Sì, è anche l'ipotesi di Vecchi et al. Ma ci sono però anche ipotesi opposte, ad es. quelle di Sardeshmukh e Compo.
In generale: se i modelli assumono come fattori determinanti i vincoli oceanici e semplificano quelli atmosferici (Clement, Cane, Sardeshmukh e Compo....) dovrebbe essere favorita una struttura maggiormente Nina-like attraverso un rinforzo del Bjerknes feedback e del gradiente longitudinale delle SST pacifiche
ENSO
AMS Online Journals - Removing ENSO-related variations from the climate record
http://www.ldeo.columbia.edu/res/div...thSST_1997.pdf
http://www.ldeo.columbia.edu/res/div...ostat_1996.pdf
se invece i fattori determinanti sono i vincoli atmosferici a scapito di semplificazioni in quelli oceanici (Knutson e Manabe, Vecchi, Held, Soden, DiNezio, Meehl...) la riduzione della forza della cella di Walker porta ad uno stato maggiormente Nino-like.
AMS Online Journals - Global Warming and the Weakening of the Tropical Circulation
ftp://ftp.gfdl.noaa.gov/pub/gav/PAPE...SOAnalogue.pdf
Da notare che si parla cmq sempre di strutture simili ai 2 stati dell'ENSO, non esattamente di uno stato o l'altro più intenso e pronunciato.
Splendidamente didattica, in questo senso, la presentazione effettuata da Gabriel Vecchi Geophysical Fluid Dynamics Laboratory - Gabriel Vecchi Homepage - NOAA/GFDL nell'ambito di questo seminario a cui ho partecipato un paio di anni fa.
http://www.iac.ethz.ch/groups/broenn..._Programme.pdf
~~~ Always looking at the sky~~~
Il lavoro di Compo/Sardeshmukh è abbastanza complesso anche da un punto di vista matematico e visto che è finalmente in pubblicazione attendo di vedere le risposte che avrà dagli esperti del settore, ho visto che James Annan sul suo blog è piuttosto scettico sui risultati a causa della vistosa variazione nel numero di rilevazioni delle SST e dell'assenza di un significativo trend nell'ENSO; mi domando poi se il metodo utilizzato possa separare la componente enso di variabilità interna al sistema da quella simil enso esternamente forzata descritta da Meehl.
Interessante comunque notare in riferimento a quanto detto prima sulla questione PDO/ENSO che per rimuovere il segnale enso C&S definiscono la componente extratropicale enso ye(t) come una funzione lineare di quella tropicale xe(t) ovvero ye(t)=A *xe(t) e determinano il parametro A in modo empirico per regressione di Y(t) filtrato in modo da lasciar passare la banda 2-72mesi su X(t) analogamente filtrato, insomma la variazione delle SST extratropicali è definita come una risposta relativamente rapida a quelle tropicali.
Il commento di Annan è in questa discussione:
James' Empty Blog: Mclean debunked (at last)
Ultima modifica di elz; 21/03/2010 alle 22:44
Potresti per favore qualche link?
Cmq io non mi concentrerei molto sulla viariazione dell'intensità della radiazione, ma sulla durata di un'attività più o meno intensa (con gli effetti concatenati che ne derivano).
Basta pochissimo; un aumento/diminuzione dell'attività solare che per molti scienziati è considerato/a trascurabile, ma prolungato/a nel tempo e gli effetti cumulativi diventano tangibili.
E' come, semplificando al massimo, se aumentassimo leggermente la fiamma del gas sotto una pentola piena d'acqua; prima di vedere un'aumento di temperatura dell'acqua ci vuole molto tempo (proprio perchè l'aumento di calore immesso nel sistema pentola è minimo).
Il sistema climatico è però enormemente più complesso, con effetti derivati imprevisti; già solo (se confermato) l'influenza dei raggi cosmici sulla nuvolosità potrebbe fornire sorprese prima d'ora impensabili; la variazione della composizione chimica dell'atmosfera dovuta a maggiore/minore evaporazione dell'acqua degli oceani, a maggiore/minore assorbimento/emissione di CO2 da parte degli oceani, all' interazione con le specie vegetali, etc. fanno il resto.
Poi ovviamente c'è anche il fattore essere umano, con le sue interazioni con il sistema climatico.
Ecco perchè io andrei molto prudente a trascurare l'effetto del Sole sul clima, come fanno invece molti scienziati.
Ciao![]()
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