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  1. #21
    Burrasca forte L'avatar di leonex
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da NoSync Visualizza Messaggio
    Ci si abitua in pochi giorni. Io ormai da quasi un anno bevo l'acqua dal rubinetto e non è così male.
    Azz.. quando urini lasci scie chimiche...

    Tornando in topic, come già detto il problema sono le perdite durante il tragitto che l'acqua deve compiere fino all'uso finale ! Gli impianti ci sono, facciamo un pò di manutenzione, sistemiamoli ! In Capitanata è sempre un argomento ricorrente questo, per cui ottimo thread questo..

  2. #22
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Per arrivare ai nostri rubinetti, una particella d’acqua viene prelevata da una fonte, intubata e dirottata spesso a centinaia di km di distanza.
    Se pensiamo al percorso che l’acqua avrebbe naturalmente percorso da quella fonte quella particella avrebbe irrorato uno spazio di campagna circostante, magari si sarebbe trasformata tramite fotosintesi e vari altri processi in una mela oppure sarebbe evaporata al sole, finita chissà dove per poi riprecipitare a terra in qualche acquazzone.

    In nessun caso la particella si sarebbe persa: in un caso entra in casa dal rubinetto, in un altro sottoforma di mela e, solo nel terzo caso non finirà nella nostra casa ma in quella di qualcuno chissà dove. È il ciclo dell’acqua.

    Prendiamo la città di Roma, che gode di un ottimo sistema di adduzione dell’acqua. Il sistema principale adduce al lago di Bracciano. Mettiamo che di 100 particelle, 30 se ne perdano strada facendo. 70 arrivano da noi nei nostri rubinetti.
    Ma quelle 30 sono perse? Sì, se il parametro è l’adduzione delle nostre case. No, se il punto di vista diventa quello del ciclo idrologico e del benessere di siepi e campi agricoli da Roma a Bracciano.

    Mettiamo che l’ACEA (il gestore) sigilli tutte le condotte sino a Bracciano. Il prelievo dal lago seguirà la domanda. Con l’incremento demografico che l’Urbe sta subendo questo tenderà ad aumentare. E tenderà ad aumentare finquando la nostra classe dirigente non si renderà conto che una sana gestione dell’Acqua è importante come il coltivarsi un cospicuo elettorato.

    Ma è fondamentale una sana gestione nelle case e, soprattutto nel ciclo produttivo.

    In realtà è il nostro di ciclo idrologico a NON essere più un ciclo. Una città come Roma sta velocemente alterando il microclima che la circonda. I temporali estivi vengono meno e la cappa emissiva che la sovrasta e allungandosi verso le campagne circostanti sino alle montagne dell’Abruzzo altera la distribuzione delle piogge anche al passaggio dei piovosi fronti atlantici o delle libecciate prefrontali, da sempre foriere di precipitazioni per il versante tirrenico.

    Aumentare il prelievo solo sulla base della domanda poterà all’inaridimento del Lago e, quand’anche si riesca a tutelare il bacino - giacché sarebbe assurdo berselo tutto -, con tubazioni a prova di goccia si inaridirebbero le aree circostanti. Come effettivamente sta accadendo.

    In India volutamente le tubazioni irrorano i terreni stradafacendo così come lo fanno nel Nord Europa (principio della reintegrazione lenta delle falde). Solo nei regimi fortemente aridi, dove spesso dato per l’aumento eccessivo delle popolazioni (come nel Medio Oriente) si attinge a paleofalde (quelle non reintegrabili dalle piogge nel medio e nemmeno nel lungo periodo e alle quali si dovrebbe ricorrere solo in casi di estrema necessità): l’acqua diviene petrolio, e una goccia persa è un danno irrimediabile per tutti.

    Ma si sta parlando di una risorsa che non è più rinnovabile nemmeno in Italia: ad Agrigento l’acqua è poca e a fronte di una fortissima evaporazione ogni goccia vale.
    Questo non vuole essere una scusante per la cattiva gestione dei bacini idrici o il ricatto del business dei venditori d’acqua (leggi mafie). Cattiva gestione dei bacini che riguarda le Madonie così come le Alpi.

    Discorso a parte per le Acque Minerali. Non sono solo uno spreco ma un lusso che non possiamo e dobbiamo più permetterci. Premesso che le acque che escono dai rubinetti italiani sono microbiologicamente pure (come norma comanda) e premesso che calcio e sodio non uccidono nessuno checché ne dica la pubblicità (eccezion fatte per chi soffre di patologie a carico del sistema cardiocircolatorio/renale/digestivo) è assurdo pagare il trasporto di una bottiglia d’acqua per circa 450 km (la distanza che in media fanno le acque minerali in Italia) quando grazie ad un semplice filtro in una caraffa potrei ottenere un’acqua spesso migliore attingendo al rubinetto di casa. Non faccio pubblicità ma di filtri ne esistono di ottimi diffusi ovunque in Europa (soprattutto in Germania) e anche nei nostri casalinghi, peccato che in Italia non si conoscano.

    E già perché qualcuno ha deciso che le principali forniture per Roma non provengano dai vicini Appennini ma dalle sorgenti d’alta quota alpine, così come a Milano spesso si beve acqua Umbra e Toscana, perché fa “moda”.

    Guardate che non è che l’Italia possa ospitare 100-200 milioni di persone preservando intatto il suo potenziale rigenerativo. La pressione umana nella Pianura Padana, nella Campagna Romano così come nel Napoletano è ben al di sopra del limite di equilibrio.
    Soprattutto per quanto concerne la pressione idrica la Pianura Padana è al collasso: un recente studio del CNR e dell’Enea afferma che nel giro di qualche anno il Po terminerà la sua corsa nei pressi di Ferrara, dopo essersi ridotto ad un rigagnolo già da Cremona.

    La *****grafia climatica e l’eccezionalismo dei toni stanno facendo perdere la freddezza nel giudicare i fatti: il clima italiano è in veloce evoluzione per diversi fattori, globali e locali, ma tutti di origine antropica.
    E, dobbiamo ringraziare il lavoro del prof. Giuliacci e del centro Epson di Milano se esistono pubblicazioni in italiano che parlino agli italiani degli effetti del cambiamento nella loro terra. Ricordiamo che per gli inglesi gli Appennini e le Alpi spesso sono degli incidenti di percorso nella loro modellistica rispetto al tragitto che le perturbazioni fanno da ovest verso est.

    Studi internazionali sulla complessità del clima nel bacino mediterraneo sono molto pochi. Solo gli spagnoli stanno recuperando terreno, molto più di noi, anche sulla scorta dei numerosi alluvioni lampo che hanno devastato la Comunidad Valenciana nell’autunno scorso.

    Qui l’inverno 2006-7, e il terribile autunno nonché l’avara primavera che l’anno preceduto e seguito non hanno prodotto ancora alcuna pubblicazione analitica seria e completa.

    Vi rammento che, nonostante il “maltempo” recente – che a qualcuno avrebbe fatto supporre addirittura la mano del Grande Fratello – il Tevere stamattina a Ripetta misurava 5,60 m di altezza a fronte dei 7,20-8,00 m che solitamente misura durante la piovosa fase primaverile.

    Ma l’effetto è dovuto all’assenza delle grandi perturbazioni atlantiche, dall’eccessivo sfruttamento dei suoli da Roma all’Umbria, della forte pressione idrica sulle sorgenti dei suoi affluenti per l’agricoltura in primis.

    In sostanza, il problema degli acquedotti è una chimera che nasconde parte di verità e giustezza ma anche tanta credenza popolare.
    E il recente richiamo fatto dai Giuliacci con il Convegno sul problema dell’Acqua tenutosi in Lombardia vuole proprio cominciare a rompere il muro di gomma che il popolo stesso ha contribuito a costruire.

    In fondo siamo tutti sensibili ai richiami di Al Gore o del prof. Giuliacci o alle scene delle alluvioni in Bangladesh: ma poi ci schifiamo se l’acqua del rubinetto ha troppo cloro, voliamo low-cost 6-8 volte l’anno e non compriamo al supermercato di quartiere che utilizza le porte scorrevoli sui banchi fringo ma solo all’ipermercato che dista 15 km da casa e che presenta oltre 500 m di banchi frigo aperti 24 ore su 24.
    Vi assicuro che l’acqua che trovate nei rubinetti fuori dall’Italia procedendo verso est o verso sud ha altri problemi che non il biancore che compare quando la si bolle. Così come le acque francesi sono molto più sintetiche nel loro sapore: forse perché a Lione o a Rennes non pretendono che dal rubinetto possa uscire l’acqua del Mont-Blanc ma capiscono (forse perché sanno) che se la loro acqua deve passare necessariamente per km di cisterne e tubi di distribuzione per forza di cose dovrà contenere dei sali protettivi che ne possono alterare il sapore.
    Un amico libanese che ora lavora in Germania mi diceva tempo fa che è proprio la nostra italica capricciosità il sintomo più evidente della nostra schizofrenia per chi ci guarda dall’esterno.

  3. #23
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Tra alcune cose giuste dette da Shivio, (che non so chi è perché ormai ci si vergogna di firmare almeno gli interventi scientifici), ve ne sono molte inesatte.
    Allora cercherò di fare un po' di chiarezza, visto anche che il suo intervento mi ha tirato in ballo come se io fossi un terrorista ambientale
    • le reti idriche DEBBONO avere per legge una perdita di acqua ( perché non lo dice nessuno, nemmeno Lei che è un addetto ai lavori?), credo intorno al 10%, perché solo in tal modo la pressione di uscita dell’acqua garantisce che dall’esterno non entrino agenti patogeni o altri inquinanti dentro le tubature;
    • Non è vero che in Italia non esiste il problema della siccità. Occorre portare prove e numeri in tal senso, cosa che Lei non ha fatto. Perché non provate a chiedere agli agricoltori o ai gestori di invasi idroelettrici del Nord Italia cosa ne pensino del problema acqua?
    • Negli ultimi 5 anni ho elaborato a più riprese i dati pluviometrici dell’Italia relativi agli ultimi 30 anni e anche oggi ho tenuto una relazione ah hoc in un convegno sulla gestione delle risorse idriche organizzato dalla Regione Lombardia. Da tali miei studi emerge in maniera inequivocabile quanto segue, salvo situazioni locali particolari:
      • la piovosità annuale negli ultimi 15-20 anni è aumentata al Sud;
      • è rimasta quasi immutata al Centro;
      • è diminuita nella misura del 30 % al Nord. Le regioni più colpite dalla riduzione di piovosità sono quelle di Nordovest. Qui, nel periodo inverno-primavera, negli ultimi 6 anni si sono verificati ben 4 episodi di grave siccità ( deficit superiore al 40% e durata superiore a 4 mesi) negli anni 2003, 2005, 2006, 2007, cosa che ha creato gravi tensioni tra Svizzera e Italia ( per la gestione delle acque del laghi), tra agricoltori e gestori di impianti idroelettrici e tra gli agricoltori posti a monte rispetto quelli posti a valle dei grandi fiumi e/o laghi.

    Purtroppo fin quando l’acqua seguiterà ad uscire dai rubinetti di casa nostra, saremo indotti a pensare – erroneamente - che non vi sia scarsità di acqua per nessuno. Ma non è così.

  4. #24
    Uragano L'avatar di Marco.Iannucci
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da mario.giuliacci Visualizza Messaggio
    Tra alcune cose giuste dette da Shivio, (che non so chi è perché ormai ci si vergogna di firmare almeno gli interventi scientifici), ve ne sono molte inesatte.
    Allora cercherò di fare un po' di chiarezza, visto anche che il suo intervento mi ha tirato in ballo come se io fossi un terrorista ambientale
    • le reti idriche DEBBONO avere per legge una perdita di acqua ( perché non lo dice nessuno, nemmeno Lei che è un addetto ai lavori?), credo intorno al 10%, perché solo in tal modo la pressione di uscita dell’acqua garantisce che dall’esterno non entrino agenti patogeni o altri inquinanti dentro le tubature;
    • Non è vero che in Italia non esiste il problema della siccità. Occorre portare prove e numeri in tal senso, cosa che Lei non ha fatto. Perché non provate a chiedere agli agricoltori o ai gestori di invasi idroelettrici del Nord Italia cosa ne pensino del problema acqua?
    • Negli ultimi 5 anni ho elaborato a più riprese i dati pluviometrici dell’Italia relativi agli ultimi 30 anni e anche oggi ho tenuto una relazione ah hoc in un convegno sulla gestione delle risorse idriche organizzato dalla Regione Lombardia. Da tali miei studi emerge in maniera inequivocabile quanto segue, salvo situazioni locali particolari:
      • la piovosità annuale negli ultimi 15-20 anni è aumentata al Sud;
      • è rimasta quasi immutata al Centro;
      • è diminuita nella misura del 30 % al Nord. Le regioni più colpite dalla riduzione di piovosità sono quelle di Nordovest. Qui, nel periodo inverno-primavera, negli ultimi 6 anni si sono verificati ben 4 episodi di grave siccità ( deficit superiore al 40% e durata superiore a 4 mesi) negli anni 2003, 2005, 2006, 2007, cosa che ha creato gravi tensioni tra Svizzera e Italia ( per la gestione delle acque del laghi), tra agricoltori e gestori di impianti idroelettrici e tra gli agricoltori posti a monte rispetto quelli posti a valle dei grandi fiumi e/o laghi.

    Purtroppo fin quando l’acqua seguiterà ad uscire dai rubinetti di casa nostra, saremo indotti a pensare – erroneamente - che non vi sia scarsità di acqua per nessuno. Ma non è così.
    Ci vorrebbe una campagna televisiva di sensibilizzazione, un riordino modernizzazione di tutte le infrastrutture idriche fatiscenti. Purtroppo sicuramente prima di agire sul serio ci vorranno gravi siccità e disagi per spingere le amministrazioni o i governi ad intervenire

  5. #25
    Burrasca L'avatar di Cristian-Ostuni/Bologna
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da mario.giuliacci Visualizza Messaggio
    Tra alcune cose giuste dette da Shivio, (che non so chi è perché ormai ci si vergogna di firmare almeno gli interventi scientifici), ve ne sono molte inesatte.
    Allora cercherò di fare un po' di chiarezza, visto anche che il suo intervento mi ha tirato in ballo come se io fossi un terrorista ambientale
    • le reti idriche DEBBONO avere per legge una perdita di acqua ( perché non lo dice nessuno, nemmeno Lei che è un addetto ai lavori?), credo intorno al 10%, perché solo in tal modo la pressione di uscita dell’acqua garantisce che dall’esterno non entrino agenti patogeni o altri inquinanti dentro le tubature;
    • Non è vero che in Italia non esiste il problema della siccità. Occorre portare prove e numeri in tal senso, cosa che Lei non ha fatto. Perché non provate a chiedere agli agricoltori o ai gestori di invasi idroelettrici del Nord Italia cosa ne pensino del problema acqua?
    • Negli ultimi 5 anni ho elaborato a più riprese i dati pluviometrici dell’Italia relativi agli ultimi 30 anni e anche oggi ho tenuto una relazione ah hoc in un convegno sulla gestione delle risorse idriche organizzato dalla Regione Lombardia. Da tali miei studi emerge in maniera inequivocabile quanto segue, salvo situazioni locali particolari:
      • la piovosità annuale negli ultimi 15-20 anni è aumentata al Sud;
      • è rimasta quasi immutata al Centro;
      • è diminuita nella misura del 30 % al Nord. Le regioni più colpite dalla riduzione di piovosità sono quelle di Nordovest. Qui, nel periodo inverno-primavera, negli ultimi 6 anni si sono verificati ben 4 episodi di grave siccità ( deficit superiore al 40% e durata superiore a 4 mesi) negli anni 2003, 2005, 2006, 2007, cosa che ha creato gravi tensioni tra Svizzera e Italia ( per la gestione delle acque del laghi), tra agricoltori e gestori di impianti idroelettrici e tra gli agricoltori posti a monte rispetto quelli posti a valle dei grandi fiumi e/o laghi.

    Purtroppo fin quando l’acqua seguiterà ad uscire dai rubinetti di casa nostra, saremo indotti a pensare – erroneamente - che non vi sia scarsità di acqua per nessuno. Ma non è così.

    Nulla però vieta di riutilizzare in altra maniera questo 10% che va perso "a caso". Se fosse incanalato all'aria aperta verso zone agricole o usato nelle industrie le perdite effettive sarebbero molto minori ( a meno che non esista già una soluzione del genere)
    Cit. dal film Wanted:"... Voi che cazz0 avete fatto ultimamente?"
    Cit. da Colorado: "La neve scende a fiocchi perchè se scendesse a nodi non si scioglierebbe."

    viva la φγα

  6. #26
    Vento forte L'avatar di Stefano83
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Leggo che la piovosità è aumentata al sud negli ultimi 15-20 anni.

    Questo rafforza ancor di più, per queste zone, la tesi della mal-gestione delle risorse idriche.

    Infanti, nonostante questi dati (sarebbe opportuno conoscere la percentuale) il problema è sempre d'attualità.

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    "Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato" ​(Albert Einstein)

  7. #27
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    In realtà al Sud (come nel resto del Paese) è anche lo stress del semestre primavera-estate ad essere aumentato.

    In sostanza il tasso di evaporazione dai bacini è dell'8-11% - dati APAT - maggiore rispetto al CliNo 61-90.

    Sono aumentate le incursioni dell'anticlone subtropicale e la durata delle stesse.
    Così come al Sud è più sentito la penetrazione delle acque marine nelle falde costiere (cuneo salino) sino ad una decina di km dalla costa.
    Dove vive il 70% della popolazione.

    Dal punto di vista della cattiva gestione delle risorse idriche è probabilmente il Centro Italia (relativamente a Toscana, Umbria e Marche) ad essere il più virtuoso dato che al Nord gli avidi gestori dei bacini alpini e la fortissima pressione agricola sul bacino del Po - e non dimentichiamo l'annoso problema della depurazione delle
    acque milanesi - hanno ucciso il grande fiume.
    Al Sud che dire, se per l'Acquedotto Pugliese sarebbe stato più conveniente prelevare l'acqua dall'Albania e trasportarla con condotte sottomarine sino al tacco d'Italia piuttosto che incrementare le condotte verso i bacini molisani è tutto dire..

    (L'acronimo CLINO , dall'espressione inglese CLimate NOrmals, è un’elaborazione statistica su base trentennale (es. trentennio 1961 – 1990) per le variabili meteorologiche monitorate dalle stazioni al suolo. Il range temporale standard di riferimento è stato scelto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale)

  8. #28
    Vento forte L'avatar di Stefano83
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da handyman Visualizza Messaggio
    In realtà al Sud (come nel resto del Paese) è anche lo stress del semestre primavera-estate ad essere aumentato.

    In sostanza il tasso di evaporazione dai bacini è dell'8-11% - dati APAT - maggiore rispetto al CliNo 61-90.

    Sono aumentate le incursioni dell'anticlone subtropicale e la durata delle stesse.
    Così come al Sud è più sentito la penetrazione delle acque marine nelle falde costiere (cuneo salino) sino ad una decina di km dalla costa.
    Dove vive il 70% della popolazione.

    Dal punto di vista della cattiva gestione delle risorse idriche è probabilmente il Centro Italia (relativamente a Toscana, Umbria e Marche) ad essere il più virtuoso dato che al Nord gli avidi gestori dei bacini alpini e la fortissima pressione agricola sul bacino del Po - e non dimentichiamo l'annoso problema della depurazione delle
    acque milanesi - hanno ucciso il grande fiume.
    Al Sud che dire, se per l'Acquedotto Pugliese sarebbe stato più conveniente prelevare l'acqua dall'Albania e trasportarla con condotte sottomarine sino al tacco d'Italia piuttosto che incrementare le condotte verso i bacini molisani è tutto dire..

    (L'acronimo CLINO , dall'espressione inglese CLimate NOrmals, è un’elaborazione statistica su base trentennale (es. trentennio 1961 – 1990) per le variabili meteorologiche monitorate dalle stazioni al suolo. Il range temporale standard di riferimento è stato scelto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale)
    Condivido questo discorso, sicuramente fattori come l'aumentata evaporazione e la penetrazione delle acque marine incidono.

    Ma, sempre riferendomi alle mie zone, aldilà di quanto giustamente hai detto, il problema è sentir spesso parlare di perdite del 40, 50 e addirittura qualche volta 70%, non roba da poco.

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  9. #29
    Burrasca L'avatar di Gian_Milano
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da handyman Visualizza Messaggio
    ...
    e non dimentichiamo l'annoso problema della depurazione delle
    acque milanesi
    ...
    Il depuratore delle acque nere milanesi è in funzione da 2-3 anni
    Gianfranco Bottarelli
    Milano Famagosta - Rete MeteoNetwork
    Alt. 144 metri s.l.m. (Suolo 112 metri, 32 metri dal suolo) Lat.: 45° 26' 55" N; Long.: 9° 8' 9" E
    Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi (Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento)

  10. #30
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    Predefinito Re: Problemi gestionali dell'acqua potabile Italiana

    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Milano Visualizza Messaggio
    Il depuratore delle acque nere milanesi è in funzione da 2-3 anni
    In ritardo cronico, ma insomma dalla primavera del 2005 Milano depura il 100% delle proprie acque nere:

    http://www.ilfiumepo.net/it/depuratori1.html

    Gianfranco Bottarelli
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    Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi (Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento)

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