Se ad applicarlo è uno scienziato che abbia un principio di autorità equivalente a quello delle persone che deve criticare. Altrimenti no, altrimenti è presunzione.
Se un medico mi fa una diagnosi, può essere giusta o sbagliata. Ma dirò che è sbagliata solo quando un (o più, meglio) altri medici mi avranno detto che il primo medico ha sbagliato. Allora sì potrò dire che il primo ha sbagliato. Ma non sono IO la persona che può dirlo.
La prima regola base del metodo scientifico è che per poter affermare una cosa devi conoscerla. Se non la conosci, allora ti devi fidare di chi ne sa più di te. Infatti tutti gli scienziati di tutto il mondo quando si imbattono in un campo che non è esattamente il loro cosa fanno? Vanno alla ricerca delle pubblicazioni in quel settore che loro maneggiano appena e si fidano dell'autorità scientifica di chi ha formulato quell'ipotesi. Questo è il metodo scientifico, perché è solo così che riesci a cumulare la conoscenza: prendendo per buona quella degli altri nei campi non tuoi e andando tu avanti nel campo tuo. Così cumuli: altrimenti partiresti sempre da zero.
(Detto per inciso, faccio ricerca molto applicata e molto poco teorica, in questo periodo, e in un settore come l'economia che non è certo scienza esatta. Ma come pensi che funzioni un team di ricerca? Che tutti fanno e studiano tutto? O che se in quel settore Tizio e Caia (colleghi) ne sanno più di me, e io ho bisogno di una cosa del loro campo, la chiedo a loro?)
Quello che tu esprimi è uno scetticismo nei confronti degli scienziati, non è metodo scientifico. Perché, di fatto, tendi a ripartire sempre da zero.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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