Sul libro "LA NEVE" mi pare di aver capito questo, cioè che con nevicata a temperature molto basse la neve assume comunque minore coesione e ciò favorirebbe le valanghe, ho capito male?
Quello del legame caldo=valanghe è uno dei tanti luoghi comuni duri a morire, un po' come " fa troppo freddo per nevicare"...
(Certo se dopo una nevicata da un metro il giorno dopo fa 15 gradi e io vado a cacciarmi in fondo a un vallone stretto e ripido allora sì dirò che è anche colpa del caldo, ok)
Se hai letto bene, in realtà non è che il freddo crei direttamente le valanghe, ma attraverso il meccanismo del metamorfismo costruttivo, nelle condizioni opportune, trasforma il manto nevoso esistente in un terreno di potenziale scorrimento in caso di successive nevicate o di nuovi depositi eolici.
Inoltre se il manto nevoso è instabile, il freddo tende a conservare l'instabilità ed il pericolo, se già presenti, mentre le temperature più alte favoriscono l'assestamento graduale della neve sui pendii.
Lorenzo
Io direi soprattutto il freddo. Contrariamente a quanto si sente dire a sproposito, specie nei disinformati e disinformanti tg nazionali, non sono i rialzi di T a provocare le valanghe (a meno che non siano rialzi molto intensi e repentini), ma, anzi, un debole-moderato rialzo di T con fusione lenta dello strato superiore permette al manto nevoso un compattamento, grazie al raffreddamento notturno che gela la neve fusa di giorno che in questo caso funziona da "cementante" del manto.
Il freddo intenso, invece, crea una grossa differenza di T tra lo strato superiore del manto e quelli al di sotto, perciò il compattamento risulta molto difficile e gli strati esterni tendono a scivolare sugli stati sottostanti.
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No però state errando su una cosa, il libro dice che anche gli aumenti termici sono causa di valanghe
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