Nel bosco degli gnomi: La clessidra del tempo autunnale sta esaurendo la sua forza vitale
.La sabbia che fluisce dal bulbo superiore a quello inferiore sta esaurendosi. Scende molto piano attraverso lo stretto buco , ancora pochi giorni e avrà finito.
Presto, molto presto, la neve coprirà il substrato della foresta, donando calore empatico all'interminabile ciclo biologico....
E le foglie ringraziano, e i cervi consumano gli ultimi affaticati amplessi, e le formiche trasportano i delicati cimeli all'interno delle tane in vista del lungo oblio invernale...
E noi siamo tutti più felici.
Sarà uno spettacolo emozionante godersi il contrasto tra i toni giallo rossi delle foglie e il bianco accecante del gelo che avvolge gli aghi dei sempreverdi, sorpresi dall’improvviso tonfo della temperatura. Come si può non amare l’autunno, quando innalza il suo stendardo, e la natura spossata s’addormenta. Come si può non amare lo sfarzoso appassire dei boschi, avvolti da scialli tinti d’oro e di porpora. I rami si scuotono dalle ultime foglie che no, no, non vanno a morire come ci hanno insegnato da piccoli, come si crede fin dai tempi della scuola. No, le foglie danzano leggere, fluttuano, finalmente libere, liete di andare incontro al loro destino. Sono felici di staccarsi, ansiose di essere solleticate e trasportate dal vento, come piume regali nell’aria tremula dei primi freddi. Sono educate, non fanno chiasso, e a tendere l’orecchio si ode un lieve fruscio quando decidono di poggiarsi delicatamente ai piedi di un tronco. Un albero tra i tanti, scelto a caso, forse una pallida betulla, un austero
rovere, un cerro, oppure un piccolo cespuglio di rovi; la foglia cade, planando sull’umido tappeto di muschio inzuppato di pioggia ottobrina. La felicità di un sacrificio sta tutta qui: cadere, mischiarsi e rigenerarsi. Non importa se da viva qualcuna ha sofferto d’invidia nei confronti dell’altra, magari di quella accanto, oppure della dirimpettaia; ma sì, proprio lei, quella smorfiosetta tirata a lucido e meta preferita delle farfalle più belle e regali, insopportabile vanitosa sempre pronta a mostrarsi. Le foglie si assomigliano
e non sono mai uguali fra loro. Può darsi che alcune siano più belle, più grandi e più carnose, altre più luminescenti, oppure più affusolate ed eleganti, ma che importa! Ora non conta più, il passato è dimenticato, e adesso, con l’inverno rigido che incombe, adesso sono tutte simili, finalmente alla pari, solidali tra loro come sorelle che si riabbracciano dopo un lungo oblio, orgogliose e unite nel servire l’interminabile ciclo della vita. L’amore che noi dedichiamo alla natura non è forse fatto di ansia, brividi e stupore?
Ma quando la neve si scioglie, il bianco dove va a finire?
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