A mio avviso ci sono alcuni casi, nello studio della dinamica atmosferica, in cui la linearità del sistema può vincere sulla caoticità dello stesso. Se, infatti, rimane sempre vero il detto che “il battito di ali di una farfalla in Australia è in grado di generare, qualche settimana dopo, un uragano a Cuba”, può essere vero che, in rarissimi casi, la predicibilità della circolazione atmosferica è visibile fin quasi all’orizzonte con molti mesi in anticipo, specie se le basi di questa circolazione sono dettate, passo dopo passo, da quei fattori climatici che vedono le proprie variazioni esplicarsi su scale biennali e/o decadali. Mi riferisco, in particolare, al ciclo solare, alla QBO (Quasi Biennal Oscillation) ed all’AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation).
Ieri, 18 luglio, il modello climatico elaborato presso il NCEP ha aggiornato le proiezioni stagionali per il prossimo inverno ed ha assegnato al continente europeo una certa probabilità di avere una stagione sottomedia, con anomalie negative che si dovrebbero attenuare procedendo da est verso ovest. Pur tenendo sempre a mente che, a scala continentale ed allo stato attuale, l’affidabilità di un modello climatico è scarsa, ci sono a mio giudizio dei discreti presupposti per cominciare a ragionare su quali possono essere i punti chiave che hanno portato l’integrazione operata dal modello climatico ad elaborare proprio questa linea di tendenza stagionale, espressa ovviamente sempre in termini di probabilità che l’evento si verifichi (ricordo sempre che, in questo frangente, non parliamo mai di previsione deterministica).
Se, infatti, l’elaborazione avviene su dati che mantengono gli stessi valori di anomalia (in quanto quest’ultima ha caratteristica di durata decadale o biennale) allora è probabile che il modello climatico faccia meno “fatica” a cogliere lo scenario che detiene la maggiore probabilità di successo. Non solo, ma più i valori di queste anomalie sono “forti” nelle aree in cui si accompagna la dinamica atmosferica che da esse dipende, più è probabile che la dinamica circolatoria che è invece legata ai valori degli indici teleconnettivi che “operano” lontano da queste aree venga ancor più soffocata (leggi El Niño Southern Oscillation). È noto, infatti, che più ci allontaniamo dalle zone in cui l’anomalia sussiste e più il suo effetto si fa meno evidente e meno incisivo sul piano circolatorio: non per nulla le proiezioni stagionali, basate per esempio sull’alternanza del Niño e della Niña, hanno un’elevata probabilità di successo proprio nella fascia tropicale, cioè laddove il ciclo ENSO è di casa.
Dando per scontate ormai le considerazioni sulla scarsa attività solare che, tra l’altro, si mantiene inalterata da ormai due anni circa, è interessante invece notare come, dal giugno scorso, la QBO sia passata in terreno negativo, alla quota isobarica di 30 hPa, sopra l’Equatore: qui le correnti zonali stanno già correndo a circa -5,5 m/s, ovvero sono diventate anti-zonali (moto da est verso ovest). Considerando quindi che il picco negativo della velocità si raggiunge, mediamente, circa 6-7 mesi dopo aver registrato il primo valore che attesta “il cambiamento di direzione al moto delle correnti”, è auspicabile che, proprio in concomitanza della prossima stagione, i moti troposferici raggiungano il massimo dell’antizonalità.
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Dando questa dinamica praticamente per certa, aggiungendo l’effetto altrettanto certo di un sole “freddo” che ormai vede sempre più aumentare la probabilità di dare il via ad un ciclo 24 sottotono, non ci resta che evidenziare anche l’anomalia marcatamente negativa dell’AMO che, sicuramente, rimarrà su tali valori (se non addirittura più bassi) anche nei mesi avvenire, a causa della sua caratteristica di “quasi stazionarietà” multidecadale. Per quanto riguarda El Niño, invece, non credo ad una forte ripresa delle SSTA del Pacifico durante questo ciclo di ENSO, e comunque credo anche ad una sua influenza scarsa, se non addirittura nulla, nella determinazione dei patterns sinottici che si contenderanno lo scacchiere europeo.
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A mio avviso, quindi, è molto probabile che il modello climatico del NCEP abbia elaborato la proiezione della prossima stagione invernale proprio in base alle considerazioni appena esposte. Per questo motivo sembrerebbe mediamente più probabile un pattern circolatorio che predilige un inverno più freddo sul continente europeo per la probabile affermazione, dopo tanti anni, dell’anticiclone russo-siberiano che, da oltre gli Urali, potrebbe piazzare una roccaforte anche sull’Europa dell’Est. Tale ipotesi appare plausibile anche per il fatto che, con l’avanzare della stagione invernale, l’anomalia negativa della temperatura a 2 metri prevista dal modello tende ad amplificarsi sia nel valore che nella superficie occupata. Considerando poi un Oceano Atlantico molto incline a produrre centri depressionari per le SSTA negative persistenti, lo scenario più probabile potrebbe quindi essere quello che vede il Mediterraneo terra di scontro tra due masse d’aria dalle caratteristiche diverse: una gelida orientale e l’altra mite zonale che interesserebbe, in modo più determinante, solo il settore più occidentale del nostro continente. Poco probabili, invece, le rimonte africane per il segno troposferico negativo della QBO.
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Dietro alla proiezione del modello climatico del NCEP, quindi, sembra esistere una logica circolatoria molto chiara che, a mio avviso, probabilmente potrebbe rivelarsi anche quella giusta, perché governata da fattori climatici le cui anomalie o valori possiamo definirli costanti su lungo periodo. Verificheremo più avanti se questo Centro di calcolo varierà questa proiezione probabilistica, anche alla luce di possibili cambiamenti dei parametri teleconnettivi qui analizzati. Ad essere sincero, però, penso che la strada sia stata a grandi linee ormai intrapresa, per il semplice fatto che quest’anno potremmo cadere nello 0.1% dei casi in cui, come detto all’inizio, la linearità del sistema atmosferico può vincere la caoticità dello stesso. Mia opinione personale sicuramente molto discutibile, ma che questa volta mi sento di mettere per iscritto.
Buona serata a tutti
Non che io voglia rovinare le speranze di un'inverno freddo... però noto alcune inesattezze sullo stato degli oceani forse dovute a quella mappa con i colori ingannatrici, l'AMO è tornata positiva in Giugno e difficilmente sarà negativa nei prossimi mesi poichè sul breve periodo risente fortemente dell'influenza del ciclo ENSO, più in generale gli oceani hanno registrato in Giugno la più forte anomalia dell'intera serie storica e il pacifico ha anomalie diffusamente positive.
l'AMO:
http://www.cdc.noaa.gov/data/correlation/amon.us.data
Le anomalie globali sugli oceani:
ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/ano...1-2000mean.dat
Le mappe giornaliere delle ssta fornite dal NOAA e basate sull'analisi di Reynolds credo che siano preferibili quantomeno per i colori:
http://www1.ncdc.noaa.gov/pub/data/o...sr-anom-bb.gif
Interessante a proposito di quanto stà accadendo alle anomalie oceaniche anche l'ultimo report del NOAA:
NCDC: Climate of 2009 - June Global Analysis
ciao.
Un motivo in più che suggerisce la probabilità di ciò che è stato scritto, è e sarà le possenti ondate di calore che ci interesseranno. Colpisce la molta energia in gioco presente nel sistema ed una prova ne sarà la possente ondata di calore ormai imminente. Così una mia piccola e breve riflessione che potrebbe rilevarsi errata ma che negli anni passati con tali sinottiche estive, poi nelle stagioni successive sono avvenute configurazioni come da lei descritte. In sintesi: dalla Saharizzazione alla Balcanizzazione. Proprio dove scorrono ora, in maniera imponente masse d'aria rovente, poi in futuro potrebbe accadere un Reversal Pattern. Sottolineo ancora che ciò è soltanto una mia considerazione e non è una regola matematica.![]()
ma quindi se la proiezione rimane lineare ci sarebbe solo freddo secco oppure freddo e precipitazioni nevose abbondanti??
Probabile, grazie per la correzione. Mi sono basato sulle SSTA dell'oceano atlantico, in particolare per quel che riguarda la pesante anomalia negativa ad ovest del Portogallo che ci portiamo dietro da diverso tempo.
Eventualmente correggerò il tiro alla prossima proiezione climatica. Desidero solo capire come "lavora" il modello climatico del NCEP: non voglio alimentare nessuna speranza.
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interessante
ma in luglio proprio non riesco a pensare all'orso e alle configurazioni invernali, mi pare un altro mondo...sono troppo stagionofilo
in questa stagione mi interessano solo i temporali, fra l'altro parecchi quest'anno
ben per voi che guardate così lontano, io a malapena guardo sul long dei GM
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Ormai sono taltmente tanti inverni che l'orso latita dalle nostre lande che sarebbe il benvenuto, vedremo....![]()
Odio la nebbia !!!
L'altro anno le previsioni che uscirono a Luglio da questo modello, furono quelle esatte (ma purtroppo le cambiarono decisamente a cacchio i mesi successivi). Chissà che quest'anno non ripetano l'anno precedente.
Comunque solita storia di tutti gli anni. Troppo presto parlarne...
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Meglio leggere l'oroscopo...
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
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