Il continuo sostituire l'Italiano con parole inglesi, lo paragono alla cementificazione che inesorabilmente assottiglia la campagna fertile e generosa. Ineluttabile perdita, come di un lento suicidio.
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
Ovvero dalla bibliografia si può dire che un'area urbana con un raggio di 10 km ovvero circa 300 kmq di superficie può produrre un aumento delle minime di circa 0,5°. Aree urbane di 500 kmq si attestano su 1,0-1,5°C di scarto delle minime e 2,0-3,0°C sulle massime estive.
Gli effetti sono stati documentati in aree con una buona copertura di stazioni, come Berlino o Parigi. Ma le classiche isole di calore, visibili anche dal satellite con mappature all'infrarosso sono Londra, Madrid, Milano, Roma, Atene, Napoli, Bucarest e Mosca.
In genere città che superano i 2,5 milioni di abitanti. Per quelle sotto al milione lo scarto tende ad abbassarsi (Torino centro/Bric della Croce che però è in alta collina).
Per le città sotto i 500mila abitanti gli scarti sono minimi e tendono a scomparire.
Tempo fa assistetti ad una conferenza che mostrava come i dati di Modena centro fossero equiparabili ai dati di una stazione del preappennino modenese poco distante dalla città. Questo assurto serviva a dimostrare l'esiguità degli effetti dell'isola di calore urbana.
Ma Modena non sviluppa che minimi effetti da isola di calore: Roma Ciampino e l'Osservatorio romano hanno uno scarto sulle minime di 3,0-3,5°C.
Quindi il confronto su Aosta non dimostra niente circa l'isola di calore: ovvero niente di più di quanto possa dimostrare la buona pratica di prendere le misure meteorologiche in campo aperto (come l'aeroporto di St.Christophe).
Milano (la cui area urbana è circa 4.5 milioni) credo possa purtroppo dare punti a tutte le città di dimensioni equivalenti perchè è collocata in un'area poco ventosa e molto soggetta al ristagno d'aria. Non di rado le minime del centro città, rispetto a stazioni appena fuori dal costruito (quindi a sud e ovest) risultano più alte anche di 6/7 gradi, particolarmente in inverno.
i rilievi non sono disposti in maniera simmetrica da ovest ad est per sortire gli stessi effetti sotto la spinta di venti da nord, i paesotti che dici te hanno avuto un forte incremento di urbanizzazione a fini turistici e contribuiscono localmente al proprio accumulo di fotoni poi sono da vedere nel caso dei paesotti il collocamento della rilevazione termometrica nel tempo perchè sto parlando della proprietà di irraggiamento del tipo di suolo, le proprietà di irraggiamento di qualunque materiale è differente a prescindere dalla circolazione atmosferica durante il giorno la schermatura all'irraggiamento diurno con polveri più piccole è minore rispetto alle polveri di un tempo meno sottili. Qualunque suolo si scalda di più con maggiore irraggiamento diurno.In più è stato dimostrato che le polveri di 50 anni fa meno sottili di oggi favorivano maggiormente la formazione di nebbia e la sua densità. il calore non modifica la massa d'aria, ma è l'accumulo di fotoni che difficilmente viene spazzato via come dici in un canyon cittadino, a meno che i canyon siano mobilida disporsi come una banderuola secondo la direzione di provenienza della massa d'aria
fantaedilizia
non ho dati relativi a cambiamenti edilizi come quello che ho citato per l'Italia.![]()
L'isola di calore c'è anche su città relativamente più piccole, Torino ne è un esempio perfetto.
Intrappolata tra le Alpi ad W e la Collina ad E, i refoli favonici della Val di Susa arrivano fino allo sbocco della valle, e l'aria sulla città resta immobile. Ergo inquinamento a volontà e isola di calore all'ennesima potenza.
Lou soulei nais per tuchi
poi il PBL di Londra o dei Paesi Bassi non si comportera mai come il PBL padano, troppa differente l'orografia.
Comunque anche ad Apatity (Murmansk Oblast),
Mapping urban heat islands of arctic cities using combined data on field measurements and satellite images based on the example of the city of Apatity (Murmansk Oblast) | SpringerLink
che non è un paesotto,chissà se gestire la logistica dei sensori è difficile come in Pianura Padana. In zone inospitali come quelle è quasi impossibile, per cui meglio avere i sensori a portata di mano, dove c’è un minimo di civiltà.![]()
Alessandro, tirare su un thread di 6 anni fa, citando cose scritte in altri thread, non aiuta alla leggibilita’ del forum. O almeno presumo che tu le abbia prese da altri thread, visto che le frasi che hai riportato di NoSync non mi sembra che siano state scritte qui. Per esempio, "i paesotti che dici te" (tu?), cosa sarebbero? Se oltretutto poi parli addirittura di “accumulo di fotoni”, la cosa si complica ancora di piu’… Cosa sarebbe un "accumulo di fotoni"?
Se prendi qualunque discussione si parla di qualunque cosa, sul nowcasting si parla di modelli e previsioni a lunga scadenza, quindi ho solo riportato qualcosa inerente a questa discussione sull'isola di calore per fare ordine e per rispondere a NoSync visto che non riceve messaggi privati.
Ho riportato la citazione di NoSync che parla di "paesotti", se ti interessa dove trovare le precedenti risposte le trovi qui, non grazie a me ma grazie ai soliti utenti che fanno nowcasting o reanalisi sulla discussione dei modelli:
Dicembre 2016: anomalie termiche e pluviometriche + voti all'anno 2016
Potevo anche scrivere accumulo di quanti di energia della radiazione elettromagnetica.
"La presenza di canyon fra le vie di una città, fa si che i quanti di energia emessi dal fondo delle vie stesse vengano intercettati dalle pareti degli edifici che ne impediscono la dispersione verso lo spazio. Le pareti degli edifici reirraggiano poi verso il basso, riscaldando così il fondo delle vie. In tal senso le città si comportano come gigantesche trappole per fotoni".
Leggere l'articolo su meteol... e capiremo tutti che l'idea del bianco è futuro.
Ma poi basta vedere i paesi mediterranei italiani spagnoli o greci per osservare di che colore sono
pitturate le case.
Indoviniamo perchè?
Il problema è che chi comanda (politici amministratori in genere) è indietro anni luce.
Bedonella + bianco!!! mica sbarchi su marte.
Sarà mai?
BOOHHH
salutimeteo
Il continuo sostituire l'Italiano con parole inglesi, lo paragono alla cementificazione che inesorabilmente assottiglia la campagna fertile e generosa. Ineluttabile perdita, come di un lento suicidio.
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