare decisamente peggio.
Grafico delle anomalie mensili dal 1980:
SCART.jpg
in un trend stabile/di leggerissimo calo questo picco del 2025 sta di nuovo cambiando le carte in tavola.
Lou soulei nais per tuchi
Una rondine non fa primavera nè in un senso nè in quello opposto.
Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!
Beh insomma, i grafici di Lou sono ben più di una rondine, ormai parliamo di un trend di stasi termica, quando non proprio di raffreddamento, di circa 25 anni, su una zona che approssimativamente prende l'Islanda meridionale, l'Irlanda occidentale e presumibilmente tutto l'Oceano atlantico centrale, a sud dell'Islanda e a ovest dell'Irlanda.
Nessuno parla di catastrofe climatica alla The Day After Tomorrow, però in un mondo che si scalda ai ritmi che abbiamo visto negli ultimi anni, è quantomeno singolare che una zona così ampia veda addirittura un lieve raffreddamento, zona guarda caso quasi sovrapponibile a quella che i paper prendono in analisi per l'AMOC.
Magari non è nulla ed entro 10 anni tornerà a scaldarsi come prima, però trovo fastidiosa questa attitudine di liquidare come irrilevante qualsiasi dato non si uniformi alla narrativa che, nell'epoca GW, da qui in avanti il futuro debba essere una linea retta verso il riscaldamento, sempre e comunque, dovunque. Non è un atteggiamento scientifico.
La mia stazione meteo: https://www.wunderground.com/dashboard/pws/IREGGI57
Purtroppo l'area di "raffreddamento" o quantomeno di stasi termica penso riguardi quasi esclusivamente solo l'Islanda e forse l'Oceano Atlantico adiacente ad W.
Già solo in Irlanda occidentale il trend è al rialzo, seppur dopo un breve momento di stasi tra il 2010 e il 2020: (nel grafico Belmullet)
Belm.jpg
Lou soulei nais per tuchi
A Keflavik settembre 2025 si chiude come mese molto caldo: +10,2° di temperatura media (anomalia +2,8°).
E' il 4° settembre più caldo di sempre.
SETT.png
Definitivamente interrotta la serie di anomalie negative/blande che si sono osservate fino al 2023/2024.
ANOMM.jpg
Questo 2025 continua con anomalie positive pesantissime purtroppo
Gennaio: +0,7°
Febbraio: +2,5°
Marzo: +3,4°
Aprile: +3,8°
Maggio: +3,6°
Giugno: +0,8°
Luglio: +2,6°
Agosto: +2,5°
Settembre: +2,8°
Lou soulei nais per tuchi
Chiuso ottobre a Keflavik.
Ennesimo mese caldo: temperatura media mensile +5,2°, anomalia positiva di +1,2°.
OTTOBRE.png
Continua la sfilza di anomalie positive:
ANOMALIE.jpg
Riassunto delle anomalie mensili del 2025:
Gennaio: +0,7°
Febbraio: +2,5°
Marzo: +3,4°
Aprile: +3,8°
Maggio: +3,6°
Giugno: +0,8°
Luglio: +2,6°
Agosto: +2,5°
Settembre: +2,8°
Ottobre: +1,2°
Di quest'anno solo i mesi di gennaio e di giugno hanno avuto anomalie "umane".
Lou soulei nais per tuchi
Ciao a tutti, condivido questo studio appena pubblicato che tratta del riscaldamento di media profondità dell'Atlantico equatoriale, come indicatore di rallentamento dell'AMOC
Equatorial Atlantic mid-depth warming indicates Atlantic meridional overturning circulation slowdown | Communications Earth & Environment
Attraverso modelli oceanici, i ricercatori hanno identificato un riscaldamento tra 1000 e 2000 metri di profondità nell’Atlantico equatoriale come una chiara “impronta” del rallentamento dell’AMOC. Questo riscaldamento, trasmesso tramite onde oceaniche di Kelvin, rappresenta un indicatore più affidabile dei cambiamenti della circolazione su scala decennale. Le osservazioni storiche confermano la presenza di questo fenomeno, suggerendo che l’AMOC abbia cominciato a rallentare già alla fine del XX secolo.
Per studiare come la temperatura dell’Oceano Atlantico equatoriale reagisce ai cambiamenti della circolazione AMOC, i ricercatori hanno utilizzato simulazioni del modello oceanico MITgcm con una concentrazione di CO₂ quattro volte superiore ai livelli attuali. L’uso di un modello oceanico isolato permette di evitare interferenze dovute alla variabilità interna del clima, offrendo risultati più chiari.
Negli esperimenti, sono state imposte variazioni improvvise di vento, temperatura superficiale del mare (SST) e salinità (SSS), derivate da simulazioni del progetto CMIP6. I risultati mostrano che l’AMOC rallenta nei primi 70 anni, poi si stabilizza. In corrispondenza di questo rallentamento, si osserva un marcato riscaldamento dell’Atlantico equatoriale: più intenso nei primi 1000 metri e più debole ma evidente tra 1000 e 2000 metri di profondità.Questo schema di riscaldamento, più pronunciato nella parte occidentale e uniforme nei livelli superiori, è coerente con i dati osservativi reali. Inoltre, il riscaldamento a media profondità nell’Atlantico risulta molto più forte rispetto a quello registrato negli oceani Indiano e Pacifico.
Per capire meglio le cause del riscaldamento dell’Atlantico equatoriale, sono stati condotti tre esperimenti aggiuntivi per analizzare l’effetto della galleggiabilità superficiale (cioè le variazioni di densità dovute a temperatura e salinità). I risultati mostrano che il cambiamento della galleggiabilità è il principale responsabile del riscaldamento osservato.
Tra i fattori esaminati, la salinità emerge come l’elemento dominante nel rallentamento dell’AMOC e nel conseguente riscaldamento a media profondità (1000–2000 m).
A farla breve gli esperimenti confermano che il rallentamento dell’AMOC, causato principalmente dall’aumento di acqua dolce nel Nord Atlantico, è il motore del riscaldamento dell’Atlantico equatoriale a media profondità, anche senza un riscaldamento diretto della superficie.
Proseguendo gli esperimenti appare che il riscaldamento dell’Atlantico equatoriale è dovuto principalmente alla propagazione rapida di onde di Kelvin generate dal rallentamento dell’AMOC nel Nord Atlantico. Queste onde trasportano il calore verso l’equatore e creano una struttura di riscaldamento a due strati: uno più rapido e superficiale, e uno più lento a media profondità (1000–2000 m).
Il fenomeno è accompagnato da un indebolimento generale della circolazione atlantica, che riduce il trasporto di calore tra nord e sud e favorisce l’accumulo di calore alle basse latitudini.
Qui sotto la variazione della temperatura dell'Atlantico equatoriale nelle osservazioni:
( Fig. 4: Equatorial Atlantic temperature change in observations. | Communications Earth & Environment )
Attraverso questi esperimenti e osservazioni è stato quindi dimostrato che il rallentamento dell’AMOC genera onde di Kelvin che diffondono calore verso l’equatore, producendo un riscaldamento uniforme negli strati intermedi dell’oceano.
Questa temperatura a media profondità risulta un indicatore molto più stabile e preciso dell’intensità dell’AMOC rispetto ai dati superficiali (come la SST), perché è meno influenzata dalla variabilità atmosferica.
Tuttavia, ci sono incertezze dovute alla scarsità di dati prima del 1980 e alle differenze tra modelli e osservazioni: nei modelli, l’AMOC mostra oscillazioni invece di un calo costante. Queste discrepanze potrebbero dipendere dal fatto che i modelli non rappresentano bene il contributo dell’acqua di disgelo artica e subpolare e dagli effetti compensatori di gas serra e aerosol fino agli anni ’90.
Dopo quel periodo, il predominio del riscaldamento da gas serra coincide con il tempo di emergenza (ToE) del rallentamento dell’AMOC, il che rafforza la validità dei risultati modellistici.
Concluso novembre anch'esso sopramedia a Keflavik, temperatura media di +2,3°, anomalia positiva di +0,5°.
Andamento mesi di novembre
Nov.png
Andamento scarti mensili
Scarti.jpg
Un pò meglio ma non benissimo, via.
Lou soulei nais per tuchi
Direi che finito il mite 2025, è meglio non insistere. Servono decisamente indicatori meno variabili della T a 2 m in un punto, come può essere l'Islanda, ma non cambia il discorso nemmeno considerando un altro posto.
Magari almeno dicembre riuscirà a chiudere sotto la media?
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
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