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Si vanno sempre più delineando gli scenari del peggioramento invernale per la prossima settimana e, ad ogni nuovo aggiornamento, si aggiungono particolari anche sulla qualità delle precipitazioni che potrebbero cadere, sotto forma di neve, su alcune aree del Nord. La previsione è ancora abbastanza complessa per la difficile localizzazione del minimo al suolo e in quota, nonché delle bolle di aria fredda a 850 hPa i cui valori tendono sempre più ad avvicinarsi alle termiche che ci vorrebbero proprio per vedere i fiocchi cadere fino alla pianura. Per martedì 20, tutto il settore centro orientale del Nord sarà sotto almeno alla -4 °C, ma sono presenti a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano anche isoterme che potrebbero spingersi fino a -7 °C a 1200 metri circa: valori considerevoli per il periodo, ma non eccezionali! La presenza di un minimo al suolo sull’Alto Adriatico, associato ad una circolazione fredda in ingresso da est sul Triveneto e sull’Emilia insieme a geopotenziali a 500 hPa veramente bassi (tra 5160 e 5180 metri), potrebbe favorire il passaggio di una fase nevosa sulle pianure del Nord-Est che potrebbe manifestarsi un po’ più intensa del previsto per l’opera di sbarramento offerto dalla catena appenninica. Favorito, al momento,tutto l’asse emiliano da Parma a Forlì. A sfavore gioca la radiazione solare, ma la partita si gioca davvero sul filo del rasoio e, a mio avviso, vale la pena tentare uno sbilanciamento del genere. Ci proviamo…
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***...Always Looking At The Sky...***
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[B] Don't panic. But if you panic, be the first.
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Eccellente TD, complimenti!
Intervengo soltanto per sottolineare come configurazioni come quella attesa si prestano a notevoli incognite predittive legate ai notevoli gradienti in gioco, figli della particolare incisività del tema sinottico in fieri.
Contrasti accesi potrebbero determinare eventi apparentemente poco allineabili agli input provenienti dalla mera osservazione dei parametri modellistici.
Il nowcasting si rivelerà ovviamente dirimente in tal senso, ma la sorpresa potrebbe trovarsi dietro l'angolo anche in maniera insospettabile, se le cose dovessero effettivamente andare come sembra.
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"La meteo è una passione che non comprende solo colui che non la nutre"
Genny, forever.
Ciao Alex
Da sottolineare 10mila volte!![]()
Intanto attraverso l'aiuto dell'immagine satellitare procediamo con la verifica della previsione delle GFS, a questo punto risalente a 48 ore fa.
Tutto come da programma: l'onda frontale sta cominciando a maturare, il ramo freddo e quello caldo sono ormai ben delineati, e lentamente l'occlusione sta iniziando a modellare la massa d'aria, tuttavia non presentando al momento rotazione evidente. Da evidenziare magari una posizione leggermente più ad ovest (100 km) rispetto al previsto per il ramo caldo.
Entro la serata comunque il nuovo minimo depressionario acquisirà energia, e tenderà a prevalere sul piccolo ciclone già presente a nord-ovest dell'Islanda.
Da notare che (guardacaso) il sistema frontale ha cominciato ad occludersi proprio adesso che sta entrando in interazione diretta con il flusso di aria artica marittima che alimentava la perturbazione precedente (quel ramo freddo evidenziato tra Scozia e fiordi norvegesi nell'intervento di ieri); questo è accaduto in realtà per due motivi ben distinti: rallentamento dell'onda frontale nell'avanzata verso est, ma soprattutto scontro diretto tra le due masse d'aria artica (quella marittima già descritta e quella di origine canadese che si trova dietro al lungo fronte freddo che sta per affrontare l'Irlanda).
Da evidenziare anche la piccola linea di instabilità a WSW dell'Islanda: non è altro che un embrione dell'asse di saccatura che poi ci investirà in pieno nella serata di lunedì.
Inoltre almeno per qualche ora ancora anche il ramo caldo della perturbazione a noi tanto cara avrà il suo ruolo determinante, perlomeno da un punto di vista squisitamente circolatorio: difatti sta tagliando i rifornimenti di aria fredda al fronte ormai tra Polonia e coste orientali del Baltico, fatto questo che decreterà un rapido cambiamento di traiettoria e potenza della perturbazione stessa, tant'è che domani il nucleo più attivo lo ritroveremo sulle coste del Mar Nero, mentre il resto del sistema frontale (su Bielorussia, Russia settentrionale e Penisola di Kola) sarà ormai occluso.
Questo processo favorirà un ulteriore aumento della pressione atmosferica nei primi giorni della prossima settimana sulla Russia, garantendo la presenza di un abbozzo dell'anticiclone che poi fra 6-8 giorni potrebbe generare la cellula scandinava che al momento vede più spavalda il modello di Reading.
Ma veniamo a noi. Ci sono novità sostanziali a sottolineare? Oltre al fatto che la saccatura, come già evidenziato da molti di noi, sembra voler affondare con maggior decisione nella Valle del Rodano, direi che sarà proprio per questo motivo che il fronte freddo rallenterà un po' rispetto alle prospettive di ieri, riprendendo curiosamente per lunedì alle ore 12z la posizione indicata nella mappa del primo messaggio.
Per il resto al momento nient'altro da segnalare rispetto a quanto già indicato da tutti gli intervenuti nel thread![]()
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Ultima modifica di Lorenzo Catania; 17/03/2007 alle 14:36
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" (A. Baroni)
Un inverno rabbioso sembra intenzionato a sfogare in pochi giorni la sua collera per non aver avuto la possibilità di mostrarsi, nella sua stagione, come avrebbe voluto per l’insorgenza di alcuni meccanismi di equilibrio atmosferico che hanno, fino a questo momento, permesso il proseguimento di questa lunga fase calda. Siamo alla vigilia di un pesante cambio di rotta, per certi aspetti drastico, che catapulta nuovamente il tempo della nostra penisola in quell’altalena di eventi estremi e diametralmente opposti che, ogni volta, seminano stupore e meraviglia per l’entità delle forze in gioco che vengono a scontrarsi: sempre più organizzate e sempre più energiche. Ogni volta, infatti, si crede di essere arrivati ad un tetto massimo per il grado di intensità dei fenomeni che si possono originare e invece, dopo poco tempo, ecco che si gettano le basi perché un nuovo mix esplosivo di fattori porti a casa un nuovo impensabile traguardo: un risultato su cui non avremmo scommesso nemmeno un centesimo ecco che irrompe sulla scena senza mezzi termini, deciso e, in un certo senso, sfacciato. Sicuramente il 19 gennaio scorso nessuno avrebbe scommesso sui 29.4 °C della provincia di Cuneo mentre ora, al 20 marzo, nessuno si sarebbe sognato che un’altezza di geopotenziale di quasi 5100 metri potesse arrivare nel cuore dell’Italia. Eppure, parametro dopo parametro, sembra che vadano sensibilmente ampliandosi i domini dei vari campi atmosferici: valori prima impensabili cominciano a far capolino e riescono a farsi notare all’interno di un groviglio di evoluzioni sinottiche che rimangono sempre improntate alla dinamica che conosciamo, variando magari i propri intervalli di durata e di frequenza.
La continua meraviglia che traspare nel giudicare tali fenomeni decisamente oltre le classiche righe è certamente figlia dei limiti della ragionevolezza umana: quel… “non è possibile” che a noi viene istantaneo non fa assolutamente parte del vocabolario atmosferico: ce ne stiamo rendendo sempre più conto. Ed ecco che allora un evento a cui possiamo affidare, secondo i nostri giudizi, una probabilità di successo pari all’1%, specie in periodi non consoni o al limite del periodo tipico per il suo realizzo, riesce ad imporsi e ad andare avanti per la propria strada in un modo che per noi è inconsueto. Ma se queste bassissime probabilità legate ad eventi a tratti pesantemente anomali e giudicate tali a priori, trovano una strada per affermarsi sempre più spesso, ecco che allora il nostro criterio di giudizio (e la nostra meraviglia) incoccia con una realtà dei fatti che non dovremmo più considerare inverosimile.
Che cosa può spingere, allora, l’atmosfera a comportarsi in questo modo? Quale combinazione particolare di fattori può far sì che il quasi impossibile diventi sempre più spesso possibile e che, soprattutto, il ritmo di questi eventi… dell’1% aumenti? Lorentz diceva che, a volte, una piccola perturbazione può portare ad uno sconvolgimento del quadro evolutivo, mentre altre volte la stessa perturbazione passa inosservata. Perché, allora, quell’1% di probabilità di evento intenso (che sia caldo o freddo), un’inezia rispetto a tutti i possibili quadri evolutivi, sta diventando sempre più un fattore caratterizzante del nostro tempo? Possibile che sembra che si stia per cadere in una fase in cui queste “piccole perturbazioni” riescono sempre a dettar legge e a prevalere sulle altre innumerevoli combinazioni possibili della dinamica evolutiva?
Pensandoci bene, l’evoluzione descritta per i prossimi giorni può essere vista forse come l’unica probabile se consideriamo il fatto che l’inerzia termica atmosferica doveva essere rotta (per ora temporaneamente) in qualche modo: e ciò poteva essere fatto solo con un intervento incisivo. E, per di più, se è vero che l’atmosfera stessa tende a raggiungere il proprio scopo facendo meno lavoro possibile, l’evento previsto rientra appieno all’interno delle modalità descritte. Ecco che allora quell’1% che daremo noi ad un evento impensabile trova il giusto spazio di realizzo: forse perché, a questo punto, è l’unica percentuale che rappresenta quella tessera mancante nel completare il puzzle atmosferico.
Thread interessantissimo, complimenti.
Thread da leccarsi i baffi: Lorenzo, Andrea e Luca, tre grandi, che dialogano di meteo ad altissimo livello, al riguardo dell'evento più interessante di tutto il semestre freddo.
Che si vuole di più? Beh, qualche bella sorpresa martedì mattina.
Grazie a tutti per il piacere che mi avete dato a leggere questa discussione.
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
Benissimo Marco, parliamone insieme![]()
Le considerazioni di Andrea Corigliano sulla tendenza ad estremizzazione degli episodi di anomalia, non riguarderanno solo questo episodio che, prendendo spunto dalla sua analisi porterà marcato maltempo con freddo anomalo fuori stagione e precipitazioni solide nella terza decade di marzo. Deriva da un inverno con una anomalia spaventosa di 3° su base trimestrale, in sede europea. Ma soprattutto, la modifica allo schema generale di circolazione indotta da tale episodio si esplicherà con un cambio netto di rotta riportandoci a medie di inizio febbraio per ben più di una settimana come tu giustamente dici, ed accompagnandoci con alterne vicende probabilmente fino a Pasqua.
La ripresa a metà febbraio dell'attività convettiva tropicale legata alla Madden-Julian Oscillation ha sbloccato una situazione di forte anomalia emisferica facendo progredire verso est, in uscita dal continente asiatico, la formazione di proficue ondulazioni al jetstream. Esse poi hanno trovato comunque una via di sfogo verso la depressione sul golfo d'Alaska, bypassando così l'assenza di segnale nella fase 7. Importante a questo punto notare come tale assenza abbia evitato di forzare la perdurante anomalia sopra l'Europa. In figura l'analisi comparata dell'effetto della fase 7 della MJO con la situazione attuale del jetstream, ci fa osservare 3 elementi:
i) assenza di un blocking barico sui meridiani centraliorientali nordamericani, dove invece è presente una convergenza del jetstrem polare con quello delle medie latitudini,
ii) assenza di una falla barica in pieno oceano Atlantico, dove invece si sta strutturando in queste ore il coupling tra la alta oceanica e quella groenlandese con altissimi valori di BI (20 m/deg lat, secondo Tibaldi e Molteni, per i prossimi 3 gg) e,
iii) soprattutto la mancata pulsazione dinamica dell'alticiclogenesi subtropicale atlantica verso l'Europa settentrionale, prevista dai modelli fino a pochissimi gg fà, e sostituita nella realtà dall'affondo odierno sull'Europa orientale.
Lo strutturarsi del blocco russo-scandinavo (Scand+) non sarà ostacolato dall'attività tropicale intrastagionale, prevista debole in fase 8(http://raleighwx.easternuswx.com/MJO...b.gif), mentre sarà favorito durante il passaggio della fase attiva della MJO, con segnale di nuovo in ripresa.
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Andrea
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