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  1. #11
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    L’ENSO, la principale componente della variabilità interannuale oceanica, ha uno spettro compreso fra i 2.5 e gli 8 anni, con picchi attorno ai 3.5, 4.4.e 5.5 anni, ma la periodicità non è stabile nel tempo, nel periodo 1930-60 aveva un picco di frequenza attorno ai 4-7 anni, prima e dopo fra i 2 e i 5 anni (Kestin et al. 1998, White and Tourre 2003, Allan 2008).
    Non è un mero numero, bensì un processo dinamico (che coinvolge atmosfera e oceano, sia in superficie che in profondità) che evolve nel tempo.
    Quindi, se da un lato l’emergenza di particolari SSTA non permette sempre di definire l’inizio di una specifica fase dell’ENSO (ad es. per l’indice ONI le SSTA in zona Nino3.4 devono superare 0.5 C per almeno 5 mesi consecutivi) ma sono cmq da tenere in debita considerazione, dall’altro una Nina o un Nino possono benissimo essere considerate come una delle fasi dello stato del Pacifico. Il sistema atmosfera-oceano del Pacifico equatoriale, per così dire, risuona al ritmico moto di un pendolo, nel quale le forti anomalie non sono altro che le due estremità, ma all’interno del quale una situazione media vera e propria non esiste.

    Gli effetti maggiori, in Europa, si hanno con un ritardo di qualche mese dalla sua comparsa, tuttavia, essendo l’ENSO un fenomeno che coinvolge massicciamente oceano e atmosfera in modo quasi sincronico, una variazione della configurazione barica del Pacifico del sud (indice SOI) ha inevitabili conseguenze su di noi anche in tempo quasi reale.
    Diciamo che, in linea generale, quel che si è potuto osservare è che il fenomeno tende ad avere conseguenze sull’Europa non sempre simili, perché, come già detto da Tormenta, ci sono molte altre (e per noi anche più importanti perché più vicine) “sorgenti” forzanti; d’altra parte sembra cmq che, perlomeno durante il pieno inverno (JF), gli effetti sull’Europa siano un po’ meno stabili rispetto a quelli indotti dalla Nina. Per es. i freddi primi anni 40 (o ad es. il 1987) caddero durante forti episodi di El Niño, ma nella maggior parte dei Nino degli ultimi decenni, invece, gli inverni europei furono sempre piuttosto miti.
    In generale, da noi, il fenomeno tende a “spostare” la latitudine del jetstream polare sul nordatlantico e a rafforzare quello subtropicale.

    A grandi linee si può dire che, pur presentando, come detto, differenze fra un episodio e l’altro (forse dovuto ad altri fattori “disturbanti”, come vulcani o i lenti cicli della PDO e dell’AMO), i principali effetti meteorici indotti sull’Europa da El Niño si possono riassumere in un generale incremento, rispetto alla media pluriennale, sia delle precipitazioni sia delle temperature (Moron e Plaut 2003, Brönnimann et al. 2007, Zecca et al. 2007). Piogge più consistenti si manifestano dapprima nella tarda estate e in autunno sull’Europa meridionale (soprattutto in periodi nei quali le SSTA dell’Atlantico al largo delle coste europee sono più fresche della media pluriennale, Mariotti et al. 2002) e in seguito, fra l’inverno e la primavera successivi alla fase matura del Niño, sull’Europa centro-settentrionale e nordalpina, mentre in primavera, su quella sudoccidentale, si ha invece un sostanziale regime siccitoso.
    Temperature più elevate si manifestano sull’Europa centrale e nella regione alpina a fine autunno/inizio inverno (Moron e Plaut 2003, Efthymiadis et al. 2007), ma più basse invece fra Scandinavia e Russia fra inverno e primavera; nella parte centro-meridionale del continente pure le estati successive sono più calde della media (Giuliacci e Giuliacci 2005).

    Ci sono alcuni punti che, effettivamente, al di là dell’interessante analisi postata, potrebbero far pendere la bilancia verso una fase di El Niño entro fine anno. Ecco in sintesi alcuni spunti:

    [1] Nonostante la forte variabilità interannuale dell’ENSO, a fine anni 70 e a fine anni 90 si è potuto osservare uno shift significativo nei regimi delle SST del Pacifico tropicale (rintracciabile, peraltro, anche nel Nordpacifico, Rodionov 2002), leggibile per es. sia nell’indice MEI che nell’indice SOI di marzo-aprile, con l’indice SOI che presenta cambiamenti significativi nella serie anche di ottobre-dicembre (vedi figura).
    La maggior frequenza di ENSO- prima del 1976/77 e dopo il 1998 (ma in questo caso con parecchie incertezze ancora, visto la protratta fase di ENSO+ abbastanza moderati fra il 2002 e il 2007) e la maggior frequenza di ENSO+ fra fine anni 70 e fine anni 90 sono la conseguenza di queste fluttuazioni dei regimi di SST.



    [2] Nella fase dell’ENSO fra fine anni 70 e fine anni 90, il pattern dell’evoluzione delle SSTA era caratterizzato dall’inizio dell’anomalia nel Pacifico centrale per poi estendersi verso est (Wang 1995). Prima e dopo (quindi anche gli ultimi Nino), invece, seguiva il “canonico” percorso East Pacific à Central Pacific (Rasmusson e Carpenter 1982).
    Kevin Trenberth del NCAR (con Stepaniek, nel 2001) ha introdotto il cosiddetto Trans-Nino Index (TNI, definito come il gradiente delle SST attraverso il Pacifico equatoriale ad est della linea di cambiamento di data: differenza nelle SSTA normalizzate fra le aree Nino1+2 e Nino4), usato in associazione alle tradizionali SSTA in zona Nino3.4 per delineare l’evoluzione degli episodi di ENSO. L’utilità previsionale di questo TNI sta nel fatto che, nelle fase pre-1976/77 e post-1998, il TNI precede le SSTANino3.4 con un lag temporale da 3 a 12 mesi e le segue con stesso lag ma segno opposto, mentre nel regime che intercorre fra i 2 periodi (1977 – 1998) sembra che il TNI si comporti in maniera opposta.
    Nel regime attuale (post-1998), i Nino del 2002/03, 2004/05 e 2006/07 sono tutti stati preceduti da picchi del TNI 8, 9 risp. 11 mesi prima, mentre la Nina del 2007/08 fu preceduta da un minimo del TNI 8 mesi prima (vedi figura).



    La difficoltà sta ora nel capire se l’attuale impennata del TNI sia dovuta alla fase post-Nina oppure se preceda di alcuni mesi l’eventuale prossimo Nino…


    [3] Una prima parziale ipotesi a favore del mantenimento dello status quo (o al più di condizioni neutrali) ci viene dall’attuale probabile inizio della PDO-.
    Come già detto prima, anche il Nordpacifico sta sperimentando un shift di regime, da una fase di PDO+ (iniziata appunto nel 1976/77) ad una di PDO-. L’inizio di questo nuovo periodo di PDO- è però piuttosto incerto: a fine anni 90 sembrava cominciare a singhiozzo (a differenza del netto cambio di regime avuto invece a fine anni 70), e, dopo alcuni anni apparentemente transitori (forse influenzati dai Nino del periodo 2002-2007), da circa un anno sembra aver intrapreso una via più netta.
    In periodi di PDO- aumentano frequenza, intensità e durata delle Nine, perché le SSTA del Pacifico tendono ad assumere una configurazione assai tipica ed idonea all’emergenza o alla persistenza/ripetizione delle condizioni di Nina.
    Talmente tipica ed idonea, che in realtà si pensa che non sia tanto la PDO a condizionare l’ENSO quanto piuttosto lo stesso ENSO a guidare il Pacifico settentrionale verso uno stato o l’altro (su scala cmq più breve di quella multidecadale).
    Per cui occorre cmq prudenza nel trarre veloci inferenze dall’attuale situazione, perché la PDO- potrebbe anche essere stata rafforzata, nell’ultimo anno, proprio dalla Nina strong.


    [4] Secondo alcuni autori (Mendoza 1991, Enfield et al. 1991, Van Loon et al.2007), il ciclo undecennale del sole ha qualche influenza nel predisporre il Pacifico verso un stato o l’altro. In particolare, sembra che le Nine (e cmq in generale SSTA- nelle zone Nino) tendano a concentrarsi maggiormente a ridosso dei massimi dell’attività solare (qui è anche spiegato il meccanismo fisico di innesco, Geehl et al. 2008) o cmq nella fase ascendente, mentre i Nino tenderebbero a manifestarsi con maggior frequenza nella lunga fase discendente del ciclo o nei presi dei minimi (con intervalli più vicini, circa ogni 2-3 anni).
    http://forum.meteonetwork.it/showpos...45&postcount=2
    http://forum.meteonetwork.it/showpos...6&postcount=10


    [5] Un occhio infine al volume di acque calde (WWV) del Pacifico equatoriale, perché questo indicatore spesso permette di anticipare lo stato dell’ENSO con 12-24 mesi di anticipo. Situazione in evoluzione e assai particolare: abbiamo avuto una forte anomalia positiva del Pacifico occidentale, in parte spiegabile con l’accumulo di acque calde verso occidente dovuto all’intensa forza degli alisei rinvigoriti dalla recente Nina.



    Nel contempo, si sono ampiamente attenuate le differenze fra il WWV del Pacifico occidentale e quello orientale (e infatti da qualche mese si hanno SSTA+ in area Nino 1+2). Se l’andamento dovesse continuare, si potrebbe andare verso una situazione Nino-like (connotata da WWV nell’E-Pac > al WWV nel W-Pac.).



    Un esame più approfondito della relazione fra il WWV di tutto il Pacifico equatoriale e le SSTA in zona Nino3.4 ci mostra che, dal 1980, solo in occasione della prolungata Nina del 1999-2001 il picco negativo delle SSTA corrispondeva a risalita del WWV (da un valore peraltro di minimo assoluto della serie) ma non in maniera netta e continuata. Nella altre volte (es. nel 1988/89) la situazione era abbastanza simile a quella attuale.




    Conclusione provvisoria: tutto è ancora possibile (Nino debole, riemergenza della Nina, situazione neutrale), e visto che ci sono indicatori contrastanti ben si comprende, ad es., la proiezione IRI autunnale/invernale a forte ponderazione (70%) su una situazione neutrale.
    Tuttavia, a ben guardare (e a prescindere da una qualsiasi ponderazione del loro peso), ci sono 3 segnali su 5 (ma sarebbero 4 su 6 comprendendo quello postato prima) che lascerebbero pensare all’emergenza di un possibile Nino.





    Ultima modifica di steph; 04/08/2008 alle 10:14
    ~~~ Always looking at the sky~~~








  2. #12
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    speriamo che el nino non rompa.

  3. #13
    Vento fresco L'avatar di Articorusso
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    bene, altro inverno rovinato.....
    Anno 1830. A stento può credersi quanto incostante sia stata la stagione invernale, poichè dal novembre alla metà di febbraio corrente non si sono vedute due godibili giornate consecutive, mentre le nevi sono state replicatissime e magiori di quelle del 1790 e dei freddi del 1813 e 1814.


  4. #14
    Brezza tesa L'avatar di roby85
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    L’ENSO, la principale componente della variabilità interannuale oceanica, ha uno spettro compreso fra i 2.5 e gli 8 anni, con picchi attorno ai 3.5, 4.4.e 5.5 anni, ma la periodicità non è stabile nel tempo, nel periodo 1930-60 aveva un picco di frequenza attorno ai 4-7 anni, prima e dopo fra i 2 e i 5 anni (Kestin et al. 1998, White and Tourre 2003, Allan 2008).
    Non è un mero numero, bensì un processo dinamico (che coinvolge atmosfera e oceano, sia in superficie che in profondità) che evolve nel tempo.
    Quindi, se da un lato l’emergenza di particolari SSTA non permette sempre di definire l’inizio di una specifica fase dell’ENSO (ad es. per l’indice ONI le SSTA in zona Nino3.4 devono superare 0.5 C per almeno 5 mesi consecutivi) ma sono cmq da tenere in debita considerazione, dall’altro una Nina o un Nino possono benissimo essere considerate come una delle fasi dello stato del Pacifico. Il sistema atmosfera-oceano del Pacifico equatoriale, per così dire, risuona al ritmico moto di un pendolo, nel quale le forti anomalie non sono altro che le due estremità, ma all’interno del quale una situazione media vera e propria non esiste.

    Gli effetti maggiori, in Europa, si hanno con un ritardo di qualche mese dalla sua comparsa, tuttavia, essendo l’ENSO un fenomeno che coinvolge massicciamente oceano e atmosfera in modo quasi sincronico, una variazione della configurazione barica del Pacifico del sud (indice SOI) ha inevitabili conseguenze su di noi anche in tempo quasi reale.
    Diciamo che, in linea generale, quel che si è potuto osservare è che il fenomeno tende ad avere conseguenze sull’Europa non sempre simili, perché, come già detto da Tormenta, ci sono molte altre (e per noi anche più importanti perché più vicine) “sorgenti” forzanti; d’altra parte sembra cmq che, perlomeno durante il pieno inverno (JF), gli effetti sull’Europa siano un po’ meno stabili rispetto a quelli indotti dalla Nina. Per es. i freddi primi anni 40 (o ad es. il 1987) caddero durante forti episodi di El Niño, ma nella maggior parte dei Nino degli ultimi decenni, invece, gli inverni europei furono sempre piuttosto miti.
    In generale, da noi, il fenomeno tende a “spostare” la latitudine del jetstream polare sul nordatlantico e a rafforzare quello subtropicale.

    A grandi linee si può dire che, pur presentando, come detto, differenze fra un episodio e l’altro (forse dovuto ad altri fattori “disturbanti”, come vulcani o i lenti cicli della PDO e dell’AMO), i principali effetti meteorici indotti sull’Europa da El Niño si possono riassumere in un generale incremento, rispetto alla media pluriennale, sia delle precipitazioni sia delle temperature (Moron e Plaut 2003, Brönnimann et al. 2007, Zecca et al. 2007). Piogge più consistenti si manifestano dapprima nella tarda estate e in autunno sull’Europa meridionale (soprattutto in periodi nei quali le SSTA dell’Atlantico al largo delle coste europee sono più fresche della media pluriennale, Mariotti et al. 2002) e in seguito, fra l’inverno e la primavera successivi alla fase matura del Niño, sull’Europa centro-settentrionale e nordalpina, mentre in primavera, su quella sudoccidentale, si ha invece un sostanziale regime siccitoso.
    Temperature più elevate si manifestano sull’Europa centrale e nella regione alpina a fine autunno/inizio inverno (Moron e Plaut 2003, Efthymiadis et al. 2007), ma più basse invece fra Scandinavia e Russia fra inverno e primavera; nella parte centro-meridionale del continente pure le estati successive sono più calde della media (Giuliacci e Giuliacci 2005).

    Ci sono alcuni punti che, effettivamente, al di là dell’interessante analisi postata, potrebbero far pendere la bilancia verso una fase di El Niño entro fine anno. Ecco in sintesi alcuni spunti:

    [1] Nonostante la forte variabilità interannuale dell’ENSO, a fine anni 70 e a fine anni 90 si è potuto osservare uno shift significativo nei regimi delle SST del Pacifico tropicale (rintracciabile, peraltro, anche nel Nordpacifico, Rodionov 2002), leggibile per es. sia nell’indice MEI che nell’indice SOI di marzo-aprile, con l’indice SOI che presenta cambiamenti significativi nella serie anche di ottobre-dicembre (vedi figura).
    La maggior frequenza di ENSO- prima del 1976/77 e dopo il 1998 (ma in questo caso con parecchie incertezze ancora, visto la protratta fase di ENSO+ abbastanza moderati fra il 2002 e il 2007) e la maggior frequenza di ENSO+ fra fine anni 70 e fine anni 90 sono la conseguenza di queste fluttuazioni dei regimi di SST.



    [2] Nella fase dell’ENSO fra fine anni 70 e fine anni 90, il pattern dell’evoluzione delle SSTA era caratterizzato dall’inizio dell’anomalia nel Pacifico centrale per poi estendersi verso est (Wang 1995). Prima e dopo (quindi anche gli ultimi Nino), invece, seguiva il “canonico” percorso East Pacific à Central Pacific (Rasmusson e Carpenter 1982).
    Kevin Trenberth del NCAR (con Stepaniek, nel 2001) ha introdotto il cosiddetto Trans-Nino Index (TNI, definito come il gradiente delle SST attraverso il Pacifico equatoriale ad est della linea di cambiamento di data: differenza nelle SSTA normalizzate fra le aree Nino1+2 e Nino4), usato in associazione alle tradizionali SSTA in zona Nino3.4 per delineare l’evoluzione degli episodi di ENSO. L’utilità previsionale di questo TNI sta nel fatto che, nelle fase pre-1976/77 e post-1998, il TNI precede le SSTANino3.4 con un lag temporale da 3 a 12 mesi e le segue con stesso lag ma segno opposto, mentre nel regime che intercorre fra i 2 periodi (1977 – 1998) sembra che il TNI si comporti in maniera opposta.
    Nel regime attuale (post-1998), i Nino del 2002/03, 2004/05 e 2006/07 sono tutti stati preceduti da picchi del TNI 8, 9 risp. 11 mesi prima, mentre la Nina del 2007/08 fu preceduta da un minimo del TNI 8 mesi prima (vedi figura).



    La difficoltà sta ora nel capire se l’attuale impennata del TNI sia dovuta alla fase post-Nina oppure se preceda di alcuni mesi l’eventuale prossimo Nino…


    [3] Una prima parziale ipotesi a favore del mantenimento dello status quo (o al più di condizioni neutrali) ci viene dall’attuale probabile inizio della PDO-.
    Come già detto prima, anche il Nordpacifico sta sperimentando un shift di regime, da una fase di PDO+ (iniziata appunto nel 1976/77) ad una di PDO-. L’inizio di questo nuovo periodo di PDO- è però piuttosto incerto: a fine anni 90 sembrava cominciare a singhiozzo (a differenza del netto cambio di regime avuto invece a fine anni 70), e, dopo alcuni anni apparentemente transitori (forse influenzati dai Nino del periodo 2002-2007), da circa un anno sembra aver intrapreso una via più netta.
    In periodi di PDO- aumentano frequenza, intensità e durata delle Nine, perché le SSTA del Pacifico tendono ad assumere una configurazione assai tipica ed idonea all’emergenza o alla persistenza/ripetizione delle condizioni di Nina.
    Talmente tipica ed idonea, che in realtà si pensa che non sia tanto la PDO a condizionare l’ENSO quanto piuttosto lo stesso ENSO a guidare il Pacifico settentrionale verso uno stato o l’altro (su scala cmq più breve di quella multidecadale).
    Per cui occorre cmq prudenza nel trarre veloci inferenze dall’attuale situazione, perché la PDO- potrebbe anche essere stata rafforzata, nell’ultimo anno, proprio dalla Nina strong.


    [4] Secondo alcuni autori (Mendoza 1991, Enfield et al. 1991, Van Loon et al.2007), il ciclo undecennale del sole ha qualche influenza nel predisporre il Pacifico verso un stato o l’altro. In particolare, sembra che le Nine (e cmq in generale SSTA- nelle zone Nino) tendano a concentrarsi maggiormente a ridosso dei massimi dell’attività solare (qui è anche spiegato il meccanismo fisico di innesco, Geehl et al. 2008) o cmq nella fase ascendente, mentre i Nino tenderebbero a manifestarsi con maggior frequenza nella lunga fase discendente del ciclo o nei presi dei minimi (con intervalli più vicini, circa ogni 2-3 anni).
    http://forum.meteonetwork.it/showpos...45&postcount=2
    http://forum.meteonetwork.it/showpos...6&postcount=10


    [5] Un occhio infine al volume di acque calde (WWV) del Pacifico equatoriale, perché questo indicatore spesso permette di anticipare lo stato dell’ENSO con 12-24 mesi di anticipo. Situazione in evoluzione e assai particolare: abbiamo avuto una forte anomalia positiva del Pacifico occidentale, in parte spiegabile con l’accumulo di acque calde verso occidente dovuto all’intensa forza degli alisei rinvigoriti dalla recente Nina.



    Nel contempo, si sono ampiamente attenuate le differenze fra il WWV del Pacifico occidentale e quello orientale (e infatti da qualche mese si hanno SSTA+ in area Nino 1+2). Se l’andamento dovesse continuare, si potrebbe andare verso una situazione Nino-like (connotata da WWV nell’E-Pac > al WWV nel W-Pac.).



    Un esame più approfondito della relazione fra il WWV di tutto il Pacifico equatoriale e le SSTA in zona Nino3.4 ci mostra che, dal 1980, solo in occasione della prolungata Nina del 1999-2001 il picco negativo delle SSTA corrispondeva a risalita del WWV (da un valore peraltro di minimo assoluto della serie) ma non in maniera netta e continuata. Nella altre volte (es. nel 1988/89) la situazione era abbastanza simile a quella attuale.




    Conclusione provvisoria: tutto è ancora possibile (Nino debole, riemergenza della Nina, situazione neutrale), e visto che ci sono indicatori contrastanti ben si comprende, ad es., la proiezione IRI autunnale/invernale a forte ponderazione (70%) su una situazione neutrale.
    Tuttavia, a ben guardare (e a prescindere da una qualsiasi ponderazione del loro peso), ci sono 3 segnali su 5 (ma sarebbero 4 su 6 comprendendo quello postato prima) che lascerebbero pensare all’emergenza di un possibile Nino.






    ....)O/O()O/O(

    Analisi Spettacolare steph... sicuramente da rileggere + volte

    Interessante la questione del TNI...

    Inverno 2016?" Che l' HP si ammali di PRIAPISMO !!"
    Cassano M: PET
    Mai discutere con un cretino..dopo 5 min non si capisce + chi sia tra i due”

  5. #15
    Burrasca L'avatar di Giuseppe snow 87
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    neve Re: El Nino in arrivo per natale

    Uffaaaaaaaa ; Madonna mia non ci voleva proprio...
    con QBO+ ecc ecc uscirà una distesa di anticicloni e forse neanche le zone a nord vedranno il vero inverno....
    Però attenzione perchè potrebbe essere l'anno buono visto che l'anno scorso si gridava, all'inizio, un inverno storico e oggi invece tanto caldo......


    Giuseppe Laurino.

  6. #16
    Uragano L'avatar di giorgio1940
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Citazione Originariamente Scritto da roby85 Visualizza Messaggio
    ....)O/O()O/O(

    Analisi Spettacolare steph... sicuramente da rileggere + volte

    Interessante la questione del TNI...

    ****
    Quoto!!!
    Grazie Steph!!!
    Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
    Non posso che dir grazie a tanto Artefice!

  7. #17
    Bava di vento L'avatar di Tarivor
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Nooooooooo... vade retro Nino... pure se "like" non ti ci voglio
    www.Terminillo.ORG Il Forum degli amanti del Monte Terminillo

  8. #18
    Vento teso L'avatar di Majere1975
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Correggetemi se sto sbagliando, ma l'estate 2003 non è stata in concomitanza di un Forte el-nino ?

    Se si abbiamo per il prossimo anno una bella prospettiva

  9. #19
    Banned L'avatar di wizard
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Citazione Originariamente Scritto da Tormenta Visualizza Messaggio
    Ciao Giorgio hai ragione, ma comunque il succo rimane nel titolo, e cioè che cominciano ad uscire previsioni per l'arrivo di un nuovo evento di el NINO, in questo caso natalizio. Gli effetti per quanto riguarda l'europa, a mio avviso, non prima di 5-6 mesi a partire dall'attuarsi delle condizioni tipiche, soprattutto per quanto riguarda l'atmosfera. Quali saranno questi effetti? Ad ora non ti so rispondere perchè il nino non è l'unica variabile, ne credo la piu importante nel clima europeo e delle medie latitudini in genere, ma comunque il suo contributo è innegabile, soprattutto perche, specie nell'ultimo decennio, siamo (l'Italia in generale) molto piu vicini ai tropici che alle medie latitudini (climaticamente parlando).

    Un estratto:
    "David Dilley che ha lavorato nel National Weather Service americano e ora nel GWO ha previsto una cosa che nessun climatologo prima d'ora aveva fatto, e cioè l'inizio di un evento di el NINO da Natale in poi.

    Ad Aprile, l'ufficio di Meteorologia australiano constatò che la Nina aveva cominciato a indebolirsi MA aggiunse che mentre le temperature si sarebbero portate alla neutralità nei successivi mesi, non c'era alcun rischio di EL NINO quest'anno.
    Ma a Giugno, la NINA ha continuato ad indebolirsi nel pacifico equatoriale, in accordo con l'istituto neozelandese NIWA"

    Dilley, ha dichiarato che un ciclo gravitazionale chiamato PFM agirà come un magnete e causerà lo spostamento della alta pressione sudpacifica tra Ottobre e Novemnre dando inizio a Dicembre al piu forte evento degli ultimi 10 anni.
    Mi sembra una affermazione troppo generalizzata.

    L'Italia ha una multitudine di climi

  10. #20
    Vento moderato L'avatar di Andre'88
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    Predefinito Re: El Nino in arrivo per natale

    Citazione Originariamente Scritto da fansnow Visualizza Messaggio
    andiamo proprio bene.......


    anche se vale di più la carta igenica, le stagionali sono pessime per il prossimo autunno/inverno.....temperature sopra media e sottomedia con le precipitazioni.....qualcosa mi dice che andrò negli states per un paio di settimane a godermi il vero inverno....cosa che in italia manca da ormai da 2 anni..........


    da 2 anni? beato te qua manca da almeno 10 anni!
    Stazione meteorologica di Oristano:
    Davis Vantage Pro2
    http://www.oristanometeo.com/

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