Come promesso butto lì qualche considerazione teleconnettiva in varie puntate (ENSO, SSTA atlantiche, ecc…) in ottica tardo-autunnale e invernale. Partiamo dal forcing esercitato dal Nino (per un monitoring costante vi rimando alla discussione pertinente)....


ENSO


Modoki o West-based?

Come già anticipato nel thread apposito (link) ci avviamo probabilmente verso un Nino con i suoi massimi localizzati nelle regioni più occidentali, la 3.4 e la 4.

A seconda che ci troviamo negli USA o in Giappone sentiremo parlare rispettivamente di Nino West-based o Modoki per identificare quanto descritto sopra.

In realtà c’è qualche piccola sfumatura tra i due termini: se l’accezione di West-based indica genericamente che le SSTA sono più alte nella parte occidentale, con l’aggettivo Modoki si presuppone che si formi un Tripolo ben definito con SSTA addirittura negative nelle regioni orientali. Per tutte le spiegazioni del caso vi rimando all’ottima disamina dell’amico Daniele (link).

Per il motivo di cui sopra, dato che le SSTA nelle regioni più orientali sono al momento ancora positive, preferisco parlare genericamente di Nino West-based, tenendo presente che l’ipotesi Modoki potrebbe poi effettivamente realizzarsi nei mesi a venire.


Nino West vs Nino East: cosa cambia per l’Europa?

Per verificare ciò, mi sono autocostruito due timeseries che ho chiamato rispettivamente Nino West e Nino East.

La prima prende in esame le SSTA nel rettangolo 170W-160E 5N-5S mentre la seconda le SSTA nel rettangolo 110E-80E 5N-5S.

Andando a verificare la correlazione in questo modo, abbiamo a mio avviso un vantaggio rispetto ad es. all’andare a catalogare tutti gli episodi di Nino in East o West e poi plottando il confronto: costruendoci la timeseries infatti poniamo l’accento sull’ENSO in qualità forzante primaria, depurando così in maniera piuttosto netta tutte quelle altre forzanti che altrimenti intervengono normalmente soprattutto in caso di Nino debole.

La correlazione con le SSTA di ottobre dei due “indici” Nino West e Nino East è riportata nella figura sotto:





Come vedete, oltre alla ovvia diversa disposizione delle anomalie in zona ENSO, ci sono altre differenze interessanti.

Un Nino West di fatto tende a favorire anomalie meno positive nell’oceano Indiano e nell’Atlantico tropicale, o addirittura negative, a ridosso delle coste europee e nel N-Pacifico (PDO+).

Questa “impronta globale” così differente non è da sottovalutare, e potrebbe essere la chiave di volta per capire la ragione di tanta diversità anche nel forzare i pattern invernali che vi sto per mostrare.
Passiamo quindi a verificare le differenze del pattern europeo in caso di Nino West e Nino East.

Premetto che le migliori correlazioni in ciascun mese del trimestre invernale si hanno generalmente con l’ENSO tardo-autunnale. In particolare ad una rapida analisi sembrerebbe che il mese dicembre abbia le più alte correlazioni a lag 0, mentre sia gennaio che febbraio hanno le migliori correlazioni col Nino novembrino.


DICEMBRE

Nino East: favorito un pattern di tipo ATL coadiuvato da un anticiclone nordeuropeo a salda matrice continentale:




Nino West: il pattern è simile ma l’anticiclone nordeuropeo non presenta alcuna radice continentale assomigliando di fatto ad un vero e proprio pattern SCAND+:




GENNAIO

Nino East: favorito ancora una volta un pattern di tipo ATL, questa volta esasperato dalla tendenza verso un solido EA+:




Nino West: il pattern in questo mese è quasi speculare rispetto al Nino East, abbiamo infatti un EA- favorito con Nino W e coadiuvato da AO e NAO negative:




FEBBRAIO

Nino East: favorito un pattern SCAND— rafforzato da un Atlantic ridge sbilanciato a coprire buona parte dell’Europa occidentale:




Nino West: anche in questo caso le differenze sono notevoli, prevale la tendenza ad un pattern ATL ed EA+ ma in questo caso le correlazioni nell’intero comparto europeo sono prossime alla neutralità:




La differenza tra Nino West e Nino East si nota ancor meglio considerando la correlazione con le temperature a 850hpa dell’intero trimestre a lag 2 mesi (Nino OND vs T Europa DJF):


Nino East:







Nino West:




Un Nino West-based tende quindi addirittura a favorire scarti di temperatura negativi nell’arco del trimestre.



Infine una speculazione “a cuor leggero” sull’intensità del Nino ormai in corso.

Tralasciando per un attimo tutti i predictor (SOI, MJO, Kelvin wave, ecc…) e concentrandoci unicamente sulla verifica delle classiche proiezioni stagionali, vale la pena di notare come negli ultimi due anni (e molto probabilmente anche prima) vi sia la tendenza, soprattutto da parte del CFS NCEP a prevedere picchi d’intensità (negativa o positiva) quasi sempre maggiori rispetto a quanto poi accade realmente:





Sembra quasi che i modelli procedano per inerzia, finchè la curva non raggiunge il punto di flesso. E solitamente dopo il punto di flesso difficilmente si assiste ad un repentino ritorno alle condizioni precedenti.

Ciò può significare che, se il Nino toccherà il suo massimo relativo nelle prossime settimane, allora un’intensità Strong dovrebbe essere a tutti gli effetti scongiurata e le previsioni si adatteranno di conseguenza.

Alla prossima puntata!