Mi auguro che almeno da parte vostra ci sia la volontà di filtrare, con ragionevolezza, notizie di questo tipo che vengono sempre messe in circolazione dagli organi di stampa con l’unica intenzione di terrorizzare chi legge che, nella stragrande maggioranza dei casi, è un ignorante in materia. Ma ignoranti sono anche coloro che scrivono questi articoli, perché per cercare di abbagliare il pubblico commettono loro stessi delle palesi contraddizioni di cui potete rendervene conto voi stessi leggendo gli articoli postati. Lasciare commentare gli scenari climatici ai giornalisti per informare il grande pubblico è l’errore più grave che il mondo scientifico possa commettere, perché si finisce per far fa leva sul sensazionalismo, sullo scenario più apocalittico, trascurando che quei risultati sono solo probabilità di scenari che, tra l’altro, non comprendono assolutamente l’intera gamma di scenari possibili. Dare infatti solo un numero limitato di scenari, come ad esempio l’aumento della temperatura entro 0.5 °C, tra 0.5 e 1.5 °C, tra 1.5 e 2.5 °C, ecc… non fa capire che, all’interno di uno stesso range, può aversi un’ulteriore vasta gamma di fenomeni possibili, visto che per l’atmosfera mezzo grado in più o in meno significa veramente molto. Il tema del cambiamento climatico è troppo complesso per essere limitato ad uno studio compresso di possibili evoluzioni. I feedback positivi e negativi non potranno mai essere quantificati in modo esatto per generare lo scenario evolutivo corretto, perché i pesi che vengono dati alle varie forzanti sono semplici e pure stime. Qui si deve parlare per sommi capi e non scegliere davvero uno scenario ad estrazione (pilotata) da dare in pasto alle persone. Parlare di cambiamenti sì, anche fino alla nausea, ma che l’informazione faccia capire la scientificità dell’argomento e, soprattutto, la sua natura probabilistica che è figlia di un risultato stocastico in cui si finisce poi per cercare il meandro più allarmante perché tanto il pubblico, in questi casi, è incapace di intendere.
Magari fosse solo un problema relegato alle questioni meteoclimatiche....I giornalisti non capiscono una mazza di cose scientifiche (hanno altra preparazione giustamente) e qualsiasi argomento del genere venga da loro divulgato per farne notizia diventa occasione di inesattezze e confusione. La gara sul tempo, la loro pressapochezza ed in qualche caso anche una certa presunzione fanno sì che la realtà informativa sia quella che conosciamo.
Un giornalista serio si farebbe aiutare da un esperto del settore perdendo molto tempo nello stilare un articolo su un argomento sconosciuto. Invece fanno due domande, tirano conclusioni affrettate su due risposte e via, l'articolo è fatto (male), pronto per essere dato in pasto al pubblico.![]()
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"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
D'accordo su tutto, eccepirei su questo: un giornalista DEVE sapere di ciò di cui scrive. Il dramma del giornalismo italiano è che i giornalisti sono persone che hanno, come educazione, solo il buon (e poi da discutere quanto!) scrivere. Invece dovrebbero essere competenti della materia.
All'estero spesso lo sono. Da noi no. Colpa nostra. Dell'Italia, dico, non mia e tua.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Lo so, sarebbe l'optimum se per ogni materia in questione l'articolo lo scrivesse il giornalista specializzato. In mancanza di ciò forse sarebbe sufficiente che prima di scrivere, o prima di pubblicare, lo stesso si servisse adeguatamente della consulenza di un esperto.
Certamente quando si vede un servizio delle Iene che mostra parlamentari che si recano al Parlamento per votare delle leggi sul codice stradale senza manco sapere quando si devono accendere le luci anabbaglianti (solo per citarne una) allora di cosa vogliamo meravigliarci?![]()
Ultima modifica di Conte; 07/04/2007 alle 10:21
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Socio fondatore e consigliere Caput Frigoris.Avezzano, 15 aprile 1995 nevicata max ultimi 14 anni...115cm
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