Mi sembra che sia dalla primavera del 2003 che non si va in pareggio.
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La situazione attuale del pack artico è molto interessante e didattica, per certi versi cmq ampiamente prevista e non sorprendente.
Il velocissimo recupero dell’area che caratterizza l’autunno 2008 dipende sostanzialmente da alcuni fattori contingenti, alcuni dei quali simili a quelli dell’anno scorso, ma con un’importante e probabilmente decisiva differenza.
La velocità di recupero dell’area, in generale, dipende da:
1) le condizioni meteo durante l’estate e l’autunno e dunque i pattern atmosferici prevalenti (AO+ vs AO- e, soprattutto d’estate, pattern meridionali o meno) che possono accelerare o meno fusione estiva risp. ricrescita autunnale/invernale
2) spessore e volume del pack artico estivo;
3) copertura o scopertura glaciale dell’oceano artico durante la stagione estiva, dunque possibilità o meno di assorbimento da parte del mare di radiazione solare e quindi rilascio o meno di energia nell’atmosfera in autunno e conseguenti SSTA autunnali dell’oceano artico;
4) spessore del pack in autunno.
L’1 l’ho già spiegato qui.
Il 2 è importante perché la velocità di ripresa dell’estensione glaciale autunnale/invernale è in genere inversamente proporzionale al calo estivo: maggiore è il calo (come in queste ultime 2 estati), più veloce è il recupero autunnale.
Il 3 implica che, se la fusione avviene ad inizio estate (come nel 2007) causando ampie aree prematuramente libere da ghiaccio, l’oceano rimane maggiormente esposto al flusso di radiazione solare ad onda corta (nel momento in cui è massimo), e quindi assorbe energia, aumentando le SST e rilasciando poi, per inerzia, il calore in autunno. Quindi la veloce ricrescita è dilazionata nel tempo, e infatti così è stato l’anno scorso.
Se invece la fusione avviene a fine estate quando il sole è già basso (come nel 2008), allora l’oceano ha minor possibilità di assorbire calore, rimanendo maggiormente freddo e vicino al punto di congelamento e se in più (come quest’anno) a fine estate rimangono libere da ghiaccio molte aree, ci sono tutte le condizioni per un’accelerazione del processo di ricrescita autunnale e per un recupero rapido ed anticipato che le condizioni meteo favorevoli accelerano ulteriormente.
Il 4 è un aspetto di ulteriore feedback spesso sottovalutato, ma pure importante: il ridotto spessore del pack riduce anche l’effetto di isolamento fra oceano e atmosfera e quindi aumenta ulteriormente il flusso di calore dall’oceano verso l’atmosfera favorendo la persistenza di anomalie positive, soprattutto nel periodo dell’anno in cui c’è una forte differenza fra la temperatura dell’oceano e quella atmosferica, come nel tardo autunno e ad inizio inverno (OND).
La novità, rispetto al passato dell’era satellitare (ultimi 30 anni) e come segnalato nell’articolo dell’NSIDC linkato, è costituita dal fatto che, come già più volte ribadito, siamo in presenza di un nuovo stato del pack artico: quest’ultimo si sta comportando in modo assolutamente nuovo per quel che riguarda la velocità e l’estensione della perdita glaciale primaverile/estiva e la velocità di ricrescita autunnale/invernale associata ad incremento di temperature dell’aria artica. Il raffreddamento della superficie oceanica unito alla rapida riformazione di un pack piuttosto sottile e poco isolante implica un forte flusso di energia ceduta dall’oceano all’atmosfera, perché l’inerzia termica di una superficie liquida sottoposta a diminuzione termica in autunno fa sì che parte dell’aria fredda e densa che si sarebbe depositata sull’Artico serva appunto per ricreare il pack.
I rapidi recuperi autunnali, quindi, fanno parte del nuovo stato dei ghiacci artici, non c’è nessun segnale di inversione generale di tendenza, anzi.
Se continua in futuro il trend (e non c’è motivo, al momento, di ipotizzare un cambio di tendenza, visto il precondizionamento in atto e i processi di feedback in gioco, ed una volta innescati i feedback il trend può proseguire di sola inerzia per parecchi anni), allora saremo spettatori di processi ancora più estremi e spettacolari, con forti perdite record di estensione fra primavera e tarda estate e grandi recuperi autunnali/invernali nella superficie ghiacciata associati a forti anomalie termiche positive nell’Artico.
Va da sé che quest’ultimo aspetto tenda a rafforzare il circolo vizioso in cui si sta introducendo l’Artico, dal momento che STA+ autunnali/invernali nelle regioni artiche significa diminuzione del gradiente termico latitudinale superficiale e dunque un VP più tenace e resistente e dunque una maggior propensione ad avere AO+ e dunque una maggior probabilità di avere nuovi crolli estivi (stante pure la maggior concentrazione di fragili e “più salati” ghiacci mono- e biannuali rispetto a quelli pluriannuali). Vedremo quindi amplificarsi il ciclo annuale, con situazioni simil-2007 (se il pack fonde prevalentemente ad inizio estate) o simil-2008 (se fonde a fine estate)?
Probabile.
Ultima modifica di steph; 15/11/2008 alle 20:27
~~~ Always looking at the sky~~~
Tutto vero e perfettamente spiegato, ma, penso non possa bastare per giustificare un recupero così netto, che prosegue ormai dal punto minimo raggiunto a fine estate 2007.
Sicuramente altre cause contribuiscono a questo raffreddamento costante dell'artico; 1,5 milioni di Kmq in un anno non sono bazzeccole!!!!!
Rispetto ed umiltà, altrimenti taci!!!
Non è in merito diretto al tuo intervento ma più generico, eh! I tuoi interventi sono sempre molto interessanti!
Alcune mi sembrano solamente le ovvietà che si notano guardando un cane che si morde la coda.
Che senso ha dire che visto che l'estensione del ghiaccio, quest'estate superiore alla scorsa, determina un inferiore accumulo di calore da parte del mare artico. Questo è tanto ovvio quanto inutile ai fini deterministici del recupero attuale. Allora facendo questo discorso gli altri anni che vedevano una estensione media ben superiore a quella di quest'anno avrebbero dovuto vedere un ben superiore recupero. Ma poi, se quest'estate non ha distrutto il Polo come molti andavano in giro ad urlare, era allora merito della primavera che aveva favorito un albedo maggiore perchè l'estensione era superiore di 5 Km quadrati rispetto allo stesso messe di 3 anni fa...Di che stiamo parlando?
Possiamo star qui a farci tante pippe mentali e ad andare a vedere perchè e percome si è avuta questa ripresa. Non conta (se non nel modo ovvio come base di partenza) com'è andata la stagione precedente. Conta come sta andando oggi. E abbiamo avuto un'inverno 2007/08 con un discreto recupero dei ghiacci dopo la terribile estate 2007. Poi un'ottima primavera che ha mantenuto le anomalie stazionarie e un'estate che ha fatto soffire molto meno della scorsa. Infatti abbiamo avuto un minimo di pack artico superiore allo scorso anno pur partendo da una base sicuramente più negativa.
Conclusione? Voglio semplificare, perchè a volte si va a cercare proprio la coda con i denti e si rischia di non uscirne più dal circolo vizioso. Al Polo, vuoi per motivi di flusso solare, vuoi per motivi di circolazione marine e diversa circolazione atomosferica fa più freddo e il ghiaccio si forma e resiste meglio. Punto.
Queste sono le affermazioni da cui partire. Tutto il resto si può discutere, i parametri possono più o meno favorire una o l'altra condizione ma non possono da soli essere così determinanti.
Con questo non voglio dire che inutile discuterne, eh! Altrimenti di cosa parleremo tutto il giorno?Però a volte mordersi meno la coda (come ahimè e ahinoi fanno molti ricercatori e professori universitari) potrebbe giovare ai fini di un ragionamento più razionale.
Ciao!
- Luca -
"Ne la casa dei galantomini, nase prima le done e dopo i omini"
Stazione WS3600
on-line su www.meteoveneto.com
Uhm, non vedo il nesso tra le anomalie termiche dell'estate sull'artico e quanto tu hai quotato considerato che usando lo stesso criterio, l'inverno 2007/08 dovrebbe essere stato tra i più freddi degli ultimi quarant'anni dato che il recupero di estensione dei ghiacci artici è stato il maggiore da quando si prendono i dati: invece ovviamente non è così. L'articolo del NSIDC mi sembra un po leopardiano in questo caso...
Io sarei per un uso prudente del meccanismo dei feedback, considerato il numero spaventoso di fattori che influenza la formazione/distruzione del ghiaccio marino: è utile per prevedere il trend a breve termine (io stessopochi mesi fa ipotizzai un recupero in questa stagione: http://forum.meteonetwork.it/showpos...&postcount=286 )
, mentre a lungo termine è mera speculazione dato che il risultato della previsione cambia anche in maniera diametralmente opposta a seconda di come e quali feedback vengono usati![]()
Versante est dell'alto Casentino - 550mslm - Arezzo - 43°46'30'' N - 11°44'35'' E
Estremi dal 1/12/05: Minime: -13.4°C (20/12/09) +18.9°C (14/7/11)
Massime: -3.1°C (17/12/10) +39.5°C (14/8/21) - DATI ONLINE
Parliamone..
Dipende a cosa ci riferiamo.
L'anomalia del ghiaccio in fusione o del valore in assoluto. A me piace pensare al valore assoluto e alla generale ripresa. Sempre che poi non ci vogliamo attaccare a quella sottile lastra di ghiaccio formatasi nello scorso inverno dopo la famigerata estate 2007. In questo caso allora gridiamo pure allo scandalo.
"Eppur si muove...."![]()
- Luca -
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Grazie!
Ha senso, perché la cosa non è così automatica come potrebbe sembrare. Ho scritto sopra che importante è soprattutto anche il periodo nel quale avviene la fusione del pack (inizio o fine estate).
La differenza nell'estensione del pack a fine estate (metà settembre) fra 2007 e 2008 è davvero minima.
E ci sono anche stati anni con prematura fusione (tarda primavera) e poi con altrettanto prematuro ricongelamento.
Non è detto. Dipende.
Da cosa?
Rileggi la pippa mentale
Io sto parlando del fatto che il pack artico è entrato in un nuovo stato connotato da oscillazioni più ampie e soprattutto (e stante) dal fatto che ci sono sempre più ghiacci mono- e bi-annuali a scapito di quelli pluriannuali. E questo è agito in particolare dalla compresenza di più feedback quasi a senso unico.
E tu di che stai parlando?
Purtroppo oggi conta eccome. Oggi, appunto. Ieri forse meno. Perché?
Vedi risposta prcedente o rileggi ancora la pippa mentale
Punto e a capo?
Non proprio. Perché quest'affermazione non è vera (se intendi più fredda la temeratura dell'aria), o perlomeno incompleta (se intendi invece le SST).
In realtà una particolarità del nuovo stato del pack artico è proprio data dal fatto che l'Artico conosce una veloce ripresa glaciale contemporaneamente al fatto che abbiamo anomalie termiche dell'aria positive (stagionalmente parlando)!
Perché?
Beh, rileggiti bene ancora la pippa mentale.
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~~~ Always looking at the sky~~~
Allora non voglio mettermi contro qualcuno che probabilmente non saprei in grado do contrastare, ok?![]()
Quello che qui volevo dire è che non m'importa che la fusione sia venuta prima o dopo per poter predirre che nel successivo autunno vi sarà un forte o un cattivo recupero! Non possiamo dirlo a priori, certo ora è facile visti i risultati riscontrati. Ed è fuori discussione che la tardiva fusione di quest'anno (anche se comunque anomala) in agosto ha determinato un limitato accumulo di calore nel mar artico. Ne consegue, come m'insegni, che il ricongelamento è favorito rispetto lo scorso anno. Ok! Ma se le condizioni fossero state ugualmente sfavorevoli non si avrebbe avuto un così buon recupero della superficie coperta dai ghiacci!
Se poi dici che "ci sono stati anni con prematura fusione (tarda primavera) e poi con altrettanto prematuro ricongelamento." beh allora mi confermi che questo è solamente uno dei tanti fattori, e non, come invece ultimamente viene sbandierato, uno degli elementi fondamentali!
E qui siamo perfettamente concordi!
Mi spiace, qui non posso concordare. Ci sono degli elementi alla base che sono indipendenti da cosa si è avuto nella scorsa stagione. Sono concorde nel dire che l'assottigliamento e progressiva scomparsa dei ghiacci pluriennali è una realtà insindacabile e che va vista nell'andamento degli ultimi anni (probabilmente iniziato 1-2 decenni fa in tempi non particolarmente sospetti?). Ma il rapporto fusione/congelamento annuale non vedo come lo si possa collegare in modo così marcato alla stagione precedente. Certo indiscutibile che rimane un elemento che incide nella formazione/fusione del ghiaccio, ma non impriscindibile da altri forse ben più importanti fattori climatici.
Mi spiace ma forse anche qui non siamo perfettamente d'accordo. O meglio.. indiscutibile che le anomalie termiche (sia dell'aria che del suolo) sono positive. Ma questo in senso assoluto. Se noi andiamo a confrontare le anomalie dell'autunno 2008 con le anomalie dello stesso periodo 2007, beh! La differenza si fa vedere eccome! L'anno scorso le anomalie erano mediamente, marcatamente e diffusamente superiori ai 7°C al suolo. Quest'anno questo tipo di anomalie erano circoscritte in zone decisamente meno ampie. Le SST? beh anche queste mi sembra che in quest'autunno siano diminuite, e non solo quelle del Polo, no?
L'aumento vistoso della superficie ghiacciata ha poi fatto il resto limando ancor di più sulle anomalie.. visto che comunque le anomalie più vistose erano ovviamente localizzate proprio sulle zone dove mancava il ghiaccio!
Sul discorso della paricolarità di quest'anno che nonostante le anomalie positive il ghiaccio si va a riformarsi in modo piuttosto "normale" beh forse è anche perchè le anomalie non sono così pesanti. Preso atto di questo rimane sempre un gran bel recupero! Forse non spiegabile ugualmente da questa ridotta anomalia termica. Certo il VP gira bene quest'anno, è probabilmente ancora "sottosviluppato" rispetto alla sua media, ma sta girando bene, viva l'AO+. Nel mio piccolo sono convinto che le circolazioni delle correnti oceaniche possano influire parecchio (anche quelle locali del circolo polare artico), e non sarebbe certo una novità, ma rimangono a mio avviso sempre troppo poco prese in considerazione.
Ciao!
- Luca -
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