spettacolo puro!! Peggioramento che è stato 'beccato' con precisione in tutte le sue dinamiche: complimenti!
quindi deve ritornare l'azzoore normale,il majatlantico, e non il cammajale, o il cammello assurdo.
Quindi l'Atlantico non è solo il RE dei meteofili lombardi, ma SALVATORE DELL'UMANITA'
Beh, però, c'è da fare una considerazione, che era poi la stessa fatta negli anni passati in cui i modelli erano invece accusati di non essere così precisi; allora si diceva grossomodo : "i modelli trovano molta difficoltà in questi anni perchè l'assenza della predominante atlantica li mette in crisi".
Ora che la predominante atlantica è tornata finalmente agli antichi allori (come mi aspettavo), la situazione previsionale è più semplice.
Si può quasi mettere il pilota automatico
Ciao![]()
Ma non so chi abbia detto questa cosa, ma è una baggianata.
I modelli fisico matematici sono equazioni, e un'equazione, ovviamente, non sa mica se un insieme di numeri è atlantico o siberiano. I modelli matematici sono messi in crisi dove c'è orografia complessa e in condizioni complesse, cioè influenzate da orografia o instabilità atmosferica (fenomeni a scala temporale e spaziale ridotte). Per il resto, atlantico o polare, poco cambia.![]()
Giovanni Tesauro
Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it
Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm
Tempo fa qualcuno, ma non chiedermi chi perchè non mi ricordo, scriveva (sul forum) che mentre il tempo atlantico ha delle dinamiche evolutive più "costanti", le situazioni di goccie fredde o irruzioni artiche, con assenza quasi totale di componente atlantica, sono più imprevedibili per via di parametri (da inserire nei modelli matematici) più instabili.
L'evoluzione di una goccia fredda è molto più difficile da prevedere rispetto a quella di una perturbazione atlantica, molto più estesa.
Con le irruzioni da Nord, poi intervengono le ovvie complicazioni orografiche.
Qualcuno poi diceva che nei modelli matematici, fra i vari paramentri immessi, ve ne sono alcuni che tengono conto anche di risultati statistici.
Ciao![]()
Senza dubbio le gocce fredde sono situazioni complesse, certamente, infatti parlavo di situazioni su scale spaziale e temporali piccole. Quel che è certo è che ormai le scale spaziale e temporali medie si prendono con altissima attendibilità a giorni e giorni di distanza.![]()
Giovanni Tesauro
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Grande segnalazione Giò.
Ostregheta che precisione micidiale.![]()
di certo la scala del fenomeno conta. I modelli globali, da cui tutte le previsioni dipendono, gestiscono certo meglio le scale grandi, per motivi abbastanza evidenti. Tuttavia non credo di dire una sciocchezza troppo grossa se affermo che non tutti i ''tempi" sono ugualmente prevedibili, penso anche a causa della diversa qualità del dato iniziale.
Per esperienza tutti qua sanno, ad esempio, che certe perturbazioni in arrivo al Sud dal nord Africa danno, come dire, poca soddisfazione. Non sarà l'unico motivo, ma certo conta anche il fatto che la rete osservativa da quelle parti sia più scadente.
Lorenzo
Non credi però che, considerando il sistema atmosferico nel suo insieme, possano esistere dei "modi naturali" dello stesso in corrispondenza dei quali il modello matematico fornisce performances migliori forse in virtù del fatto che l'intervallo di linearizzazione dello stesso riesce a coprire quasi interamente l'oscillazione naturale del sistema?
Oppure, considerando l'atmosfera come sistema caotico, potremmo ipotizzare l'esistenza di alcuni attrattori ed uno di questi individuarlo nella configurazione atlantica, ad esempio.
Sai se c'è qualche studio in proposito?
![]()
Ammazza Folly, così esageri però.
Io ritengo che i Modelli abbiano le loro ovvie carenze sui fenomeni che mettono in bilico i concetti approssimanti che costruisccono i modelli stessi: i fenomeni in questione sono tutti quelli che hanno scale spaziali e temporali, e derivate seguenti , che risultano al limite della capacità operazionale dei MFM. Ovvio che queste fenomeni siano caratteristici di alcune configurazioni, ma a mio parere è sicuramente sbagliato generalizzare. Per esempio, tutti noi sappiamo a memoria la difficoltà nel dare direzionalità all'ingresso delle gocce continentali invernali, ma anche una perturbazione atlantica col suo trasporto di convezione non è che dia meno grattacapi....
Insomma, il discorso è affascinante e complicato, sarebbe cosa ottima se gli amici del CEM (magari Raffaele Salerno, che mi pare sia il responsabile della modellistica) ci dessero qualche news. Vedo che Lorenzo ha già dato il suo contributo, e lo ringrazio!
Giovanni Tesauro
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