La superficialità mediatica nel parlare di meteorologia
E' l'ennesima notizia di questi giorni enfatizzata e/o amplificata per sorprendere i propri lettori distaccandoli dalla realtà. Nemmeno la particolarità e l'intensità dell'evento giustificano il comportamente superficiale tenuto dalla maggior parte dei media in questi giorni.
Eppure sembra che i mezzi di informazione seguano la regola per cui più è rilevante e diffuso l'evento meteorologico, maggiore è la leggerezza nel trattare gli argomenti inerenti.
Di questo passo, se non si ci siamo già arrivati, la credibilità finisce sottoterra.
Detto questo, consiglierei inoltre a chi si cimenta nel raccontare un evento meteo al di fuori dei nostri confini, di seguire un bel corso approfondito di geografia, perchè non se ne può più delle varie generalizzazioni giornalistiche con le quali se in una località estera fa molto freddo o molto caldo, allora si diffonde virtualmente questa condizione all'intera nazione di appartenenza.
Seguendo questo teorema la Repubblica ha deciso che se vengono toccati i -20°C in Scozia, allora significa che anche a Londra la temperatura è scesa a livelli così bassi.
Nel titolo a caratteri cubitali si informa che la temperatura a Londra è stata di -20 (assolutamente falso). Poi si legge l'articolo e si scopre che in realtà il dato è riferito alla Scozia, notoriamente la regione dove è collocata Londra.
Riescono addirittura a contraddirsi da soli.
Ho citato questo articolo per fare un esempio ma ho notato che l'approccio dei media alla meteorologia è mediamente drammatico.
Servirebbe una rivolta scientifica per dare un calcio a questa noncuranza dilagante.
Per fortuna da quando è nata internet, è possibile seguire canali di informazione di qualità anche in settori, come la meteorologia, poco considerati dai grandi gruppi editoriali.
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