Riporto quello che scrivi Luca, che è per nulla interessante senza apportare dati a quello che scrivi:
"La maggior frequenza delle alluvioni, la maggior potenza dei fenomeni estremi, la maggior ricorrenza dei disastri idrogeologici, la migrazione delle aree desertiche"
Alle medie latitudini dell’emisfero Nord gli eventi termici estremi sono stazionari nel periodo 1979-2012 (Screen & Simmonds, 2014).
Inoltre Screen & Simmonds ( 2014), lavorando su un dataset di rianalisi relativo alle medie latitudini dell’emisfero Nord hanno evidenziato la sostanziale stazionarietà degli eventi pluviometrici e termici estremi nel periodo 1979-2012.
Mariani e Parisi (2013), analizzando un vasto dataset di dati pluviometrici giornalieri per stazioni dell’area euro-mediterranea per il periodo 1973-2010 ed utilizzando lo schema di analisi proposto da Alpert et al. (2002) hanno evidenziato l’infondatezza dell’aumento parossistico delle piogge estreme giornaliere affermato dagli stessi Alpert et al. in un lavoro del 2002.
Fatichi e Caporali (2009), lavorando sulle serie storiche di precipitazione di 785 stazioni della Toscana per il periodo 1916-2003, hanno posto in evidenza l’assenza di trend nel regime precipitativo medio e nell’intensità degli eventi estremi di 3,6 e 12 h in pressoché tutte le stazioni analizzate.
Pinna (2014) analizza le piogge estreme per l’area mediterranea e per la Toscana evidenziando l‘assenza di trend rilevanti riferibili agli eventi pluviometrici estremi.
Diversi studi paleoclimatici evidenziano che la frequenza degli eventi alluvionali in Europa è stata sensibilmente più bassa durante le fasi calde (es: optimum romano, optimum medioevale) che durante quelle fredde (es: piccola era glaciale) (Wirth et al., 2013). Istruttiva può essere inoltre l’analisi del numero delle grandi alluvioni del Po (8 eventi noti nel XVIII secolo, 20 eventi nel XIX, 18 nel XX e 2 finora nel XXI).
Nel 2011 Maue ha pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter uno studio sulla frequenza dei cicloni tropicali e sull’energia da essi liberata. I dati ottenuti con il metodo descritto in tale studio sono costantemente aggiornati sul sito WeatherBELL Models | Premium Weather Maps. Da essi si evince che l’energia media annua liberata dai cicloni tropicali espressa in unità ACE è stata di 664 nel decennio 1971-80, di 716 nel 1981-90, di 857 nel 1991-2000, di 723 nel 2001-2010 ed infine di 689 nel 2011-15, il che evidenzia l’esistenza di un trend complessivo improntato alla decrescita dell’energia liberata da tali eventi estremi.
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 05/04/2017 alle 11:41
Alessandro (Foiano), il discorso è talmente vasto che si presta alle più ampie divagazioni. Per questo ciò che scrivo, prima di annegare tra mille papers diversi, fa fede a queste "quattro righe".
Se anche ciò non bastasse, c'è sempre la storia di "Don Ferrante" riportata nel post qui sopra...
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Meteobook.it
Previsioni e approfondimenti meteo
@Luca Angelini, l'IPCC nel suo ultimo rapporto ha stabilito che ECS è tra 1,5°C e 4,5°C. Tale intervallo è più basso di quello indicato in AR4.
ECS è la sensibilità climatica all'equilibrio.
E' evidente che un aumento della concentrazione di gas serra altera lo scambio radiativo tra il pianeta e lo spazio.
Tuttavia esistono anche gli aerosol dispersi in atmosfera (di origine antropica e non) che schermano la radiazione solare impedendole di raggiungere la superficie terrestre.
Poi ci sono le nuvole e l’uso del suolo che modificano l’albedo del pianeta.
L'IPCC può essere anche il Don Abbondio della situazione, ma se così fosse allora sarebbe nota la forzante radiativa e l'ECS non dovrebbe ad ogni report diminuire, nè tantomeno l'ECS dovrebbe essere compreso in un intervallo così ampio.
Conta che l'aumento di CO2 favorisce la crescita dela vegetazione (vedi maggiori produzioni agricole) che assorbe più CO2.
Le piante di conseguenza migliorano l'efficienza del processo opposto consumo di ossigeno ed emissione di CO2 e quindi la concentrazione assoluta di CO2 aumenta, ma aumenta anche l'efficienza con cui la biosfera la gestisce e quindi rallenta il rateo.
Ho letto anche di "migrazione di aree desertiche", chissà dove migrano se la vegetazione oggi è aumentata insieme alla CO2, forse su Marte o sulla Luna?
infatti strano che l'uomo non se la prenda mai la responsabilità:
è la moda della deresponsabilizzazione?
Una volta l'uomo pretendeva molto meno e faceva tesoro dell'alluvione per migliorare la canalizzazione e la sua manutenzione..la verità è che se avessimo invece capito che “lavori verdi” veri erano quelli dei contadini, degli ingegneri per migliorare le infrastrutture e treni, degli operai per mantenere puliti i canali, dei falegnami che producevano infissi migliori, di industrie che producono manufatti che durano per tantissimo tempo, etc. investendo la stessa enorme quantità di denaro usata per mitigare il clima, ora sicuramente piangeremo meno morti, avremo fatto lavorare italiani invece dei cinesi, la qualità della vita delle persone sarebbe migliorata e non saremo costretti ad inventare termini, come “bombe d’acqua”, per far apparire nuovi i vecchi ed irrisolti problemi.
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 05/04/2017 alle 18:34
Qui però Alessandro, se pure apprezzo molto la coerenza del tuo raggionamento di fondo, ci metti dentro troppe cose per accalorato sostegno alla tua tesi alcune anche contradditorie fra loro.![]()
Aumento di CO2---> aumento della produzione agricola. Siamo sicuri? Io credo che l'aumento della produzione agricola dipenda da altri fattori come la biogenetica, il miglioramento delle macchine, le serre artificiali ed anche la maggiore specializzazione dei contadini, molti dei quali oggi sono laureati, certo non sono gli stessi di un secolo fa. L'Olanda ne è un esempio.
Le aree desertiche non sono aumentate. Siamo sicuri! Forse negli Stati Uniti o in Australia e grazie al kaiser, con la tecnologia irrigativa che hanno raggiunto! A me risulta che i polmoni verdi dell'Amazzonia e dell'Asia si vanno sempre più riducendo. Forse non dipende dal riscaldamento climatico, ma certo il taglio indiscriminato di foreste all'umanità bene non fa.
I veri lavori verdi. Concordo in toto sul fatto che l'abbandono delle campagne e delle montagne, e quindi della cura dei versanti e dei reticoli idrici minori, abbia contribuito in modo pesante ad accentuare gli effetti di molte piccole e grandi alluvioni. Vivaddio ultimamente, ultimi 10-15 anni intendo, mi sembra ci sia un certo ritorno ed attenzione su questo tema e in molti casi è in atto una contro-migrazione dalle città verso le campagne, se non altro perché non se ne può più del traffico e della vita caotica cittadina. Questa "enorme quantità di denaro" spesa per mitigare il clima non la vedo, basta vedere quando del Pil nazionale vi viene destinato, che è un'inezia rispetto ad altre voci di bilancio sicuramente meno nobili. Se poi ci si fa rientrare gli incentivi per sostiuire gli impianti termici, cambiare gli infissi e migliorare l'efficenza energetica e la dispersione di calore, costruire abitazioni anti-sismiche (gli italiani le costruiscono prevalentemente in Cile, ma questo è un altro discorso), allora vivaddio se si spende tanto! Visto che siamo in tema di statistiche, a parità di scala Richter, le vittime dei terremoti anche in Italia sono in netto calo rispetto ai terremoti del passato. Ed anche le vittime delle alluvioni, perché è vero che c'è ancora tanta strada da fare (in molti casi burocrazia e corruzione hanno messo lo zampino sulle opere da realizzare), ma molto è stato fatto. Ultima cosa che c'entra pochissimo secondo me nel raggionamento generale: "avremmo fatto lavorare italiani invece che cinesi". Non l'ho capita, cosa intendi esattamente?Credo sia una boutade (la cui valenza è analoga ai luoghi comuni sulle "bombe d'acqua"), perché non mi risulta che i cinesi abbiano tolto lavoro agli italiani nel campo delle opere idrauliche o dei lavori agricoli, semmai nel tessile e nel comparto della ristorazione.
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se tu avessi letto l'ultimo report dell'IPCC avresti saputo che alcuni modelli prendono in considerazione l'effetto fertilizzante della CO2 e non mi dilungo oltre su questa scadente obiezione.
Come si legge in “Greening of the Earth and its drivers” di Z.Zhu et al., l'effetto global greening per il 70% è dovuto alla CO2 che ha portato negli ultimi 33 anni ad una crescita del verde planetario equivalente al doppio della superficie degli USA, mentre si parla ancora, anche nelle alte sfere…., di desertificazione..nel tuo caso parli di desertificazione dell'Amazzoniaè contradditorio quello che scrivi!
ad esempio l'Emission trading system (il Sistema di commercio delle emissioni di anidride carbonica adottato dall’Unione Europea) o il protocollo di Kyoto..sono tutte strategie di mitigazione ma non di adatttamento
la strategia della mitigazione ha portato ad esempio a spendere una decina di miliardi di euro l’anno in una tecnologia all’epoca non matura come i pannelli solari, abbiamo così arricchito i cinesi e i tedeschi trasformando il personale delle nostre ditte in “precari” installatori.
Per rendere competitivo il costo dell’energia verde, nei prossimi anni pagheremo le bollette nettamente più care d’Europa, ciò con un beneficio ecologico insignificante per la quantità di emissioni di gas serra a livello globale, mentre i nostri competitor economici continuano ad aumentarle. E' stato speso poco denaro su queste ideologie "verdi"?![]()
Personalmente questo modo di porsi è uno dei motivi che mi hanno allontanato dai vari forum meteo... tu li hai letti i report e gli articoli che citi, o fai solo copia e incolla?
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Tratto da qui (La fertilizzazione da CO2 e i fattori limitanti per l’agricoltura | Climatemonitor)
Avrei anche altre cose da obiettare, soprattutto in campo di fisiologia e biochimica vegetale (del tipo: "aumento delle rese in agricoltura a causa dell'aumento della CO2 in atmosfera"), ma so già che sarebbe una battaglia persa.
Anche questa affermazione mi aveva colpito: "Le piante di conseguenza migliorano l'efficienza del processo opposto consumo di ossigeno ed emissione di CO2 e quindi la concentrazione assoluta di CO2 aumenta"
La fertilizzazione da aumento di CO2 come è scritto sulle bibliografie prese in considerazione dall'IPCC è reale, i modelli che fanno parte del report non la sanno quantificare.
Di sicuro le produzioni sono aumentate anche grazie alle migliori tecniche agricole, ma scrivere che la CO2 è un fattore sfavorevole, va contro tanti esperimenti che sono stati fatti a riguardo, copio e incollo il testo originario:
"On physiological grounds, almost all models predict stimulation of carbon assimilation and sequestration in response to rising CO2, called ‘CO2 fertilization’ (Cramer et al., 2001; Oren et al., 2001; Luo et al., 2004; DeLucia et al., 2005). Free Air CO2 Enrichment (FACE) and chamber studies have been used to examine the response of ecosystems to large (usually about 50%) step increases in CO2 concentration. The results have been variable (e.g., Oren et al., 2001; Nowak et al., 2004; Norby et al., 2005). On average, net CO2 uptake has been stimulated, but not as much as predicted by some models. Other factors (e.g., nutrients or genetic limitations on growth) can limit plant growth and reduce response to CO2. Eleven FACE experiments, encompassing bogs, grasslands, desert and young temperate tree stands report an average increased net primary productivity (NPP) of 12% when compared to ambient CO2 levels (Nowak et al., 2004). There is a large range of responses, with woody plants consistently showing NPP increases of 23 to 25% (Norby et al., 2005), but much smaller increases for grain crops (Ainsworth and Long, 2005), reflecting differential allocation of the incremental organic matter to shorter- vs. longer-lived compartments. Overall, about two-thirds of the experiments show positive response to increased CO2 (Ainsworth and Long, 2005; Luo et al., 2005). Since saturation of CO2 stimulation due to nutrient or other limitations is common (Dukes et al., 2005; Koerner et al., 2005), it is not yet clear how strong the CO2 fertilization effect actually is." fonte IPCC
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 06/04/2017 alle 16:42
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