Qui c’è la lettera che ho mandato al dottor DeLauretis dell’ISPRA

http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind...single&ide=480

Qui c’è l’allegato

http://www.wpsmeteo.it/index.php?ind...single&ide=486

Qui c’è la risposta di De Lauretis

Gentile dottor Costa,
il nostro lavoro di stima delle emissioni dovute alle attività antropogeniche, incluso l'allevamento di animali per la produzione di prodotti diari e carne, non ha l'intenzione di valutare il peso delle emissioni di una attività o processo produttivo sull'incremento delle concentazioni di CO2, bensi di valutare le quantità emesse ogni anno da un elenco di attività definite appartenenti a diversi settori come quelli relativi ai consumi energetici, i processi industriali di produzione, l'agricoltura o la gestione dei rifiuti.
In relazione agli accordi intrapresi a livello internazionale nell'ambito della Convenzione sui Cambiamenti Climatici e successivi Protocolli di riduzione delle emissioni, come il Protocollo di Kyoto, è stato concordato l'elenco di sostanze di cui calcolare le emissioni e con quali valori convenzionali potenziali di riscaldamento globale (21 per il metano e 310 per il protossido di azoto) al fine di poter confrontare tali emissioni con quelle calcolate di anidride carbonica. In relazione agli assorbimenti delle emissioni derivanti dai cambiamenti di uso del suolo, dal suolo e dalle foreste, è stato concordato che le Parti del Protocollo potessero utilizzare solo parte delle quantità assorbite, calcolate con riferimento alle ultime metodologie disponibili, ed in particolare le GPG LULUCF dell'IPCC, al fine della verifica del rispetto degli impegni di riduzione intrapresi.

Per riassumere il nostro compito è quello di stimare le emissioni annuali dei settori e di compararle tra loro nel tempo, individuare le potenziali misure di riduzione di tali emissioni e verificarne gli incrementi e le riduzioni; non è nostro compito invece quello di stabilire se le emissioni di un settore incidono più o meno sui cambiamenti climatici.
Le serie storiche delle emissioni annuali sono poi input, insieme a tante altre informazioni e parametri, dei modelli indipendenti sviluppati nel mondo che cercano di prevedere i potenziali effetti nel medio-lungo periodo dei cambiamenti climatici in atto, il peso delle attività antropogeniche su tali cambiamenti, gli eventuali danni e costi relativi.

Non esiti a contattarmi per ulteriori chiarimenti

Riccardo De Lauretis
ISPRA
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
via C. Pavese 313
00144 Roma

tel 06 50072543
fax 06 50072657
delauretis@apat.it

E qui c’è la mia replica

Dott De Lauretis

la ringrazio dell'attenzione e della risposta.
Quello che ho cercato di spiegare nell'allegato è che ritengo un errore stimare il metano prodotto dagli animali zootecnici sia per ruminazione, sia per fermentazione reflui, come una emissione.
L'emissione di metano zoogenico è uguale a zero, come l'IPCC considera uguale a zero le emissioni di CO2 zoogeniche dovute sia alla respirazione, sia alla fermentazione dei reflui ! Perchè il metano zoogenico è esattamente uguale al captato dai vegetali.
Quindi le metodologie GPG LULUCF dell'IPCC, se dicono che il metano prodotto dagli animali zootecnici è da considerarsi come una emissione: sono sbagliate.
Non è un puntiglio, perchè le conseguenze di questi errori sono che gli allevatori per ottenere l'AIA ( senza la quale non si può allevare) devono e dovranno abbattere le emissioni, con costi enormi, mentre quelle zoogeniche non sono emissioni, ma gas immessi in cicli rinnovabili!

Claudio Costa