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Vento moderato
L'attesa
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16357
L'equinozio di autunno, da aequus e noctium, il giorno un cui il dì e la notte misurano la stessa lunghezza cronologica, rappresenta un momento nevralgico per una popolazione poco conosciuta ma molto numerosa: i nivofili e i freddofili, soprattutto italiani. Se da un punto di vista meteo-climatico indica solo l'inizio dell'autunno vero, quello delle piogge e delle brume, da un punto di vista prettamente psicologico è l'inizio dell'attesa. Attesa viene da ad tendere, termine latino che significa letteralmente "prestare attenzione verso qualche cosa"'. Il nivofilo è spesso afflitto anche dalla meteofilia, e quindi la sua attenzione viene rivolta prima di tutto agli indici climatici e a tutto ciò che può indicare se vi sono le condizioni perché il prossimo inverno sia buono oppure no.
L'attesa ben presto si trasforma in aspettativa, qualunque sia il responso dei modelli stagionali. Aspettativa deriva da ad specto, etimologicamente "il guardare in avanti, verso il futuro". E il futuro che interessa il nivofilo è quello invernale. Nevicherà? Farà freddo?
Di qui il passo verso l'aspirazione è breve: da ad spiro, sempre con il prefisso ad che indica il movimento verso il futuro, significa originariamente "tirare il fiato a sé", e per estensione "desiderare vivamente una cosa che finisce per venire assimilata al soffio, al respiro del vento".
Sembra proprio di vedere il nivofilo ansimare faticosamente davanti al pc nell'osservare i modelli meteo-climatici, nella speranza di individuare un segno dell'evento atteso. Perché speranza significa originariamente "tendere verso una meta", da una radice indoeuropea spa.
Questa meta è vissuta in modo quasi mistico e ascetico dal nivofilo, tanto da desiderarla ardentemente: il desiderare è propriamente il de siderale, "l'osservare attentamente le stelle in attesa di un loro segnale", attività tipica degli auguri.
Tutta questa fatica affinché alla fine arrivi l'evento meteo desiderato, cioè etimologicamente "venga condotto a riva", del latino ad ripare.
Da tutto questo lungo discorso non può non apparire chiaro, emergere si dovrebbe dire, che il meteofilo nivofilo è essenzialmente colui che attende e spera, una sorta di augure che umilmente dedica parte della sua vita all'osservazione del cielo, aspettando che questi gli parli, gli invii quel segno che rappresenta lo scopo del suo fremere ed aspirare. Una figura umana sempre più rara, perché non pretende di influenzare o di modificare il cosmo, ma si limita ad osservarlo ben consapevole dei limiti enormi che lo trattengono in basso. Qualcosa di antico, quasi di mitologico, e sicuramente molto filosofico.
Se l'evento è ciò che viene fuori, che si svela, da ex ventum, al nivofilo non rimarrà altro che attendere che ciò che si deve rivelare lo faccia. Ben consapevole che la gioia enorme ed intensa della nevicata sarà stata sempre preceduta da lunghi mesi di umile aspirazione condivisa coi suoi simili, spesso molto più gratificanti e emozionanti dell'evento stesso. Ma meglio non farlo troppo sapere in giro, questo.
Aldo Meschiari
Ultima modifica di Aldo Meschiari; 24/09/2007 alle 22:38
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