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un'altra bufala...
Caldo africano, pericolo uragani
in Italia
Nonostante le roventi temperature di queste estati, le temperature marine non hanno mai raggiunto livelli tali da sviluppare tempeste tropicali
Nel mare Mediterraneo si possono sviluppare uragani tropicali? In tempi di riscaldamento globale e di super caldo è questa la domanda che molti si pongono.
Non sono pochi, infatti, quelli che ritengono il bacino del Mediterraneo particolarmente soggetto ad eventi meteo estremamente violenti. Secondo queste supposizioni, l’aumento progressivo della temperatura terrestre, incrementerebbe anche una crescita della temperatura marina superficiale, con condizioni ideali per l’innesco di depressioni tropicali che potrebbero degenerare in cicloni (uragani).
Come si formano gli uragani
La genesi di queste depressioni avviene ai tropici, con una miccia esplosiva rappresentata da un sistema perturbato nascente a caratteristiche temporalesche, che, muovendosi su acque marine calde superiori ai 26°, genera sempre più dei moti ascendenti gradualmente più veloci, sotto la spinta costante e progressiva dei moti convettivi (verso l’alto). Il tipico processo termo-convettivo che alimenta la nascita delle celle temporalesche anche alle nostre latitudini.
Il moto ascendente dell’aria crea, per raffreddamento ed espansione, la condensazione del vapore acqueo e una quantità di energia ulteriore, rappresentata da quello latente di condensazione, che scaldando ancora di più l’aria, ne favorisce l’ascesa a quote ancora più alte e con velocità in aumento.
L’enorme mole di aria risucchiata verso l’alto crea un abbassamento della pressione con formazione dell’occhio ciclonico e il richiamo di masse d’aria dalle zone circostanti, per colmare il vuoto del centro della depressione. Avviene, in questo caso, la rotazione di tutto il sistema ciclonico lontano dall’equatore per la forza di Coriolis, acquisendo il tipico movimento rotatorio (antiorario sull’emisfero boreale) attorno al centro della depressione. Un’azione di progressiva rotazione su cui agiscono delle forze (gradiente e centrifuga) che finiscono per incrementare l’ascesa ulteriore sempre più violenta dell’aria verso l’alto. Da qui la degenerazione della depressione tropicale verso il più temuto e violento ciclone tropicale.
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