Secondo me si può parlare ancora di ghiacciaio quando esso è in grado di realizzare delle fasi di crescita, alternate certamente a fasi di ritiro. Ma quando si ha solo ritiro, e magari si arriva a residui di ghiaccio coperti dalle pietre, quello non è più un ghiacciaio, ma una carcassa in stato di decomposizione. Decomposizione che può anche durare molti anni, alla stregua di un processo di mummificazione...ma si tratta comunque di un organismo morto.
Beh in glaciologia il discrimine tra ghiacciaio e glacionevato è sostanzialmente il movimento, che il primo compie, mentre il secondo no. In questo senso il ghiacciaio della Marmolada penso sia ancora ben considerabile tale, se non altro in quanto la sua massa non indifferente (si tratta di un apparato comunque di più di 1 kmq, non poco per le Alpi italiane...) sicuramente causa movimento. Poi tra un decennio se sarà ancora così non lo so, però definire il ghiacciaio della Marmolada "in stato di decomposizione" mi pare un'affermazione alquanto forte, se non altro perché con questo principio anche la calotta glaciale groenlandese e quasi tutti i ghiacciai montani del globo terracqueo sarebbero da considerare tali, dato il loro costante ritiro da oramai decenni a questa parte...![]()
Mi riferivo più che altro al discorso della "resistenza" di un ghiacciaio. Certo se un apparato si trova costantemente sotto la linea delle nevi perenni di qualche centinaio di metri, e ogni anno viene consumato ghiaccio e non solo nevato, possiamo anche appellarci ai principi della glaciologia ma di fatto si tratta di una decomposizione di un organismo già morto, contestualizzandolo anche al fatto che tutto lascia prevedere un ulteriore aumento delle temperature. Ghiacciai come quello della Marmolada quindi, a mio parere, sono già morti, poi possiamo anche aspettare il 2030 o 2035 per dirlo, ma quello è. Diverso invece è il discorso per quei ghiacciai alpini che hanno bacini di alimentazione più in alto, che ancora sono in grado di sviluppare bilanci positivi, ad eccezione delle loro lingue, ove presenti, destinate a sparire rapidamente sotto i 3000 metri o giù di lì.
Questo credo sia uno degli esempi più lampanti sulla resistenza dei ghiacciai "bassi", e la prospettiva di vita che ne consegue per quel che ancora resta.
Steingletscher, Alpi Urane, visibile dal Sustenpass.
Prima foto stimabile fine 90 o inizio 2000, a giudicare dalle biciclette e l abbigliamento dei ciclisti.
Seconda foto lo scorso weekend. sts5928_42689.jpgScreenshot_20210907_081045.jpg
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