Se vado con la memoria alle estati degli anni 70,nei miei ricordi sono rimaste come le estati del giubbotto,nel senso che spesso la sera uscivo con la giacca a vento,che mettevo in macchina o nel motorino,e che tiravo fuori al bisogno.Cosa che oggi sembrerebbe quasi ridicola qui in romagna,se non in rarissime occasioni.Anche se non sono rare neanche oggi ondate di freddo repentine ed intense,come ques'anno all'inizio di giugno,esse sono per lo più seguite o precedute da onde di calore tremende,e di un'intensità tale che 30 o 40 anni fa sarebbe stata appunto una rarità.L'umità in media è diminuita.e il caldo quando è over 35 tende ad essere torrido,mentre un tempo erano decisamente più frequenti giornate da 30-32 con caldo afoso,e quindi tutt'altro che piacevoli!Quasi scomparsi i temporali violenti,il grano si miete mediamente 15-20 giorni prima,non ricordo un solo caso negli anni 60-70 e direi anche 80 in cui si è mietuto il grano in giugno,mentre da una ventina d'anni ciò avviene regolarmente,pur in presenza di varietà botaniche identiche.
Tutto ciò è perfettamente logico,se interpretato con l'ipotesi dello spostamento permanente verso nord delle celle di hadley,che ci comprimo ora direttamente sulla zucca il respiro torrido dle cammello,spostando verso nord le velleità del flusso atlantico che ormai ci raggiunge con grande fatica,e del suo cugino azzorriano che ci regalava le estati calde,un pò umide ma non feroci di un tempo.