Puo forse c'entrare il discorso salinità delle acque superficiali e di caduta? Forse in tot anni la salinità pian piano si è ridotta a causa di apporto di acqua dolce sciolta e questo poi ha favorito una piu facile solidificazione delle acque superficiali e quindi una inversione di tendenza?
Non vedo niente di sorprendente in questo recupero, dal 2005 al 2012 abbiamo avuto un insistente pattern sfavorevole con una tendenza a più requente AO- ed un insistente dipolo artico specie ad inizio estate, ci sono differenze di anno in anno poichè ovviamente i ghiacci dipendono anche dallo stato preesistente , dal precondizionamento invernale, dalla sequenza temporale con cui si presentano le anomalie, da singoli eventi meteo di breve durata come il ciclone dell'agosto 2012 etc. ma il pattern del dipolo artico è del tutto evidente ed è stato quasi una costante in giugno dal 2004 al 2012 come si vede dai valori nel TD apposta:
Dipolo Artico
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Questo pattern specie nella stagione aprile-luglio è associato ad una più rapida perdita di ghiaccio marino sia nelle osservazioni che nei modelli come evidente dalla figura sotto che mostra i pattern di regressione delle slp/venti (in b) e del moto dei ghiacci(in c) sulle variazioni interannuali dell'extent di settembre; in d) ed e) lo stesso ma per un modello nel periodo 2020-2059:
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http://www.cgd.ucar.edu/staff/cdeser...tic_seaice.pdf
Nel 2013 invece il pattern è stato l'opposto, quest'anno il dipolo è tornato in estate ma con un pattern che ha visto alte pressioni più diffuse alle alte latitudini(minore deviazione dalla media zonale) e più in generale il periodo aprile-luglio degli ultimi 2 anni ha questo aspetto:
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Ultima modifica di elz; 09/11/2014 alle 11:40
Più che sorprendente direi inatteso almeno in termini di velocità di recupero considerando due fattori fondamentali apparentemente sfavorevoli all'estensione dei ghiacci rispetto a 30 anni fa, ossia effetto albedo e temperatura.
Come dici giustamente tu il pattern per 6-7 anni è stato un ostacolo per l'Artico, però ora avendo un pattern più favorevole siamo comunque di fronte a un albedo meno pronunciato e temperature più elevate, che dovrebbero rappresentare un freno vigoroso all'azione artica. La mia domanda è, incide di più il pattern o qualche grado in più?
Il confronto con il 1981, secondo me è significativo fino a un certo punto perchè due anni fa siamo partiti da una situazione decisamente più catastrofica e in molti davano per certo il ritiro completo dei ghiacci nelle estati successive e il conseguente superamento del punto di non ritorno. All'epoca era un po' "più facile" un recupero.
E' probabile che l'effetto albedo c'entri meno di quanto paventato negli ultimi anni? E' probabile come dice qualche scienziato che la natura attui una sorta di riequilibro tale per cui meno ghiaccio significa più umido quindi più nuvole e quindi meno sole?
Molti quesiti rimangono ancora aperti, nel frattempo vediamo come prosegue la stagione.
Trovo l'andamento dei ghiacci un argomento molto affascinante e imprevedibile.
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Non è inattesa neppure la velocità, nel lavoro che ho citato i trend 2020-2059 delle varie ensemble differiscono tra di loro nella perdita di ghiaccio di quasi 3 volte.
Come si vede dall'immagine 1 può capitare che una singola ensemble abbia ampie fluttuazioni, infatti lo spago 13 ha un extent che precipita ad inizio serie(ed il volume si dimezza in pochi anni) per poi risalire rapidamente di oltre 2 milioni di Km2 ed a tratti intorno al 2055 l'extent è ancora più elevato di quello del 2027...tutto questo nonostante ci sia comunque un significativo trend negativo di lungo termine.
http://www.cgd.ucar.edu/staff/cdeser...tic_seaice.pdf
Io però di estremamente negativo nel grafico di digitos vedo l'amplificazione della distanza tra massimo e minimo stagionale, segno che l'estensione invernale è data soprattutto da ghiaccio "stagionale" che al primo caldo tardo-primaverile si squaglia..fino alla fine degli anni '90 invece l'andamento era molto più lineare perchè probabilmente il ghiaccio pluriennale resisteva meglio alla stagione calda e le zone che d'inverno sono naturalmente soggette a rigelo riuscivano comunque a superare l'estate almeno parzialmente coperte.
Se non altro ho letto che dopo questa estate almeno il ghiaccio biennale ha visto un incremento abbastanza importante, vediamo se con un prossimo pattern estivo favorevole si riesce a costruire una base più solida almeno per il prossimo decennio (fermo restando che, come altri hanno già osservato, 1-2 anni con pattern sfavorevoli farebbero facilmente registrare estensioni nuovamente prossime o inferiori ai minimi storici).
Esatto, su questo non ci piove. Mi ero concentrato sulle dinamiche degli ultimi due anni.
Da semplice spettatore di queste vicende, mai avrei creduto in un possibile scenario dopo l'ecatombe del 2012. Ero abbastanza dell'idea, senza ombra di dubbio che l'estate scorsa o al massimo quella di quest'anno, i ghiacci si sarebbero ritirati non dico al 100% ma all'80-90% visto, come dice giustamente Snowstorm84, l'imponente ridimensionamento dei ghiacci pluriennali.![]()
Ma perche' non prendiamo atto che siamo arrivati ai massimi AMO, tra 2003 e 2010, e ora st acominciando a scendere e con essa il flusso di calore oceanico.
L?artico ha avuto una fase + scarsa in estate anche nel precedente massimo AMO.
Ora sta recuperando xche' sta diminuendo l'afflusso di calore.
Poi i pattern giocano un ruolo annuale, ma non abbiamo niente di "tendenziale".![]()
Non è solo un effetto interannuale poichè i ghiacci marini hanno un po di memoria dagli anni antecedenti e se anche lo fosse in ogni caso 6 anni/6 dal 2007 al 2012 e 8/10 dal 2005 hanno un dipolo AMJJ negativo....
I ghiacci erano già in declino da fine anni '60 in AMO- e indipendentemente dal dipolo; tuttavia è stato notato che c'è un temporaneo aumento del volume dopo il 1982 e un declino più rapido da metà anni 2000, cosa è accaduto in questi due episodi? Il dipolo AMJJ aumenta da un minimo al 1981 negli anni successivi e poi cala in modo anomalo da metà anni 2000, per trovare valori simili bisogna tornare al 1871-1880 ma allora i ghiacci nell'interno dell'artico erano ben più resiglienti all'effetto dei pattern atmosferici.
In blu il dipolo AMJJ secondo le reanalisi ncep-ncar ed in arancio le 20 century reanalisi:
bbb.png
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Ultima modifica di elz; 10/11/2014 alle 08:26
Si, ok, ma non e' un pattern a determinare la discesa delle estensioni glaciali, determina le oscillazioni di breve periodo ma ci sono fattori piu' importanti.
Il primo e' la AMO che determina i livelli medi di trasporto di calore. Poi certamente gli aspetti configurativi vanno ad assecondare o meno certi aspetti, ma l'aspetto energetico secondo me e' fondamentale.
Nel 2007 ci fu quel minimo xche' nei due anni precedenti il flusso west svalbard fu potentissimo, poi calo' ... non trovo i dati + recenti ma sono certo che nel 2010-11 c'e' stato altro massimo e poi calo.
L'aspetto energetico del ciclo oceanico e' visibile anche nelle temperature delle località artiche e sub-artiche:
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