Citazione Originariamente Scritto da brenva'20 Visualizza Messaggio
faccio che riportare un intervento fatto in un altro td, è lunghetto ma forse può interessare

Per quanto riguarda il periodo medievale posso riportare alcune leggende/storie relative alla mia regione e alcuni reperti.
Dove attualmente è presente il ghiacciaio del Ruitor si narra ci fissero verdi pascoli...che vennero poi ricoperti di neve per castigo divino
Stessa storia per il Lys

Nell'archivio parrocchiale del mio paese sono presenti alcuni documenti risalenti al XIV-XV secolo che narrano la presenza di una borgata denominata Saint Jean de Pertuis in Val Veny.Secondo tali manoscritti, il villaggio doveva situarsi nella piana detta Plan Veny, oggi in parte occupata dalla morena laterale destra della Brenva e dalla lingua del ghiacciaio. La leggenda attribuisce la distruzione dell’abitato ad un castigo divino abbattutosi a causa degli abitanti del paese che non avrebbero rispettato la festa di Santa Margherita (protettrice dei borghi montani contro alluvioni, valanghe e frane).
Il ghiacciaio, disceso rapidamente dal suo circo, inghiottì il villaggio ed i suoi abitanti.
Attraverso il racconto tradizionalmente colorito si possono trarre alcune conclusioni e formulare alcune ipotesi degne di nota.
Durante l'optimum climatico medievale, il ghiacciaio doveva essere tanto ridotto da permettere la costruzione di un villaggio ai suoi piedi. La piana della Val Veny si presentava quindi sgombra da ogni invasione glaciale e coperta di campi e prati.
Possiamo ragionevolmente ipotizzare che non fu direttamente il ghiacciaio a travolgere il paese, ma piuttosto una grande frana precipitata dalle pareti circostanti precedentemente alla Piccola Età Glaciale.

Qualche dato più preciso ci arriva dalla zona del Colle del Piccolo San Bernardo (2200m) attualmente priva di ogni genere di pianta ad alto fusto e che in epoca romana e medievale era sede di foreste di larici e abeti.
Stesso discorso per il Vallone di Chavannes (La Thuile). Attualmente tutto il vallone si presenta privo di vegetali ad alto fusto.
Le valaghe però ogni inverno portano a valle talmente tanta legna che ai malgari non necessita di farla arrivare dal fondovalle per scaldare il latte della Fontina.
Ma com'è possibile che ci sia questa abbondanza di legna se lassù non c'è neanche un albero?
Uno di questi ceppi è stato datato al C14 e in seguito è stata fatta un'analisi dendrocronologica.
Il ceppo di pino cembro è stato rinvenuto intorno ai 2300m, trasportato da una valanga staccatasi a circa 2700m.
La datazione ha fornito una data di "nascita" della pianta intorno al 1100 d.C (900 bp)
Ma la parte interessante è l'analisi dendrocronologica, la pianta nei primi anni di vita cresceva regolarmente con anelli ben distanziati.
Intorno al 1250 (con l'avvento di una delle prime fasi fresche dopo il periodo di caldo medievale) si vedono gli anelli rimpicciolirsi sempre di più segno che le condizioni di vita dell'albero erano veramente difficili, ma nel giro di un paio d'anni ha ricominciato a crescere quasi con il ritmo che ha avuto nei primi 150 anni di vita, perché?
Dato che le piante che gli erano attorno piano piano sono morte, vuoi per le condizioni climatiche mutate, vuoi per qualche valanga, Il nostro cembro riceveva grandi quantità di luce che gli permettevano di vivere discretamente; finché anche lui non è stato vittima di quella fase fresca che segnò la fine del MWP.
Avevo letto, comunque ottimo intervento