Ho le seguenti domande da farvi e a cui non trovo risposta:
1) é vero quanto scritto nei 'Manuali di Meteorologia' di base ovvero che in quota ad una zona di alta pressione corrisponde una di bassa pressione e viceversa per conservazione del flusso di massa?
A me non me pare: se vado infatti a prendere una carta meteorologica di geopotenziale al suolo ed una in quota (500HPa) pur con qualche differenza le cose coincidono ovvero non c'è anticorrelazione...da che quota allora tale legge diventa vera...? Come stanno realmente le cose ?
2) l'anticiclone delle Azzorre è creato dalla subsidenza della Cella di Hadley oppure dalla dinamica delle Onde di Rossby? Se fosse primo caso, perchè allora è distinto e più a nord dell'anticiclone africano ?
3) perchè i centri semipermanenti di bassa pressione nell'emisfero settentrionale ovvero Depressione d'Islanda e Depressione delle Aleutine stazionano sull'oceano rispettivamente Atlantico e Pacifico ? Eppure le Onde di Rossby, essendo onde planetarie, dovrebbero creare zone di bassa pressione e promontori di alta pressione di tipo semipermanente anche sui continenti, cosa che invece non avviene...sull'Asia è infatti difficile riscontrare delle anomalie bariche negative...o sbaglio?
E' una fatto legato per caso alla stazionarietà delle Onde di Rossby ?
4) L'indice è NAO è ritenuto, insieme all'Oscillazione Artica, una misura dell'intensità del flusso zonale a livello emisferico, ma ciò non mi sembra vero ovvero non mi sembra che esso coinvolga oltre al continente Europeo anche quello asiatico, o sbaglio ? Anche inserendo l'esistenza dell'equivalente PNA index nel Pacifico, le due teleconnessioni, oltre a poter essere sulla carta in opposizione di fase (credo...), non includono un'analisi diagnostica sul continente asiatico. Qual'è allora l'indice valido per la zonalità a livello emisferico ?
uh, molta carne al fuoco!
iniziando dalla prima.. mi puzza un pò, come dici: dove hai trovato questa affermazione? puoi eventualmente copiare qui il testo o fare una scansione della pagina per poter vedere tutto il contesto della frase?
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No, non posso fare una scansione sulla prima affermazione perchè il manuale in questione che lessi 13 anni fa (Meteorologia di G.D Roth) non lo trovo più in casa...
Per essere precisi però diceva, con tanto di illustrazione a 3/4 del libro, che in virtù dell'ascesa d'aria dovuta alla convergenza nelle zone di bassa pressione ai limiti superiori della zona depressionaria l'aria anzichè continuare a convergere diverge verso le zone in cui poi per subsidenza ridiscende ovvero nelle zone di alta pressione, il che è coerente con il principio di conservazione della massa e che equivale a dire che la circolazione in quota è opposta a quella al suolo cioè che in quota si ribaltano le zone di alta e di bassa, o sbaglio?
Le veda come domande separate, quindi non è vero che si tratta di troppa carne al fuoco, si tratta solo di ricomporre un puzzle e dare una spiegazione fisica ad un insieme di cose che si osserva sulle carte meteo e francamente poco chiare...
Ultima modifica di lorenzofiori; 18/09/2010 alle 13:02
Il discorso di cui al punto 1 può essere vero nel caso di anticiclone termico o, viceversa, di bassa pressione termica. In entrambi i casi infatti la struttura termica presente nei bassi strati dell'atmosfera può non corrispondere a quella dinamica presente in media e alta troposfera. Per il principio di conservazione della massa si produce il fenomeno della convergenza (>divergenza) al suolo (o appena sopra la relativa figura termica eventualmente presente in virtù di quanto detto prima) e di divergenza (>convergenza) in quota, rispettivamente in caso di bassa (>alta) pressione. Il che non significa assolutamente che la circolazione al suolo e in quota siano opposte. In altre parole, se l'aria si ammassa al suolo dovrà pur sfogarsi da qualche parte e allora cosa fa? Sale verso l'alto (bassa pressione dinamica). Giunta in quota si ammassa fin sotto la tropopausa poi dovrà pur sfogare da qualche parte e allora cosa fa? Scende verso il suolo nelle zone adiacenti il canale di precedente risalita (alta pressione dinamica).
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Ho il G.D. Roth del '93 e a 3/4 del libro (p.167) vengono spiegati gli afflussi delle correnti fra le aree di bassa e alta pressione prendendo come esempio le brezze in scala locale ma non mi sembra si parli esplicitamente di inversioni in quota nel campo della pressione:
in parole povere dove è presente aria calda, vi è una risalita lasciando al suolo una bassa pressione, successivamente si instaura una convergenza delle correnti d'aria. Mentre in quota l'accumulo induce ad una divergenza verso le aree circostanti.
In scala sinottica oltre ad introdursi la componente termica come detto da Luca la bassa pressione così come la alta sono generati anche dalla forza di Coriolis, questa tende a generare una deviazione rispetto alla direttrice segnata dalle linee isobariche (equilibrio geostrofico) che nelle depressioni risulta divergente e non convergente, non è che la circolazione in quota sia opposta, ha sempre lo stesso verso, mentre il vento termico costituisce un ulteriore "correttivo" nella direzione delle correnti (correggetemi se sbaglio).
Nei primi strati a causa dell'attrito con il suolo si instaura una deviazione verso sinistra (e non verso destra) cioè verso le basse pressioni, che progressivamente si affievolisce con la quota e cambia di "segno" descrivendo una spirale. In pratica l'attrito al suolo produce "un'errore" che si ripercuote nell'intero sistema, quindi anche in quota per conservazione delle quantità di massa e di moto. E' proprio la divergenza in quota che ristabilisce la bassa pressione e compensa quell'errore dovuto alle perdite per gli attriti.
Spero di aver chiarito qualcosa.![]()
Ultima modifica di Roberto Gaianigo; 19/09/2010 alle 20:10
Boh...certo però che se "l'aria scende verso il suolo nelle zone adiacenti il canale di precedente risalita" verrebbe proprio da dire di primo acchitto che la circolazione in quota è opposta a quella al suolo...grazie comunque per la spiegazione...
Si, però accumulo d'aria in quota vuol dire che la densità e quindi la pressione sono maggiori e tali da spingere l'aria verso zone dove ce n'è meno ovvero verosimilmente a densità e pressione minore...boh...
Quello delle brezze è appunto un esempio che evidentemente per Roth aveva tutto il senso di un caso generale...stranezze della meteorologia...
In sostanza uno si può chiedere cosa rigera contiinuamente una zona di alta pressione dinamica, pur spostandosi questa...? Da dove viene l'aria che la rigenera...?
Rimanendo su scala locale, per avere una pressione dev'essere presente un'equilibrio di forze che in superficie per esempio potrebbero essere originate dal gradiente termico e dall'attrito con il suolo, quest'ultimo ovviamente non è presente in quota.
Come la vedo io, in fisica se io ho una corrente per ex in moto rettilineo uniforme, ho una corrente e basta, non è detto che siano presenti pressioni se non ci sono attriti, in questo caso abbiamo solo una deviazione laterale una volta raggiunto il top dell'altezza dalla corrente ascendente, una piccola alta potrebbe esserci.
Ovviamente l'esempio che riporta Roth su scala locale non mi sembra che calzi esattamente in scala sinottica, infatti proprio nel paragrafo successivo si parla degli "effetti della rotazione terrestre sul tempo".
Ultima modifica di Roberto Gaianigo; 19/09/2010 alle 22:46
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