A livello globale le precipitazioni sono massime quando gli oceani tropicali sono caldi(nelle aree di terra può anche capitare il contrario), se il tempo a livello globale è più umido questo implica che il mondo è caldo...
La letteratura scentifica e la paleoclimatologia indicano che ad un'elevata attività solare sia di lungo termine sia nel ciclo undecennale è associato uno stato del pacifico simil-nina tramite il meccanismo descritto ad esempio nel lavoro di Meehl del 2009; in corrispondenza di un massimo solare il piccolo extra di radiazione solare viene assorbito negli oceani subtropicali specie in aree che in genere hanno una bassa copertura nuvolosa, la maggiore evaporazione favorisce precipitazioni più intense nel pacifico occidentale e intensifica la cella di Walker portando ad un maggiore upwelling nel pacifico equatoriale est. Questo effetto si somma ai normali cicli ENSO portando a cicli più intensi quando i due contributi sono in fase o più deboli quando sono sfasati; come si può mettere in relazione l'attuale nino (un singolo episodio) ai massimi solari degli ultimi 50 anni? al limite potrebbe aver avuto un contributo extra dalla bassa attività solare.
Tra l'altro anche l'incremento dei forcing radiativi dovuto ai gas serra può impattare sullo stato del pacifico:
AMS Online Journals - The Mid-1970s Climate Shift in the Pacific and the Relative Roles of Forced versus Inherent Decadal Variability
Ultima modifica di elz; 18/03/2010 alle 14:14
Sì, intendevo che essendo ora il pianeta più caldo ed essendoci una maggiore concentrazione di vapore acqueo in atmosfera, questa, con l'aiuto della prolungata bassa attività solare, potrebbe far sì che ci sia un notevole aumento di precipitazioni e una copertura nuvolosa sempre maggiore (raggi cosmici etc.); questo con il passare degli anni innescherebbe effetti a catena, tipo maggiore copertura nevosa in inverno, maggiore durata della stessa d'estate e altro; tutti questi effetti avrebbero la conseguenza, unita alla minore radiazione solare incidente sulla superficie del pianeta, per causa della maggiore copertura nuvolosa, ad una lenta diminuzione della temperatura.
Riguardo al Nino, non considero l'episodio isolato; il mio ragionamento è che in un contesto di surplus energetito dovuto all'intensa attività solare dell'ultimo secolo, ogni episodio di Nino, o di Nina, dovrebbe essere più accentuato rispetto a quelli successivi a periodi di prolungata bassa attività solare (quelli di inizio ottocento fino a metà o anche fine ottocento)........ se quindi si instaurerà un regime solare di "quiete", anche l'energia in gioco nel sistema dovrebbe diminuire e di conseguenza la forza degli episodi di Nino/Nina.......... ma sono solo ipotesi.
Ciao![]()
L'ipotesi che fai è interessante, imho. Ma bisogna tener conto, oltre che della normale variabilità interna del sistema oceano-atmosfera (l'ENSO è in primis un effetto di questa variabilità libera e stocastica, anche se può essere influenzato da forzature esterne come variabilità solare, vulcani o influenze antropiche), anche del fatto che le più recenti ricostruzioni dell'attività solare smentiscono l'idea del sole eccezionalmente forte nel XX secolo (Wang 2005, Preminger 2006, Tapping 2007, Svalgaard 2007, Muscheler 2007, Bergreen 2009, Steinhilber 2009 e 2010, Lean 2008 e 2010). Nel contesto degli ultimi 4 secoli, queste ci dicono che la sua intensità non è assolutamente anomala e nella seconda metà del XX secolo è simile a quella che si ebbe per es. in altri 2-3 periodi.
D'altra parte sembrerebbe che, lungo tutto l'arco dell'olocene, la variabilità solare non è così forte come si supponeva prima (per gran parte del tempo la variazione della TSI rientra all'interno di un range medio di +/- 0.5 W/m2).
*****
Elz: hai possibilità di guardare se, per caso, in queste ultime settimane la convezione profonda con associato trasferimento di calore latente dalla superficie dei caldi oceani tropicali alla libera troposfera è aumentata significativamente? Di riflesso: è diminuito il gradiente termico verticale lungo l'adiabatica satura? Io me lo aspetterei, ma certo: non so se poi sia solo questo ad indurre una così forte anomalia troposferica....
Ultima modifica di steph; 20/03/2010 alle 09:35
~~~ Always looking at the sky~~~
In realtà più che dai tropici (che comunque continuano ad essere caldi) mi sembra che contribuiscano le aree extratropicali sia nell'emisfero nord che sud; nell'emisfero nord è finalmente finita la forte anomalia negativa che stazionava nella siberia occidentale( e che era vistosamente più forte in prossimità del suolo) nell'emisfero sud continua l'incredibile sequenza di mesi record o quasi, 3 stagioni consecutive da record una sorta di 2006/2007 europeo solo su scala emisferica:
http://data.giss.nasa.gov/gistemp/ta...SH.Ts+dSST.txt
Credo che sia perfettamente normale che gli anni più caldi siano quasi tutti concentrati negli ultimi 20
Abbiamo avuto 4 cicli solari forti e siamo reduci dalla appena passata coincidenza in territorio positivo dei cicli AMO e PDO, con il conseguente regime di Nino prevalente, con diversi picchi moderati e forti
Questo non è vero. Le più recenti ricostruzioni solari confutano l'ipotesi di un sole eccezionalmente forte nel la seconda metà del XX secolo rispetto agli ultimi secoli. E sull'arco dell'intero Olocene la variabilità solare media è più piccola di quel che prima si pensava (dell'ordine di +/- 0.5 Wm^-2).
~~~ Always looking at the sky~~~
In realtà parecchi lavori recenti sostengono l'esatto opposto, la PDO e più in generale la variabilità extratropicale nel pacifico sono una conseguenza del segnale ENSO, ad esempio uno dei primi Newman et al 2003:
http://www.esrl.noaa.gov/psd/people/...anetal2003.pdf
ed il più recente lavoro di Shakun/Shaman:
Tropical origins of North and South Pacific decadal variability
Il nino poi può essere un fenomeno di variabilità interna al sistema ma come detto prima uno stato più nina-like o più nino-like può anche essere conseguenza di un forcing radiativo esterno, in teoria i cicli solari intensi avrebbero dovuto forzare il pacifico in uno stato più nina-like, le due grandi eruzioni vulcaniche invce hanno favorito l'emersione dei successivi episodi di nino in ultimo secondo quanto riportato da Meehl l'incremento dei gas serra favorisce una struttura spaziale nel pacifico più nino-like.These results highlight the strong similarity in Pacific decadal variability on either side of the equator and suggest it may best be viewed as a reddened response to ENSO.
Segnalibri