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  1. #61
    Vento fresco L'avatar di Forever1929
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    Predefinito Re: Neve del 3/4 Novembre 1980

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Purtroppo i tuoi discorsi sono molto ideali, io ritengo che le cose stiano diversamente. Ad Agosto, ad esempio, al Sud e Sicilia è ormai impossibile anche solo immaginare eventi un tempo mediamente freddi, oggi al massimo un evento freddo significa stare poco sotto la 71/00 per un paio di giorni in estate, se ti capita la fortuna…
    Questo è un esempio di cambiamento climatico del peggior tipo (grafico a).

    Molti dei mesi che hai citato invece seguono uno scenario di riscaldamento differente sul nostro settore (Italia), vedi grafico c:

    Allegato 619904

    O almeno, lo seguono o sembrano seguire per ora…
    Molto molto interessante la cosa dei 3 grafici...mi era sfuggita per rispondere inutilmente alle caciare

    potresti approfondire un poco la cosa?

  2. #62
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Neve del 3/4 Novembre 1980

    Citazione Originariamente Scritto da Forever1929 Visualizza Messaggio
    Molto molto interessante la cosa dei 3 grafici...mi era sfuggita per rispondere inutilmente alle caciare

    potresti approfondire un poco la cosa?
    In sintesi noi appassionati guardiamo soprattutto le medie, ma non sono solo le medie a definire un clima. Un altro fattore importantissimo è la varianza, sintetizzabile come lo scostamento dalla media termica che una data zona può avere.

    Il cambiamento climatico sta sicuramente impattando le medie in tutte le aree del mondo senza eccezioni, da scala globale a scala locale, facendole aumentare, ma il suo impatto sulla varianza sul clima di una località non è egualmente scontato.
    Le possibilità di cambiamento climatico per una data area geografica sono date dai grafici a e c che ho riportato (escludo il b perchè in questo scenario la media NON aumenta, e sappiamo essere uno scenario falso).

    Il grafico a esprime un cambiamento climatico nel quale aumenta la media ma non la varianza: in tal caso le probabilità che avvengano determinati eventi discostati dalla nuova media restano le stesse, solo che si riferiscono appunto ad una nuova media.
    Esempio: la probabilità, e dunque la frequenza, con la quale avveniva un evento a +2 dalla media nel 1950 (data casuale) è identica alla probabilità con la quale avviene nel 2050. C'è però un particolare: la media del 2050 è 2° più alta che nel 1950. Ciò significa che un evento che sarebbe stato a -2° dalla media del 1950 sarebbe a -4° dalla media del 2050, dunque la frequenza con la quale si verificherebbe sarebbe pari a quella che aveva un evento a -4° dalla media del 1950, fondamentalmente rarissimo. Un evento a -2° dalla media del 2050 corrisponderebbe alla media del 1950. In questo scenario, per me il peggiore, ciò che un tempo sarebbe stato normale diventerebbe raro, e ciò che un tempo era raro diventerebbe oggi impossibile. Questa evoluzione è simile a quella che in Italia, quanto meno su molti settori, ha avuto il mese di Agosto. A Brindisi, il cui clima conosco a menadito, la media di Agosto oggi è pari a quella del mese record di Agosto fino al 1990 (!!), e ciò che oggi è raro è chiudere in media 71/00. Eventi che sarebbero stati freddi per la 71/00 sono oggi impossibili o così rari che forse li rivedrò tra decenni (o, con l'evoluzione climatica, mai più).


    Il grafico b è uno scenario nel quale invece aumenta la media ma anche la varianza: in tal caso c'è sicuramente un forte aumento della frequenza di eventi caldi e una diminuzione della frequenza di eventi freddi, tuttavia eventi gelidi per il vecchio clima non scomparirebbero mai del tutto, solo diventerebbero ancora più rari.
    Facendo un esempio, sempre usando l'idea di un clima del 2050 a +2° dal 1950: la frequenza con la quale avverebbe un'episodio a -2° dalla media del 1950 supponiamo fosse del 20% nel 1950. Ebbene, nel 2050 un tale evento sarebbe a -4° dalla nuova media, eppure a differenza del caso precedente non diventerebbe impossibile, semplicemente la sua frequenza si ridurrebbe drasticamente, facciamo che al 5% dei casi. Questo implica un'interessante considerazione: nel clima del 2050 la frequenza con cui avverrebbe un evento a -4° dalla media è MAGGIORE (paradossalmente) da quella con la quale avveniva un evento a -4° dalla media del 1950. Il motivo è che il nuovo assetto configurativo, per quanto sia più caldo, è anche più "elastico", alternando fasi di clima di un tempo a fasi molto più calde che compensano.
    Nel clima brindisino un esempio di tale genere è dato da Gennaio: la media è aumentata di +0,5° dalla 51/80 in questo mese, eppure negli ultimi anni abbiamo comunque avuto episodi gelidi degni degli anni 60 con una frequenza peraltro notevole.



    La strada che prenderà il cambiamento climatico in una località geografica non è scritta solo dalla media, ma anche dalla varianza. E' per questo che bisogna studiare il clima di un settore approfonditamente prima di dire che "certe cose non torneranno mai più", ed è per questo che io mi sbilancio a sostenere, ad esempio, che non ci sarà mai probabilmente un ritorno ad eventi freddi simili a quelli pre-2000 a Luglio e Agosto quanto meno al Centro-Sud Italia, mentre viceversa sono possibilista per un ritorno a fasi più favorevoli circa il freddo e il gelo in inverno o in primavera (d'altro canto gli ultimissimi mesi di Aprile lo stanno dimostrando) in futuro, pur consapevole che non si presenteranno con la stessa frequenza che avevano un tempo.




    PS: Se ti interessa, in questa discussione ho parlato di quei grafici anche se velocemente e in riferimento a quello che stavo facendo, ma magari ti aiuta a capire meglio con un altro esempio pratico

    https://forum.meteonetwork.it/nowcas...post1061724047
    Ultima modifica di burian br; 13/11/2023 alle 02:33

  3. #63
    Vento fresco L'avatar di Forever1929
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    Predefinito Re: Neve del 3/4 Novembre 1980

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    In sintesi noi appassionati guardiamo soprattutto le medie, ma non sono solo le medie a definire un clima. Un altro fattore importantissimo è la varianza, sintetizzabile come lo scostamento dalla media termica che una data zona può avere.

    Il cambiamento climatico sta sicuramente impattando le medie in tutte le aree del mondo senza eccezioni, da scala globale a scala locale, facendole aumentare, ma il suo impatto sulla varianza sul clima di una località non è egualmente scontato.
    Le possibilità di cambiamento climatico per una data area geografica sono date dai grafici a e c che ho riportato (escludo il b perchè in questo scenario la media NON aumenta, e sappiamo essere uno scenario falso).

    Il grafico a esprime un cambiamento climatico nel quale aumenta la media ma non la varianza: in tal caso le probabilità che avvengano determinati eventi discostati dalla nuova media restano le stesse, solo che si riferiscono appunto ad una nuova media.
    Esempio: la probabilità, e dunque la frequenza, con la quale avveniva un evento a +2 dalla media nel 1950 (data casuale) è identica alla probabilità con la quale avviene nel 2050. C'è però un particolare: la media del 2050 è 2° più alta che nel 1950. Ciò significa che un evento che sarebbe stato a -2° dalla media del 2050 sarebbe a -4° dalla media del 2050, dunque la frequenza con la quale si verificherebbe sarebbe pari a quella che aveva un evento a -4° dalla media del 1950, fondamentalmente rarissimo. Un evento a -2° dalla media del 1950 corrisponderebbe alla media del 1950. In questo scenario, per me il peggiore, ciò che un tempo sarebbe stato normale diventerebbe raro, e ciò che un tempo era raro diventerebbe oggi impossibile. Questa evoluzione è simile a quella che in Italia, quanto meno su molti settori, ha avuto il mese di Agosto. A Brindisi, il cui clima conosco a menadito, la media di Agosto oggi è pari a quella del mese record di Agosto fino al 1990 (!!), e ciò che oggi è raro è chiudere in media 71/00. Eventi che sarebbero stati freddi per la 71/00 sono oggi impossibili o così rari che forse li rivedrò tra decenni (o, con l'evoluzione climatica, mai più).


    Il grafico b è uno scenario nel quale invece aumenta la media ma anche la varianza: in tal caso c'è sicuramente un forte aumento della frequenza di eventi caldi e una diminuzione della frequenza di eventi freddi, tuttavia eventi gelidi per il vecchio clima non scomparirebbero mai del tutto, solo diventerebbero ancora più rari.
    Facendo un esempio, sempre usando l'idea di un clima del 2050 a +2° dal 1950: la frequenza con la quale avverebbe un'episodio a -2° dalla media del 1950 supponiamo fosse del 20% nel 1950. Ebbene, nel 2050 un tale evento sarebbe a -4° dalla nuova media, eppure a differenza del caso precedente non diventerebbe impossibile, semplicemente la sua frequenza si ridurrebbe drasticamente, facciamo che al 5% dei casi. Questo implica un'interessante considerazione: nel clima del 2050 la frequenza con cui avverrebbe un evento a -4° dalla media è MAGGIORE (paradossalmente) da quella con la quale avveniva un evento a -4° dalla media del 1950. Il motivo è che il nuovo assetto configurativo, per quanto sia più caldo, è anche più "elastico", alternando fasi di clima di un tempo a fasi molto più calde che compensano.
    Nel clima brindisino un esempio di tale genere è dato da Gennaio: la media è aumentata di +0,5° dalla 51/80 in questo mese, eppure negli ultimi anni abbiamo comunque avuto episodi gelidi degni degli anni 60 con una frequenza peraltro notevole.



    La strada che prenderà il cambiamento climatico in una località geografica non è scritta solo dalla media, ma anche dalla varianza. E' per questo che bisogna studiare il clima di un settore approfonditamente prima di dire che "certe cose non torneranno mai più", ed è per questo che io mi sbilancio a sostenere, ad esempio, che non ci sarà mai probabilmente un ritorno ad eventi freddi simili a quelli pre-2000 a Luglio e Agosto quanto meno al Centro-Sud Italia, mentre viceversa sono possibilista per un ritorno a fasi più favorevoli circa il freddo e il gelo in inverno o in primavera (d'altro canto gli ultimissimi mesi di Aprile lo stanno dimostrando) in futuro, pur consapevole che non si presenteranno con la stessa frequenza che avevano un tempo.




    PS: Se ti interessa, in questa discussione ho parlato di quei grafici anche se velocemente e in riferimento a quello che stavo facendo, ma magari ti aiuta a capire meglio con un altro esempio pratico

    https://forum.meteonetwork.it/nowcas...post1061724047
    No...vabbè...

    ma sei un grande, hai veramente una marcia in più su queste cose.

    Analisi tra l'altro assolutamente condivisibile, del resto il clima ed i suoi fenomeni hanno insita una componente statistica preponderante:

    peccato che la scienza statistica, che negli anni 80 era vista molto bene a livello scientifico ed anche nel popolino, per i più abbia perso molta importanza. Invece analizzare un evento con gli strumenti statistici ovviamente sapendolo fare e sapendo cosa stai facendo, porta a considerazioni e a conclusioni assolutamente oggettive e incontrovertibili.

    Purtroppo se ne parli seriamente salta sempre fuori il tipo che ti dice, in media abbiamo un pollo a testa ma tu ne mangi 2 ed io rimango a digiuno!

    Dando per scontato in quello che hai scritto che l'ultimo scenario di cui parli sia il "c" (e non il "b" di cui parli sopra e lo escludi infatti), perchè non descrive la situazione attuale, ovviamente sarebbe da sperare che andassimo in quella direzione.

    Il mio parere è che in una prima fase del GW il clima abbia conservato almeno in parte questo scenario "c" auspicabile, in cui, seppur con minor frequenza potremmo osservare ancora eventi freddi simili al passato, seppur magari più localizzati e di minore magnitudo per poi andare inesorabilmente verso lo scenario "a". Questa fase è seconda me già iniziata dopo il 2013-14 almeno in certi periodi dell'anno.

    Un esempio è proprio questo evento 3-4 novembre 1980:

    se io ai primi di novembre 43 anni fa avevo certe isoterme alle alte/altissime latitudini potevo sperare con alcuni incastri configurativi rari di portare giù alle nostre latitudini eventi come quello successo. Ora nel 2023 non ho più quelle isoterme o le ho troppo lontane per cui portarle giù è praticamente impossibile, oppure talmente raro da non potersi concretizzare, soprattutto in un contesto come il nostro di continua corsa al riscaldamento. Quindi scenario "a".

    Invece in altri periodi dell'anno, come a primavera, lo scenario "c" è molto più presente in quanto abbiamo isoterme -15°/-10° piuttosto vicine anche se magari non così vicine come 43 anni fa però con buone configurazioni possono ancora arrivare in prossimità nostra con tutte le conseguenze del caso. Vedi 8 aprile 2021.

    Ovviamente nelle stagioni piene, come inverno ed estate valgono altre considerazioni: per l'inverno potremmo essere più vicini allo scenario "c" perché esistono, soprattutto nella fase finale dello stesso ancora isoterme gelide vicine, per l'estate più allo scenari "a" in quanto ormai abbiamo la +30° in Sicilia per cui avere eventi freschi in estate è ormai impossibile.

    Insomma molto molto interessante questa analisi e soprattutto applicabile alla realtà, partendo da queste considerazioni, magari non semplici per tutti ma neanche troppo complesse:

    a mio parere spieghi meglio il clima con questi modelli statistico-climatologici che con la fisica dell'atmosfera attualmente, dato il profondo cambio climatico in atto.

    Un saluto
    Ultima modifica di Forever1929; 12/11/2023 alle 11:13

  4. #64
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Neve del 3/4 Novembre 1980

    Citazione Originariamente Scritto da Forever1929 Visualizza Messaggio
    No...vabbè...

    ma sei un grande, hai veramente una marcia in più su queste cose.

    Analisi tra l'altro assolutamente condivisibile, del resto il clima ed i suoi fenomeni hanno insita una componente statistica preponderante:

    peccato che la scienza statistica, che negli anni 80 era vista molto bene a livello scientifico ed anche nel popolino, per i più abbia perso molta importanza. Invece analizzare un evento con gli strumenti statistici ovviamente sapendolo fare e sapendo cosa stai facendo, porta a considerazioni e a conclusioni assolutamente oggettive e incontrovertibili.

    Purtroppo se ne parli seriamente salta sempre fuori il tipo che ti dice, in media abbiamo un pollo a testa ma tu ne mangi 2 ed io rimango a digiuno!

    Dando per scontato in quello che hai scritto che l'ultimo scenario di cui parli sia il "c" (e non il "b" di cui parli sopra e lo escludi infatti), perchè non descrive la situazione attuale, ovviamente sarebbe da sperare che andassimo in quella direzione.

    Il mio parere è che in una prima fase del GW il clima abbia conservato almeno in parte questo scenario "c" auspicabile, in cui, seppur con minor frequenza potremmo osservare ancora eventi freddi simili al passato, seppur magari più localizzati e di minore magnitudo per poi andare inesorabilmente verso lo scenario "a". Questa fase è seconda me già iniziata dopo il 2013-14 almeno in certi periodi dell'anno.

    Un esempio è proprio questo evento 3-4 novembre 1980:

    se io ai primi di novembre 43 anni fa avevo certe isoterme alle alte/altissime latitudini potevo sperare con alcuni incastri configurativi rari di portare giù alle nostre latitudini eventi come quello successo. Ora nel 2023 non ho più quelle isoterme o le ho troppo lontane per cui portarle giù è praticamente impossibile, oppure talmente raro da non potersi concretizzare, soprattutto in un contesto come il nostro di continua corsa al riscaldamento. Quindi scenario "a".

    Invece in altri periodi dell'anno, come a primavera, lo scenario "c" è molto più presente in quanto abbiamo isoterme -15°/-10° piuttosto vicine anche se magari non così vicine come 43 anni fa però con buone configurazioni possono ancora arrivare in prossimità nostra con tutte le conseguenze del caso. Vedi 8 aprile 2021.

    Ovviamente nelle stagioni piene, come inverno ed estate valgono altre considerazioni: per l'inverno potremmo essere più vicini allo scenario "c" perché esistono, soprattutto nella fase finale dello stesso ancora isoterme gelide vicine, per l'estate più allo scenari "a" in quanto ormai abbiamo la +30° in Sicilia per cui avere eventi freschi in estate è ormai impossibile.

    Insomma molto molto interessante questa analisi e soprattutto applicabile alla realtà, partendo da queste considerazioni, magari non semplici per tutti ma neanche troppo complesse:

    a mio parere spieghi meglio il clima con questi modelli statistico-climatologici che con la fisica dell'atmosfera attualmente, dato il profondo cambio climatico in atto.

    Un saluto
    Le tue sono considerazioni condivisibili, e aggiungo che ciò che è stato finora NON è detto prosegua anche in futuro, inoltre è da considerare che periodi dell'anno diversi hanno evoluzioni diverse così come le hanno anche località geografiche differenti.
    Agosto, ad esempio, su Brindisi segue lo scenario a, mentre Gennaio lo scenario c, ma non è detto che in futuro sarà sempre così, magari con l'evoluzione del riscaldamento climatico ci sarà un impatto sulle future configurazioni che faranno traslare Gennaio in uno scenario a, viceversa Agosto potrebbe tornare (ne dubito fortemente però purtroppo dato che Agosto da sempre è un mese anticiclonico, e oggi hp significa isoterme africane e col GW andrà sempre peggio) ad uno scenario tendente allo c.
    Ancora, Brindisi ha questa evoluzione, ma Milano o Pisa o Cagliari ne stanno avendo/avranno altre.

    Insomma, da qui sempre quell'invito a conoscere meglio il proprio clima prima di trarre conclusioni, che possono essere piuttosto differenti anche per posti a soli 500 km di distanza ma tra cui un mare, una catena montuosa, una maggiore vicinanza ai centri motori della sinottica, possono fare una notevole differenza, come facevano ieri, come fanno oggi, e come faranno domani.

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