Riassumo brevemente la sua analisi...diceva che avendo una anomalia perenne positiva al polo,si è ridotto il gradiente termico tra lo stesso e l equatore...risultato la perdita di potenza della corrente a getto e le saccature risultano meno incisive ed il risultato sono perturbazioni che saltano completamente il nord salvo ricompattarsi al sud...in più secondo lui le classiche rodanate si sono ridotte in maniera esponenziale...del resto dal 2010 in poi ne ho viste 2-3 e anche nel decennio 2000-2010 ,x quanto se ne siano verificate molte, nel complesso se si considera che mediamente dal 1900 al 1980 si sono verificate mediamente 2-3 rodanate all anno,nel decennio preso in considerazione siamo cmq sottomedia come numero di eventi.paradossalmente il Buran in italia ci fa visita ogni 7 anni e dobbiamo notare che il trend si mantiene...in effetti se ci pensiamo in qust ultimi inverni il grande assente è stato il nord atlantico freddo...e nn intendo la temperatura del mare...cmq chiudo qua la divagazione
Cfs conferma che il dominio del l'hp sarà breve, da fine febbraio e per tutto marzo ci sarà da divertirsi
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La coda estrema insiste......
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c'è qualcosa che non quadra
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Ultima modifica di giorgiodelmuli; 11/02/2017 alle 09:23
Allora l'inverno scorso con uno degli episodi ENSO+ di maggior portata tra quelli noti, con conseguenti anomalie positive registrate nella fascia tropico-equatoriale e un persistente regime di AO+ avremmo dovuto avere chissà quale attività depressionaria nell'emisfero Nord, vista l'esaltazione del gradiente termico tra poli ed equatore... Ripeto: a mio parere solo luoghi comuni, abbinati a un atteggiamento che ritengo (intellettualmente) poco onesto. Volendo invece ci si potrebbe porre qualche domanda sul progressivo aumento del geopotenziale sui paralleli dell'Europa meridionale e centrale, che è in atto dalla fine degli anni '70 e che è una realtà attestata da un quarantennio di rilevamenti... ma la chiudo qui per "carità di patria", questo è MN, per fortuna...
Ultima modifica di galinsoga; 11/02/2017 alle 09:52
Negli ultimi anni dominati da NAO+ è successo l'esatto opposto. In inverno alle medie latitudini i venti zonali sono attesi intensificarsi e la frequenza di blocking calare a causa del gradiente in alta troposfera dominato dal riscaldamento dei tropici. Il riscaldamento artico è associato ad un più modesto calo dei venti zonali ma lo stesso ad una riduzione dei blocchi...in ogni caso trend modesti, pochi anni (ed anche decenni) sono dominati dalla variabilità interna.
La variazione nei venti zonali attesa dai modelli:
a)con sia il riscaldamento artico che tropicale
b) dal riscaldamento artico
c) con un riscaldamento uniforme.
uwind.png
The response of high-impact blocking weather systems to climate change - Kennedy - 2016 - Geophysical Research Letters - Wiley Online Library
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