Caro Giorgio, mi fa enormemente piacere raccogliere il tuo consenso, viste la militanza e l'esperienza che ti appartengono.
Come mi fa altrettanto piacere raccogliere quello espresso dall'omonimo amico Luca, al quale rispondo volutamente in maniera molto asettica e superficiale, senza quindi - altrettanto volutamente - entrare nel merito (e non lo farò neanche sotto tortura....) che.... fin troppo spesso la politica entra anche in contesti dove dovrebbe invece contare solo la SCIENZA.
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"La meteo è una passione che non comprende solo colui che non la nutre"
Genny, forever.
Ciao Alex
Ringrazio Luca per il suo intervento, mi fa risparmiare tempo perchè mi basta quotarlo visto che lo condivido parola per parola
Soprattutto sottolineo il passo dove rimarchi la complessità del sistema-natura e il fatto che nessuno ha in tasca la verità su come i vari parametri interagiscano tra di loro![]()
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
Ti quoto.
Questa green economy molto spesso è solo un businness, basta considerare gli esorbitanti costi energetici e di riflesso economici per produrre pannelli fotovoltaici con un EROEI davvero basso pari a circa 10 se non meno. Molto meglio l'eolico con EROEI di 20 e oltre, o il kitegen per lo scarso utilizzo di materiali costosi e comunque con l'utilizzo di una piccola quantità di materiali. Per non parlare del mercato delle quote di CO2, che è proprio osceno e non voglio proprio discuterne.
Le previsioni (errate) dell'IPCC di un riscaldamento medio della Terra entro il 2100 fino a 5°C, possono essere state pilotate (ed è opinione non di certo solo mia) in modo da distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai veri motivi della necessità del risparmio energetico e di taglio delle emissioni di CO2 da fonti non rinnovabili, ossia il peak oil ormai quasi certo tra il 2005-2008. Il Peak oil non significa fine del petrolio ma la fine di quello a basso costo di estrazione/trasporto/raffinazione, in quanto la logica economica dice che vengono utilizzate prima le risorse più facili da sfruttare e poi via via quelle più marginali. Infatti il picco delle scoperte di pozzi di petrolio risale ormai agli anni 1970, e la popolazione mondiale va avanti grazie a quelle scoperte e non a quelle davvero esigue degli ultimi anni che inoltre hanno un'EROEI sempre più basso, passando da circa 100 di inizio '900 all'attuale 40 ed è in diminuzione. Questa diminuzione sopravanza sempre più l'affinarsi delle tecniche estrattive e la crescita della produttività nelle industrie e influisce anche sui costi economici ed energetici dell'estrazione e di trasporto di gas naturale, carbone e di tutti i metalli e minerali.
Il petrolio verrà sempre più sostituito dal carbone probabilmente ( che si puo anche gassificare e trasportare come il metano), ma il carbone produce più CO2 del petrolio ed è più inquinante. Ma anche l'attività estrattiva del carbone nel lungo periodo calerà a causa del costo sempre più alto di petrolio, gas naturale e metalli oltre che di quasi tutti i materiali sintetici e non, e a causa del ricorso a miniere sempre più difficilmente accessibili, lontane dalle zone più abitate e dalle industrie e al ricorso a miniere sempre meno produttive.
P.S.: dimenticavo che una percentuale che varia tra il 30% e il 50% del petrolio contenuto in un giacimento non viene mai estratto a causa del fondo irregolare e della perdita di pressione interna del pozzo, parzialmente compensata da costose trivellazioni orizzontali e dal pompaggio di acqua nei pozzi per far affiorare il petrolio; inoltre le nuove scoperte di petrolio sono spesso di qualità scadente e i pozzi raramente raggiungono 1Giga barile, considerando che il consumo attuale di petrolio è di circa 83 milioni di barili al giorno, un pozzo del genere è capace di spostare in avanti il picco di soli 12 giorni.
Ultima modifica di domenicix; 24/02/2010 alle 10:20
Mi permetto di dissentire.
Ci sono molte inesattezze in quanto scritto e - col massimo rispetto - mi permetto di dire che molte sono dovute proprio alla riflessione del colonnello Giuliacci.
Sono temi delicati è vero:
se dal lato meteorologico la disamina presentata da lei, colonnello, è ineccepibile, dal lato climatologico è fallace.
E lo per un vizio di forma:
non si può prendere un episodio (l'inverno in chiusura, per di più in Europa) su un grafico non lineare (quale quello delle temperature a larga scala) per tirare delle somme climatiche.
Clima e meteorologia sono cose ben diverse, perché hanno scale molto differenti. Corretto sarebbe stato se la disamina avesse riguardato gli inverni 2000-2010 (e 10 anni, climaticamente parlando sono ancora un breve lasso sulla scala climatica ma ben descrivono un trend).
Per assurdo, se l'azione solare fosse legata all'inverno europeo (direi alta e media Europa, che da Firenze in giù è stato molto poco inverno) come spiegare i 16° di Vancouver di venerdì scorso o la feroce estate australiana?
E come sarebbe legata questa forzante positiva del blocco freddo sulla Scandinavia con la già vivace attiva delle tempeste atlantiche a largo delle coste marocchine e portoghesi?
Per assurdo, continuando nel discorso: mentre nevicava a Cannes, Gothab (in Groenlandia) era in scarto fortemente positivo da oltre 2 settimane.
Certo c'è il Nigno.
Però se continuassimo in questo confronto come conforteremo questa tesi, in caso di estate molto calda (poniamo la prossima)?
Insomma, senza dissentire sul lato meteorologico leggo nel suo intervento troppi pochi confini tra meteo e clima che diventano sponde facili per dissentire (anche giustamente entrando nel merito ma non nelle giustificazioni) di discorsi climatici che sono tutt'ora in divenire.
Insomma alla fine sarebbe triste che i suoi scritti finissero per essere paglia al fuoco di discorsi tipo "Guardate il cambiamento climatico!" strillati da certi giornali recentemente la mattina in cui a Milano c'erano 20 cm di neve.
Peccato che poi a Roma ce ne fossero 17, ed eravamo in gennaio...
Dico tutto questo perché il discorso climatico è una ricerca in corso e come tale necessita di confronto e studio.
Ma nei termini e nelle forme giuste.
Quanto alle affermazioni degli ultimi post, mi permetto di farvi notare a cosa portano a volte i - non volendo - pochi distinguo fatti estrapolando discorsi scientifici dal loro contesto ed esponendoli nudi come fosse assiomi.
La green economy è un contesto complesso che esula da discorso climatico: riguarda un ottimizzazione dei processi energetici e produttivi che è necessaria.
Su questo sono tutti d'accordo: economisti, fisici, chimici, ingegneri, agenti immobiliari, industriali.
Perché siamo quasi 7 miliardi e non c'è più spazio per nascondere certe scelte scellerate senza che queste ricadano sulla comunità.
Non più tempo del consumare, consumare ma è semplicemente iniziato il tempo del consumare e riutilizzare.
A prescindere da Kyoto (che in questo conta poco): avere una macchina che percorre 50 km/l invece di 15 è una necessità per tutti (anche per i produttori, perché ne venderebbero di più).
Avere un elettrodomostico che fa lo stesso lavoro di un altro con la meta dell'assorbimento di corrente non è una buona azione per il clima ma per l'economia.
Insomma, guai ai giudizi dati tanto per.
Riflettiamo, litighiamo, pensiamo: ma non vestiamoci la testa con pensieri preconfezionati.
PS: colonnello, la ringrazio, qualora non fosse chiaro, per la possibilità di confronto che ci offre con i suoi interventi!
Scusa, ma non colgo bene il nesso fra le due parti in grassetto. Una (previsioni) non esclude l'altra (peak oil), in termini di auspicio a maggior efficienza e risparmio energetico, no?
Poi non ho mica capito come fai a definire errata oggi una previsione al 2100. Capisco che 5 gradi in più (upper limit della likely range di uno degli scenari più estremi ) sia/appaia esagerato. Ma non per questo la puoi definire errata già oggi. Poco probabile ok, errata mi sembra un tantino forzata, come assunzione.
Finora, cmq: http://forum.meteonetwork.it/2364053-post29.html
~~~ Always looking at the sky~~~
Non so se ti riferissi al mio post, ma l'efficienza energetica e la diminuzione di consumi di eletticità o di petrolio o gas si rendono necessari proprio per l'aumento della popolazione e la diminuzione delle fonti energetiche non rinnovabili a buon mercato e la contestuale diminuzione dell'EROEI. Questo aumento dei costi energetici viene spiegato molto spesso con la speculazione finanziaria, e sicuramente anche questo è vero (vedi i picchi delle quotazioni in basso e in alto) ma il trend è causato dal sempre minore rapporto offerta/domanda. D'altronde non vi può essere speculazione se non c'è molta richiesta di una risorsa e la contemporanea scarsità relativa. I grandi manager e i politici più informati conoscono il peak oil, e non ne parlerebbero mai perchè non parlerebbero mai di un problema che non possono risolvere, poichè perderebbero solo consenso elettorale. Inoltre se si venisse a conoscenza della scarsità di petrolio la speculazione aumenterebbe ancora di più e così l'inflazione aumenterebbe notevolmente deprimendo i consumi e provocando disoccupazione.
Per cui (e il climate gate lo dimostra, per quelli che ancora fossero a digiuno della questione) molti politici e imprenditori e banchieri sono d'accordo a non far trapelare notizie e hanno premuto su molti scienziati per paventare un'aumento della temp. terrestre spropositato, in modo da rendere più consapevoli le persone della necessità del riuso, efficienza energetica ed abbattimento della crescita della CO2. Quest'ultima di sicuro provoca il GW, e il ricorso a fonti energetiche alternative con EROEI sufficientemete elevato come l'eolico o il geotermico sicuramente sono positive, cosi' come sono positive la raccolta differenziata, il riuso, la mobilità elettrica, la coibentazione degli edifici e la filiera corta per un minore spostamento delle merci.
Per cui le previsioni dell'IPCC sono volutamente esagerate riguardo il GW in quanto non considerano il peak oil ormai avvenuto, ne' l'effetto della diminuzione dell' attività solare ( dagli anni' 80 circa ) sul clima e la temp. media terrestre e che va a mitigare (anche se solo in parte nel medio-lungo termine) l'aumento di concentrazione di CO2.![]()
Ultima modifica di domenicix; 24/02/2010 alle 17:54
Un momento, non è detto che il carbone produca più CO2 del petrolio.
Vero, bruciando un kg di carbone si produce più CO2 che bruciando un kg di petrolio ma:
- si produce molta più energia per kg bruciato
- ci vuole molta meno energia per trovare, estrarre, raffinare, trasportare, il carbone (si tratta di una materia solida e sostanzialmente "pronta all'uso") che il petrolio, pensate solo alle spedizioni scientifiche, alle trivellazioni, al viaggio delle petroliere o alla costruzione di oleodotti lunghi migliaia di km, alle industrie di raffinazione
- sono praticamente azzerabili le perdite lungo il trasporto ed il conseguente inquinamento (oleodotti, petroliere)
- se il carbone si trasforma in idrocarburi di fatto si ritorna alle emissioni da petrolio, a parte l'energia spesa per la trasformazione
- le centrali a carbone di oggi sono molto più efficienti e pulite di quelle dei tempi andati del "fumo di Londra"
non sarei così categorico
****
Condivido pienamente solo l'ultima parte:
""""""A prescindere da Kyoto (che in questo conta poco): avere una macchina che percorre 50 km/l invece di 15 è una necessità per tutti (anche per i produttori, perché ne venderebbero di più).
Avere un elettrodomostico che fa lo stesso lavoro di un altro con la meta dell'assorbimento di corrente non è una buona azione per il clima ma per l'economia.""""
.............
Qualche perplessità però sull'interpretazione data all'"articolo" del Col. Giuliacci. Mi sembra che "prendesse spunto" da un ERRATA presa di posizione di "altri", dei sostenitori dell' AGW, che prendevano a loro "difesa" i locali e temporanei "eccessi" del "tempo", ....
""""""""""""""Alcuni scienziati, sostenitori “integralisti” della teoria dell’AGW (Antropic Global Warming) hanno visto anche in questa anomalia climatica una diretta conseguenza dell’incremento dei gas serra, CO2 in primis. Quindi anche la piovosità invernale record che per il secondo inverno consecutivo ha interessato l’Italia, sarebbe una diretta conseguenza delle modifiche climatiche provocate dall’AGW. """"""""""""""
......
e non il contrario come sembra sia asserito sopra
.........
Ciao,
Giorgio
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Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
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