
Originariamente Scritto da
ilbonardi
Ciao Vinc,
si sopravvive?
Leggo, leggo ... ma il tempo, come per tutti (o quasi), è poco; anche e soprattutto per prendere parte a discussioni che, pur interessanti, spesso svaniscono nel nulla, ingoiate da contenuti, a loro volta più o meno interessanti, che si accavallano senza soluzione di continuità. In parte ciò è anche naturale, visto il tema (vastissimo e transdisciplinare) e visto il mezzo che usiamo.
Tuttavia, con un po’ di volontà si potrebbero tenere contemporaneamente aperte, e almeno parzialmente separate, le tante discussioni possibili sul
GW (
AGW), senza mettere insieme Erik il rosso e i vantaggi in termini di emissioni di GHG della dieta mediterranea …
Un po’ di metodo gioverebbe a tutti (a meno che non ci siano secondi o terzi fini ….), soprattutto a coloro che si avvicinano per la prima volta, magari non così preparati, a questi temi.
Nel merito: non sono un esperto in materia, ma mi pare che non ci sia nulla di (paleoclimaticamente) risolutivo nella storia della Groenlandia, tanto meno per quanto riguarda il “tiepido medioevo”. Ciò, per ragioni strettamente storiografiche. Le versioni della saga di Erik che conosciamo sono relativamente tarde (Trecento e Quattrocento), sia rispetto ai fatti narrati (fine X) sia rispetto alla probabile versione originale (XII o XIII o addirittura XIV secolo, e quindi anch’essa ben lontana dagli avvenimenti). In mezzo, la trasmissione orale con tutto quello che ciò comporta. Di necessità, quindi, l'attendibilità è quella che è...
Ciò detto, resta quanto (come sempre) più che appropriatamente riportato da steph (#
120): “
men will desire much the more to go there if the land has a good name” che traduce l’originale “(
Þat sumar fór Eiríkr at byggja land þat, er hann hafði fundit ok hann kallaði Grænland), því at hann kvað menn þat mjök mundu fýsa þangat, ef landit héti vel”.
Un’operazione di marketing territoriale ante-litteram? Molto probabile. Perchè mai, altrimenti, queste parole? Per quali ragioni l’estensore della saga avrebbe dovuto accreditare Erik di un’affermazione falsa? E infatti anche l’analisi del resto del testo non rivela particolari spinte nel senso di una mistificazione da parte del redattore. D'altro canto, se teniamo conto verso chi era rivolto il marketing insediativo in questione, possiamo anche ben intendere l’operazione di Erik. Cosa offro agli abitanti di una Iceland? Una Iceland 2 (peraltro nella realtà ben più ghiacciata della prima) ? Ovvio che no …
Va beh, ci sarebbe da dire altro, ma, per l’appunto, il tempo è quello che è …
Saluti,
luca


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