Pagina 2 di 2 PrimaPrima 12
Risultati da 11 a 17 di 17
  1. #11
    Enrico_3bmeteo
    Ospite

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da Jadan Visualizza Messaggio
    Lovelock è lo scienziato inglese che elaborò il concetto di Gaia (il nome no: gli fu suggerito dal suo grande amico e grande scrittore William Golding). Il suo editoriale (stranamente più misurato rispetto ad altri suoi interventi recenti) è qui:

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ione=&sezione=

    In ogni caso lo riporto:

    JAMES LOVELOCK
    Oggi l’umanità è davanti alla sua prova più dura. L’attuale accelerazione dei mutamenti climatici spazzerà via l’ambiente confortevole cui siamo abituati. Il mutamento è un aspetto normale della storia geologica. Il più recente è stato il passaggio da un lungo periodo di glaciazione all’attuale periodo temperato interglaciale. Quel che è strano è che l’imminente crisi è stata provocata da noi, e nulla di così grave è più avvenuto dopo il lungo periodo caldo all’inizio dell’Eocene 55 milioni di anni fa, quando il mutamento è stato più grande di quello tra l’era glaciale e il XIX secolo ed è durato 200 mila anni.

    Quando la Terra si trova in un periodo interglaciale come ora, rimane intrappolata in un circolo vizioso ed è questo che rende così grave e pressante il problema del riscaldamento globale. Il calore supplementare di qualsiasi origine, siano essi i gas ad effetto serra, la scomparsa del ghiaccio artico, il mutamento strutturale degli oceani o la distruzione delle foreste tropicali, risulta amplificato e gli effetti non si limitano a sommarsi uno all’altro.

    È come se avessimo acceso il camino per scaldarci, continuando ad alimentarlo senza accorgerci che nel frattempo la casa intorno ha preso fuoco. E quando questo accade rimane ben poco tempo per spegnere l’incendio prima che bruci tutta la casa. Il riscaldamento globale sta aumentando come un incendio e non c’è quasi più tempo per agire.

    Quest’anno, come mai da quando un ventennio fa è suonato il primo campanello d’allarme, è stato come risvegliarsi da un letargo: il riscaldamento globale non è una congettura, un inutile allarmismo o un’esagerazione di parte, ma piuttosto un pericolo molto netto e presente. Il libro e il film Una verità scomoda, oggi visto in tutto il mondo, hanno contribuito a questa consapevolezza. Le immagini degli orsi polari che annegano perché non riescono a nuotare tra i banchi di ghiaccio liquefatti nei mari artici o le nevi che si sciolgono sul Kilimangiaro hanno drammatizzato la minaccia.

    La consapevolezza è poi cresciuta grazie agli studi effettuati in vari luoghi del cielo, della terra e del mare, riassunti nella Stern Review della Royal Society of London e presentati dal premier Tony Blair il 30 ottobre.

    Perché siamo stati così lenti, specie negli Stati Uniti, a scorgere il grave pericolo che incombe su di noi e sulla nostra civiltà? Cosa c’impedisce di realizzare che la febbre del riscaldamento globale è un fatto letale che potrebbe già essere uscito dal nostro controllo e da quello del pianeta stesso? Credo che rifiutiamo l’evidenza che il nostro mondo sta cambiando perché, come ci ha ricordato il saggio biologo Edward O. Wilson, siamo ancora dei carnivori tribali. Facciamo ancora fatica ad assimilare il concetto che noi e gli altri esseri viventi, dai microbi alle balene, facciamo parte di un’entità molto più grande e diversificata, ovvero la Terra vivente.

    Sono abbastanza vecchio per notare una notevole somiglianza tra l’atteggiamento che si aveva 60 anni fa verso la minaccia della guerra e quello che si ha oggi verso il pericolo del riscaldamento globale. La maggior parte di noi pensa che presto potrebbe accadere qualcosa di molto spiacevole, ma adesso come nel 1938 non sappiamo bene che forma avrà questo qualcosa e che fare per evitarlo. Finora la nostra risposta è stata esattamente come prima della seconda guerra mondiale: cercare una mediazione. L’accordo di Kyoto è stato incredibilmente simile al Patto di Monaco, con i politici che si mostrano ansiosi di intervenire ma poi in realtà si limitano a temporeggiare.

    Quello che è veramente a rischio è la civiltà. Come singoli animali non siamo niente di speciale, anzi in un certo senso la specie umana è una sorta di malattia del pianeta, ma è attraverso la civiltà che ci redimiamo e che siamo diventati una risorsa preziosa per la Terra. Esiste una piccola possibilità che gli scettici abbiano ragione e che possiamo essere salvati da eventi imprevedibili come una serie di eruzioni vulcaniche tanto forti da bloccare la luce solare e far raffreddare la Terra. Ma solo un perdente scommetterebbe la sua vita su una possibilità tanto improbabile. Qualunque siano le perplessità sui climi del futuro, non v’è dubbio che sia i gas a effetto serra sia le temperature stiano aumentando. Nel 2004 Jonathan Gregory e i suoi colleghi dell’Università di Reading hanno reso noto che, se le temperature globali aumentano di più di 2,7 gradi centigradi, il ghiacciaio della Groenlandia diventerà instabile, inizierà a sciogliersi e continuerà fino a scomparire in gran parte, anche se la temperatura poi ritornasse sotto i livelli di soglia. Dato che la temperatura e l’abbondanza di anidride carbonica sembrano strettamente correlate, la soglia può essere espressa nei termini dell’una o dell’altra.

    Gli scienziati Richard Betts e Peter Cox del Centro Hadley per le previsioni climatiche hanno concluso che un aumento di 4°C della temperatura del globo sarebbe sufficiente a destabilizzare le foreste pluviali tropicali e a causarne la sparizione a favore della boscaglia o del deserto. Se ciò avvenisse, la Terra perderebbe un altro meccanismo di raffreddamento e l’aumento della temperatura diventerebbe ancora più rapido.

    Il ghiaccio galleggiante dell’Artico copre un’area pari agli Stati Uniti ed è l’habitat naturale degli orsi polari e di altri animali. È anche la destinazione dei coraggiosi esploratori che hanno raggiunto a piedi il Polo Nord, ma più che altro ci serve come lente riflettente della luce solare estiva, mantenendo il mondo più fresco. Quando i ghiacci si scioglieranno, forse presto, potremo arrivare al Polo Nord in barca, ma avremo perso la capacità di condizionamento dell’aria del ghiaccio artico. Il mare scuro che lo sostituirà assorbirà il calore del sole e scaldandosi accelererà lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia.

    Anche se non possiamo tornare allo splendido mondo del 1800, quando eravamo solo un miliardo, potremmo comunque fare qualcosa per limitare le conseguenze del riscaldamento globale. Se esiste effettivamente una soglia e noi la superassimo, le nazioni del mondo potrebbero limitare i danni cessando le emissioni di anidride carbonica e di metano. L’aumento della temperatura rallenterebbe, come anche l’innalzamento degli oceani, e ci vorrebbe più tempo per raggiungere la fase calda finale rispetto al nostro modo di vivere attuale. Ma anche così i danni sarebbero enormi. Politicamente io sono un verde, ma sono prima di tutto uno scienziato. Per questo sollecito sempre i miei amici verdi a riconsiderare la loro ingenua fiducia nello sviluppo sostenibile e nell’energia rinnovabile. Prima di tutto, i verdi devono abbandonare la loro ostinata opposizione al nucleare.
    D'accordo su tutto tranne sulla frase "splendido mondo del 1800". Non era né spendido né in equilibrio come penso voglia far intendere. Eravamo un miliardo, ma già facevamo danni come 100 miliardi. Se non avessimo reintrodotto in atmosfera la CO2 accumulata in milioni di anni nel sottosuolo avremmo distrutto tutto il mondo vegetale e animale, inclusi muschi e licheni ed il disastro sarebbe stato ancora più veloce.
    Comunque il mondo vegetale ed animale verrà distrutto, anche prima dell'esaurimento del petrolio. Almeno hanno vissuto per qualche secolo in più...
    Ovviamente, stiamo parlando di megafauna e megaflora. Nel mondo microscopico è tutto diverso

  2. #12
    Vento fresco L'avatar di Jadan
    Data Registrazione
    20/09/02
    Località
    Roma Colosseo
    Età
    64
    Messaggi
    2,897
    Menzionato
    10 Post(s)

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da elnino Visualizza Messaggio
    Sono sempre stato abbastanza vicino alle idee di Lovelock, però non vedo cosa potrebbe risolvere il nucleare, faranno le auto a fissione?
    O mio Dio, no. Ma a quel punto potrebbe partire la tecnologia ad idrogeno (che già esiste, mica è fantascienza). Perché il problema dell'idrogeno è che dev'essere "caricato" elettricamente. Se per farlo utilizzi una centrale a carbone, ai fini dei gas serra non cambia nulla. Ma se usi una centrale pulita allora sì. Ma anche senza idorgeno: in generale il discorso macchina elettrica o ibrida potrebbe partire.

    E le tecnologie le abbiamo già. Non ci vogliono decenni. Forse nemmeno tanti anni.
    Maurizio
    Rome, Italy
    41:53:22N, 12:29:53E

  3. #13
    Vento forte L'avatar di Fabio68
    Data Registrazione
    15/08/03
    Località
    Roma
    Messaggi
    3,032
    Menzionato
    18 Post(s)

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da manta Visualizza Messaggio
    Secondo me è cmq sensazionalistico in quanto analizza in riscaldamento globale verso un'unica direzione.

    Non sono uno scienziato sia ben chiaro ma un riscladamento delle acque oceaniche implicherebbe una maggior produzione di vapore acqueo e quindi un aumento delle piogge, dei fenomeni violenti come gli uragani etc.
    Un aumento delle piogge dal mio punto di vista comporterebbe una diminuzione della temperature e quindi un riequilibrio delle condizioni.

    Parlando del polo nord lo analizza dal punto di vista termico ma ricordo che per mantenere in vita un ghiacciaio ci vogliono le precipitazioni e non solo il freddo.
    Lui dice che un aumento termico diminuisce il ghiaccio ma se questo aumento termico facesse aumentare le precipitazioni chi mi dice che alla fine sul polo nord non nevicherebbe di più?

    Secondo me non abbiamo ancora le conoscenze per capire in che direzione muoverci quindi molto spesso è meglio non fare niente piuttosto che agire nella maniera sbagliata.

    si, ma al Polo Nord non sono principalmente le precipitazioni che fanno la banchisa ma il freddo. Che io sappi, insieme al Polo Sud, li le precipitazioni sono molto limitate, anzi al Polo Sud si hanno delle zone dello stesso livello di un deserto (seppur freddo che mantiene la neve e non permette la fusione e da qui gli accumuli).

    Alcuni ritengono che le maggiori precipitazioni possono esserci nelle terre intorno al Polo Nord

    ti allego un articolo che forse potrebbe fare chiarezza

    http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=14788

    saluti
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  4. #14
    Vento forte L'avatar di Fabio68
    Data Registrazione
    15/08/03
    Località
    Roma
    Messaggi
    3,032
    Menzionato
    18 Post(s)

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    D'accordo su tutto tranne sulla frase "splendido mondo del 1800". Non era né spendido né in equilibrio come penso voglia far intendere. Eravamo un miliardo, ma già facevamo danni come 100 miliardi. Se non avessimo reintrodotto in atmosfera la CO2 accumulata in milioni di anni nel sottosuolo avremmo distrutto tutto il mondo vegetale e animale, inclusi muschi e licheni ed il disastro sarebbe stato ancora più veloce.
    Comunque il mondo vegetale ed animale verrà distrutto, anche prima dell'esaurimento del petrolio. Almeno hanno vissuto per qualche secolo in più...
    Ovviamente, stiamo parlando di megafauna e megaflora. Nel mondo microscopico è tutto diverso
    si in effetti nel 1800 la coscienza ecologista non era ai massimi livelli. Leggendo un articolo si affermava che nel 1800 a Londra le temperature al suolo erano anche più basse perchè uno strato di caligine (il famoso smog) ammorbava l'aria della città non permettendo un riscaldamento deciso dell'aria. Si aveva solo il carbone e così si andava...

    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  5. #15
    Burrasca L'avatar di digitos
    Data Registrazione
    21/06/05
    Località
    Lecco
    Età
    47
    Messaggi
    6,079
    Menzionato
    0 Post(s)

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da elnino Visualizza Messaggio
    Sono sempre stato abbastanza vicino alle idee di Lovelock, però non vedo cosa potrebbe risolvere il nucleare, faranno le auto a fissione?
    Tempo fa il fisico italiano Rubbia parlava che esiste già la possibilità di costruire impianti nucleari di nuova concenzione ossia basati su reazioni chimiche e fisiche senza l'ausilio dell'uranio, inquinante, radioattivo e tossico.

    Se non sbaglio si parlava del torio, un metallo che si trova in natura molto più in abbondanza dell'uranio e che sarebbe molto meno radioattivo dell'uranio. Già in India un paio di centrali utilizzano come combustibile nucleare proprio il torio.

    Il futuro ideale sarebbe quello di coprire il nostro fabbisogno energetico con:

    1- fonti di energia rinnovabili e pulite almeno a livello locale: impianti fotovoltaici, solari ed impianti eolici. In Germania, Danimarca nel campo eolico sono già molto avanti. L'italia cosa sta aspettando??

    2- centrali nucleari: assolutamente necessarie per la produzione in larga scala di energia. E' l'unica tecnologia odierna che può sostituire il petrolio. Le energie rinnovabili per quanto possano essere sfruttate non produranno mai, da sole, una quantità necessaria per le attività umane.

    3 - idrogeno. Sull'idrogeno si parla sempre di combustibile non inquinante per l'auto del futuro. Ma la domanda che oramai si fa sempre più spesso è: Se tutte le macchine del mondo andassero a idrogeno, quanto ne risentirebbe l'atmosfera dell'aumento di vapore acqueo (principale responsabile dell'effetto serra) sviluppato dai tubi di scappamento?


  6. #16
    elnino
    Ospite

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da digitos Visualizza Messaggio
    3 - idrogeno. Sull'idrogeno si parla sempre di combustibile non inquinante per l'auto del futuro. Ma la domanda che oramai si fa sempre più spesso è: Se tutte le macchine del mondo andassero a idrogeno, quanto ne risentirebbe l'atmosfera dell'aumento di vapore acqueo (principale responsabile dell'effetto serra) sviluppato dai tubi di scappamento?

    Non credo ci sarebbero problemi di effetto serra, visto che il vapore acqueo ha un tempo di permanenza in atmosfera bassissimo (dell'ordine dei giorni, contro i decenni della CO2). Semmai potrebbe esserci il problema dell'aumento delle precipitazioni e delle nebbie in certe aree.

  7. #17
    Vento teso L'avatar di nago
    Data Registrazione
    05/03/04
    Località
    Lissone (MB)
    Età
    58
    Messaggi
    1,518
    Menzionato
    13 Post(s)

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo Visualizza Messaggio
    D'accordo su tutto tranne sulla frase "splendido mondo del 1800". Non era né spendido né in equilibrio come penso voglia far intendere. Eravamo un miliardo, ma già facevamo danni come 100 miliardi. Se non avessimo reintrodotto in atmosfera la CO2 accumulata in milioni di anni nel sottosuolo avremmo distrutto tutto il mondo vegetale e animale, inclusi muschi e licheni ed il disastro sarebbe stato ancora più veloce.
    Comunque il mondo vegetale ed animale verrà distrutto, anche prima dell'esaurimento del petrolio. Almeno hanno vissuto per qualche secolo in più...
    Ovviamente, stiamo parlando di megafauna e megaflora. Nel mondo microscopico è tutto diverso
    Cioè nel senso che avremmo bruciato legna?

    Però il legname è riproducibile piantando altre piante che si "nutrirebbero" di CO2. Bisognerebbe vedere se alla fine i conti tornano.
    “Sopra le nuvole il meteo è noioso”

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •